Descrizione
Comune collinare di origine medievale, le cui principali risorse economiche sono rappresentate dalle attività rurali e dal turismo. La comunità dei latonesi, che presenta un indice di vecchiaia inferiore alla media, è distribuita nel capoluogo comunale, nella località di Treglia e negli aggregati urbani minori di Casalicchio, Funari, Pellegrino e Savignano nonché in un elevato numero di case sparse. L'abitato, che sta attraversando una fase di espansione edilizia, sorge, in posizione amena e suggestiva, su uno sperone di roccia che divide due valloni. Le oscillazioni altimetriche del territorio comunale sono piuttosto accentuate e il paesaggio assai vario: si passa, infatti, dai contrafforti del Monte Maggiore, rivestiti da uno scuro mantello di boschi di castagni, pini, cerri, ornelli, carpini e lecci, alla pianeggiante valle del fiume Volturno, caratterizzata dai colori chiari e brillanti dei seminativi semplici e arborati. Sulle rive del Volturno e degli altri corsi d'acqua che solcano il comprensorio latonese trova rifugio una ricca avifauna acquatica stanziale o migratrice, comprendente la garzetta, l'airone cinerino e l'airone rosso, il fischione, l'alzavola e il germano reale, mentre nei boschi si aggirano ancora volpi, lepri, tassi e cinghiali.
Storia
La sua fondazione risale al X secolo ad opera degli abitanti di diversi villaggi limitrofi distrutti dai saraceni; tuttavia, è ormai certo che il sito oggi occupato dalla località di Treglia fu sede nella remota antichità di TREBULA, insediamento osco-sannita menzionato da Tito Livio, Plinio, Polibio e Strabone e distrutto probabilmente nel VII secolo d.C. da un terremoto. Dotata di massicce fortificazioni, dal 1189 al 1262 fu feudo della famiglia Montefusco, quindi passò ai Ragosia di Dragoni e nel 1301 a Tommaso Marzano. Nel 1462, avendo il feudatario locale aderito alla “congiura dei baroni”, fu assediata da Ferrante d'Aragona ma inizialmente riuscì a resistergli, grazie alla sua posizione e alle fortificazioni di cui era munita; una volta conquistata, divenne feudo di Diomede Carafa. L'illustre famiglia Carafa ne mantenne il possesso fino al 1086, anno dell'abolizione della feudalità nell'Italia meridionale. Il toponimo, citato in Catalogus Baronum (1150-1168), deriva dal latino LATRO, LATRONIS e significa ‘ponte (del) ladrone'. L'abitato è dominato dai resti del castello, costruito in epoca angioina e munito originariamente di cinque torri, delle quali ne rimane soltanto una cilindrica; sono inoltre degni di nota alcuni edifici eretti in epoca aragonese, abbelliti da elementi decorativi tipici dell'architettura catalana. Il territorio comunale ospita anche i resti delle terme dell'antica TREBULA.
Economia
Le attività rurali, che si articolano nella silvicoltura e nella produzione di cereali, prodotti ortofrutticoli e olive, costituiscono ancora una significativa fonte di reddito e di occupazione. Basso è livello di sviluppo che caratterizza l'industria: le imprese presenti, attive nei comparti alimentare, edile, metallurgico, dell'estrazione della pietra e dei materiali da costruzione, sono tutte di dimensione artigianale; per quanto riguarda il terziario, il commercio appare commisurato alle esigenze della comunità mentre il comparto dei servizi include le assicurazioni ma non il credito. Possiede le scuole dell'obbligo e, per quanto riguarda l'assistenza sanitaria, della farmacia e di un laboratorio privato accreditato; vanta inoltre una buona capacità ricettiva, grazie alla presenza di ristoranti e strutture per il soggiorno.
Relazioni
È dotata di notevoli attrattive naturalistiche e offre la possibilità di praticare la caccia al cinghiale nei periodi stabiliti dal calendario faunistico-venatorio regionale. Una consistente affluenza di visitatori si registra in occasione di due rinomate sagre, quella dell'uva da vino (seconda decade di settembre), durante la quale l'abitato si trasforma in un'enorme cantina all'aperto, animata da canti, balli, giochi popolari e iniziative culturali, e quella delle castagne (seconda decade di ottobre), che offre invece l'opportunità di gustare castagne arrosto o bollite, accompagnate da salsiccia di maiale e vini tipici del posto –tra questi ultimi è da ricordare il Casavecchia, noto fin dai tempi di Plinio–. La festa della Patrona, Maria Santissima dell'Orazione, si celebra il 22 agosto.
Località
Casalicchio, Funari, Marzi, Savignano, Serra Campole, Treglia