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NORMANNI
Approfondimento
Approfondimento: NORMANNI
Questo nome di origine germanica, che significa 'uomini del nord', fu dato in età carolingia (IX secolo) a quelle popolazioni di stirpe germanica provenienti dalla regione scandinava, conosciute anche con il nome di vichinghi, 'pirati, guerrieri' -con le loro agili e robuste navi, infatti, risalivano la foce dei grandi fiumi e devastavano e saccheggiavano campagne e città-. La loro espansione si fece intensa a partire dall'VIII secolo e soprattutto dal IX, quando raggiunsero la Scozia, l'Irlanda, l'Inghilterra, la Francia, l'Italia, la Russia e le lontane Islanda e Groenlandia. Nella prima metà del IX secolo un gruppo di normanni si spinse verso sud, penetrando nell'impero carolingio e saccheggiando quattro volte Parigi; all'inizio del X secolo si stanziò nel territorio della Neustria carolingia e nel 911 Carlo III il Semplice, re di Francia, concesse in feudo ad uno dei loro capi, Rollone, le terre già conquistate lungo il corso inferiore della Senna, che vennero a formare il primo nucleo del ducato di Normandia. Benché cristianizzati e latinizzati, i normanni di Francia non persero il loro spirito di avventura e di conquista e nell'XI secolo scesero a gruppi sempre più numerosi in Italia meridionale in cerca di fortuna. Approfittando di una situazione molto confusa, si inserirono nelle lotte locali, combattendo come mercenari al servizio di bizantini, arabi, repubbliche marinare, Papato e signori locali. Tra di loro si distinsero i valorosi figli di Tancredi d'Altavilla, artefici della creazione, nel 1130, di un regno normanno unitario. Il più celebre dei fratelli fu Roberto (1015 circa-1085), chiamato il Guiscardo, cioè l'Astuto, per la sua abilità politica e militare. Giunto nel Mezzogiorno d'Italia verso il 1040, combatté dapprima contro i bizantini di Calabria come mercenario al servizio di Guaimaro V di Salerno, poi, dopo la morte di quest'ultimo (1052), si impadronì di una parte del territorio salernitano e iniziò l'invasione della Calabria. Temendo il costituirsi di uno stato forte ai confini del territorio pontificio, papa Leone IX mosse contro di lui ma, nel 1053, Roberto e i fratelli Umfredo e Riccardo lo sconfissero e lo catturarono a Civitate; gli fecero comunque atto di sottomissione e riconobbero la sua sovranità sull'Italia meridionale in cambio dell'investitura delle terre conquistate e di quelle che avrebbero conquistato in seguito. Alla morte di Umfredo, nel 1057, Roberto si fece riconoscere conte di Puglia e nel 1059 si dichiarò vassallo di papa Niccolò II in cambio del titolo di duca di Puglia e di Calabria e di conte di Sicilia -questi territori, considerati feudi della Chiesa, erano in parte dominati ancora da bizantini e arabi-. Nel 1060 portò a termine la conquista della Calabria, sottraendola ai bizantini, e iniziò insieme al fratello Ruggero l'invasione della Sicilia, occupata dagli arabi; nel 1077, impadronitosi di tutta l'Italia meridionale, elesse Salerno a capitale del suo stato. Iniziò poi l'avanzata verso i territori orientali dell'impero bizantino (Balcani), spinto dal desiderio di attuare una specie di imperialismo normanno, ma morì durante l'assedio di Cefalonia (1085). Il fratello di Roberto, Ruggero I, continuò e completò la conquista della Sicilia, espugnando Palermo nel 1072 e facendosi proclamare conte di Sicilia nel 1091, dopo vent'anni di guerra contro gli arabi. A Ruggero I succedette il figlio Ruggero II (1095-1154), conte di Sicilia, il più grande e saggio dei sovrani normanni. Alla morte senza eredi di Guglielmo II, duca di Puglia e di Calabria, Ruggero II riunì sotto di sé tutti i domini normanni di Sicilia e di Puglia (1127); incontrò, però, l'opposizione di città e signori locali, nonché di papa Onorio II, che dapprima lo scomunicò ma poi gli concesse l'investitura del ducato di Puglia e Calabria e della contea di Sicilia (1128). Morto Onorio II, Ruggero II sostenne, contro il legittimo papa Innocenzo II, l'antipapa Anacleto I, che gli concesse il titolo di re di Sicilia (1130); Innocenzo II, allora, si coalizzò con l'imperatore Lotario II di Supplimburgo, l'imperatore bizantino Giovanni II Comneno, i veneziani, i pisani e altri feudatari locali ma, dopo un decennio di guerra, venne sconfitto e catturato sul Garigliano (1139). Con la consueta abilità tattica e diplomatica Ruggero II gli fece atto di vassallaggio, ottenendo in cambio il riconoscimento dei titoli di re di Sicilia, duca di Puglia e principe di Capua: realizzò così l'unificazione politica del Mezzogiorno d'Italia e fondò il regno siculo-normanno. Successivamente mirò ad affermare il suo predominio nel Mediterraneo centrale, facendo guerra agli arabi d'Africa e all'impero d'Oriente e conquistando tra l'altro Tripoli (1146) e Corfù (1147). Sotto di lui il regno visse un periodo di grande prosperità e divenne uno dei più potenti d'Europa: Ruggero II, infatti, instaurò un governo forte e accentrato ma dimostrò rispetto e tolleranza per le diversità culturali, etniche e religiose esistenti tra i suoi sudditi; grazie a lui, inoltre, Palermo divenne un importante centro culturale e un felice punto di incontro di letterati, filosofi, scienziati e artisti provenienti da tutta Europa. A Ruggero II successero Guglielmo I il Malo (1154-1166) e Guglielmo II il Buono (1166-1189); morto quest'ultimo senza figli, il regno passò a sua zia Costanza che, avendo sposato nel 1186 il figlio di Federico Barbarossa, Enrico VI di Svevia, trasferì a quest'ultimo i diritti di successione al trono di Sicilia e di Puglia. Molti baroni e il popolo di Sicilia, tuttavia, si opposero all'erede svevo e nel 1190 gli preferirono Tancredi, conte di Lecce, nato da un figlio illegittimo di Ruggero II. Sconfitto e ucciso Tancredi nel 1194, Enrico VI ne spodestò il figlio Guglielmo III, che morì prigioniero in Germania nel 1198: con quest'ultimo si estinse la dinastia normanna alla quale succedette la nuova dinastia sveva.