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Provincia di ASCOLI PICENO

Capoluogo: Àscoli Piceno

Scheda

 
Stemma della provincia Ascoli Piceno
   

Provincia di Ascoli Piceno - Statistiche

Territorio. Situata nell’estrema porzione meridionale della regione, dove il fiume Tronto segna un secolare confine con l’Abruzzo, la provincia ascolana è racchiusa tra il mare Adriatico a levante e le catene montuose dei Sibillini e della Laga a occidente, che la separano dall’Umbria e dal Lazio; la sua economia si basa prevalentemente sui settori secondario e terziario. La popolazione provinciale, distribuita in 73 comuni e con un indice di vecchiaia di poco superiore alla media, si concentra soprattutto nelle zone costiere e nell’immediato entroterra collinare. Il territorio provinciale, modellato nel corso dei secoli da pratiche agricole di tipo mezzadrile, abbraccia ambienti naturali assai difformi: si passa infatti dagli erti calcari appenninici alle marne e alle argille del subappennino, incise da profondi calanchi, e, per quanto riguarda l’altimetria, si va dal livello del mare fino ai 2.476 m del monte Vettore, posto a guardia del confine umbro. La costa, fortemente antropizzata, è bordata da un’esile striscia di sabbia fine, interrotta da diverse foci fluviali; subito alle sue spalle il territorio è increspato da sinuosi rilievi collinari, punteggiati di casolari e scanditi da vigneti, oliveti e colture promiscue; piccoli boschi cedui, oasi di macchia mediterranea e borghi incantevoli, adagiati su belvedere naturali in vista del mare, conferiscono al territorio un aspetto assai pittoresco. Ad interrompere bruscamente la successione dei colli sono i fianchi scoscesi dei massicci appenninici, dalle cime innevate per diversi mesi dell’anno e dalle pendici coperte di faggete e cupi boschi di conifere. Lo stemma provinciale, concesso con Regio Decreto, è “inquartato”: nel primo e nell’ultimo “quarto” è raffigurato, su fondo rosso, un castello di travertino merlato “alla ghibellina”, con due archi aperti sovrastati da una galleria a cinque arcate, fiancheggiata a sua volta da due torri di altezza disuguale; nel secondo “quarto” compare un’aquila nera in campo dorato e nel terzo una croce d’argento con le estremità dei bracci allargate, su fondo rosso.

Comunicazioni. Il territorio provinciale è solcato, parallelamente alla linea costiera, dall’autostrada Bologna-Taranto (A14), dalla linea ferroviaria di rilievo nazionale Bologna-Bari e dalla strada statale n. 16 Adriatica, fondamentale arteria turistica al servizio delle stazioni balneari della costa adriatica. Su questo vero e proprio corridoio longitudinale confluiscono alcune importanti arterie che collegano il capoluogo provinciale all’autostrada A14 Bologna-Taranto (il raccordo autostradale Ascoli Piceno-Porto d’Ascoli, la linea ferroviaria che congiunge i medesimi estremi e l’antica strada consolare n. 4 Salaria) e l’Appennino alla costa, come le statali n. 433 di Val d’Aso e n. 210 Fermana Faleriense.

Storia. Culla della civiltà dei piceni, il territorio provinciale venne gradualmente sottomesso dai romani nel corso del III secolo a. C., durante il quale le legioni capitoline, sotto il comando dei consoli Publio Sempronio Sofo e Appio Claudio Rufo, lo sottoposero a due estenuanti campagne militari. Nella prima metà del secolo, con la deduzione della colonia di diritto latino di FIRMUM PICENUM (Fermo), con le successive conquiste romane e con la promulgazione della legge sull’agro piceno, l’intero territorio fu posto sotto il definitivo controllo di Roma e l’antica capitale picena di AUSCULUM, pur restando indipendente, dovette accettare la condizione di città federata -proprio da quest’antica e nobile città, tuttavia, si sviluppò nel I secolo a. C. la sanguinosa guerra tra i SOCII ITALICI, che chiedevano la cittadinanza romana, e Roma-. Il territorio dell’attuale circoscrizione ascolana venne inglobato nella REGIO V (PICENUM) all’epoca della riorganizzazione amministrativa augustea, mentre appare col nome di PICENUM ET FLAMINIA in quella dioclezianea. Duramente provato dai lunghi anni della guerra greco-gotica (535-553 d. C.), fu nuovamente terra di conquista nei secoli successivi: per i longobardi, che lo inserirono nel ducato di Spoleto, e successivamente per i franchi. Dopo averlo inglobato nel regno d’Italia (VIII-IX secolo), Carlo Magno fece promessa di donarlo alla Chiesa (PROMISSIO ROMANA), riconfermando così quella di suo padre Pipino il Breve (PROMISSIO CARISIACA); per qualche secolo ancora, tuttavia, l’assetto politico e amministrativo del Piceno, entrato a far parte della marca fermana (IX-XI secolo), rimase piuttosto confuso: con la comparsa e la progressiva affermazione dell’istituto feudale, infatti, i vari signori locali difesero spesso con accanimento la loro indipendenza nei confronti delle pretese egemoniche e delle rivendicazioni secolari della Chiesa. A partire dal XII secolo, con la nascita dei liberi comuni, la geografia politica del territorio venne ridisegnata: i maggiori artefici di questi sommovimenti furono le città di Fermo e Ascoli, lungamente in lotta per il predominio. Nonostante la restaurazione del potere pontificio, operata dal cardinale Albornoz nel corso del XIV secolo, fu solo verso la fine de XVI secolo che il potere temporale dei papi venne definitivamente riaffermato sul territorio, durando fino ai moti risorgimentali, esclusa la breve parentesi degli sconvolgimenti napoleonici.

Struttura socio-economica. L’economia della costa costituisce una fonte generosa di benessere per l’intera provincia che, tuttavia, presenta un notevole squilibrio economico tra la zona litoranea e dell’entroterra collinare da un lato e quella appenninica dall’altro. Nell’area montana della circoscrizione, infatti, solo da pochi anni e faticosamente si sta passando da un’economia di tipo artigianale ad una più moderna, anche se ancora estremamente fragile, fondata su piccole imprese calzaturiere e tessili, oltre che sulla valorizzazione delle bellezze naturalistiche e artistiche del territorio. È lungo la strategica direttrice costiera, quindi, che a partire dagli anni Sessanta del Novecento si sono concentrati e sviluppati sensibilmente l’apparato industriale e quello turistico della terra picena: l’industria ha i suoi punti di forza nelle manifatture calzaturiere, seguite a distanza dalla lavorazione e conservazione del pesce e dalla produzione di alimenti, confezioni e tessuti. L’agricoltura rappresenta ancora una discreta fonte di reddito, soprattutto in quanto legata alla produzione di rinomati vini Doc (Rosso Piceno, Rosso Piceno Superiore e Falerio dei Colli Ascolani). Provincia gemellata con la contea di Derby (Gran Bretagna) e con le Province di Rieti, Jiangsu (Cina) e Spalato (Croazia).

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