Descrizione
Comune collinare, sviluppatosi in epoca medievale in un territorio abitato sin dalla più remota antichità; la sua economia poggia principalmente sulle attività agricole e industriali. La comunità dei sampaolesi, che presenta un indice di vecchiaia molto elevato, è equamente divisa tra il capoluogo comunale e un certo numero di case sparse sui fondi. L’abitato, raccolto su uno sperone roccioso, è circondato da un groviglio di colli di varia altezza: alcuni degradano dolcemente verso la fertile valle del fiume Esino, altri, invece, si presentano piuttosto elevati e preludono ai contrafforti dei rilievi appenninici. L’agro comunale è dominato dalla coltivazione della vite, portata alla giusta maturazione dal clima mite. Nelle zone umide, ricche di vegetazione riparia, vive il merlo acquaiolo, che si nutre di trote fario, gamberi e granchi di fiume.
Storia
Il territorio comunale fu frequentato fin da epoca molto antica da popolazioni umbre e picene mentre l’attuale abitato si sviluppò nell’alto Medioevo, dapprima intorno alla piccola chiesa di San Paolo e, dal XII secolo, a ridosso di un castello fatto erigere dagli jesini. Alla potente città di Jesi rimase a lungo legata, entrando con essa a far parte dei territori pontifici nel XV secolo. Al pari del resto della regione subì il flagello delle carestie seicentesche e, negli ultimi anni del Settecento, l’invasione francese –nel periodo napoleonico fu inserita nel cantone di Apiro–. Divenne comune autonomo solo nel 1945, dopo essere stata aggregata per diversi anni ai comuni di Monte Roberto e Staffolo. Il toponimo, privo di specificazione fino al 1863, testimonia l’intensità del culto del Patrono. Al di sopra dei tetti del centro storico svetta la torre civica, dalle aggraziate linee baroccheggianti, costruita nel XVIII secolo su disegno dell’architetto Mattia Capponi. Il patrimonio artistico locale annovera inoltre una pala d’altare di gran pregio raffigurante la Madonna col Bambino e Santi, opera del Pomarancio: dipinta nel 1620, è oggi esposta sull’altare maggiore della parrocchiale di San Paolo.
Economia
L’alto grado di ruralità del territorio comunale è al tempo stesso causa ed effetto della limitata apertura al nuovo della comunità sampaolese: una parte consistente della popolazione attiva è ancora impegnata nelle attività agricole, votate alla cerealicoltura e alla viticoltura –questa è la terra del Verdicchio, vino bianco esportato in tutto il mondo– nonché alla produzione di foraggi e barbabietole da zucchero. Il settore secondario, costituito nel complesso da poche imprese di dimensione artigianale, è trainato dalla produzione meccanica; il terziario include i servizi bancari e una modesta rete commerciale, per lo più circoscritta ai beni di prima necessità. Il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali, è provvisto della farmacia ma non di strutture culturali e scolastiche degne di nota, a eccezione delle scuole materne ed elementari; l’apparato ricettivo è lacunoso, in quanto offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno.
Relazioni
È soprattutto in occasione delle feste e delle manifestazioni legate al folclore locale e alla religiosità popolare che le vie dell’abitato si animano di turisti. Il vino Verdicchio prodotto nelle cantine locali è l’assoluto protagonista di alcune giornate di festa, all’insegna della comune voglia di divertimento: a metà luglio si svolge infatti il premio regionale di poesia “Verdicchio in versi”, riservato a scherzosi carmi agresti che celebrano le virtù dell’ottimo vino; ad agosto, poi, nell’ambito della “Settimana gastronomica”, si gustano ricette tipiche della cucina locale, immancabilmente accompagnate dal celebre vino. Tra le altre feste che si succedono nel corso dell’anno spiccano la coloratissima Infiorata del Corpus Domini e la tradizionale “Cavata delle zitelle” (8 dicembre) –questa singolare manifestazione, nata nel 1702, si deve all’iniziativa del reverendo Agabiti, che decise di assegnare ogni anno, a fanciulle “di sani principi morali”, una somma di denaro come dote; è seguita dalla sagra del “cavalluccio”, dolce tipico locale–. La festa del Patrono San Paolo si celebra il 25 gennaio.
Località
Battinebbia, San Giuseppe, Scuola Coste