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DEGASPERI, ALCIDE

Approfondimento

Approfondimento: DEGASPERI, ALCIDE

Uomo politico e statista italiano (1881-1954), impegnato nella lotta per l'indipendenza trentina dall'Austria, nella lotta al fascismo e nell'adesione al patto atlantico a guerra conclusa. Fu inoltre uno dei primi e più ferventi sostenitori dell'esigenza di creare un'Europa Unita. Già nel 1904 venne arrestato a Innsbruck durante alcune manifestazioni studentesche. Dopo aver fondato "Il Trentino" nel 1906, di cui fu anche direttore, entrò nel 1911 nel parlamento viennese. Veniva percepito dai suoi corregionali come rappresentante di tutto il Trentino e non del proprio partito. Al termine del primo conflitto espresse con forza nel parlamento la volontà della popolazione trentina di divenire in tutto e per tutto italiana, quindi divenne deputato al parlamento italiano nel 1921 con il Partito Popolare di Don Sturzo, al quale aveva aderito. Durante l'esilio del fondatore, fu proprio lui a guidare il partito e per questa insubordinazione al governo fu condannato a quattro anni di carcere. Il suo antifascismo divenne assoluto dopo l'omicidio Matteotti e lo scioglimento di tutti i partiti ad eccezione di quello fascista, ed egli si decise a riparare nelle biblioteche vaticane per evitare le persecuzioni. Si impegnò poi attivamente durante la Resistenza, riformando il Partito Popolare come Democrazia Cristiana, definendola un "partito di centro che guarda verso sinistra". Dopo la nascita di un fronte nazionale anti-nazista e del governo Badoglio, si giunse alla formazione dei primi governi "politici", né fascisti né di guerra, e Degasperi vi entrò come ministro degli Esteri fra il 1944 e il 1945 (fu, poi, presidente del Consiglio ininterrottamente fino al 1953). Nel 1946 partecipò al congresso di Parigi, in cui venne sancito il Trattato di Pace e durante il quale firmò il cosiddetto Patto Degasperi-Gruber, che definiva lo statuto speciale della provincia di Bolzano e il rispetto del bilinguismo della popolazione locale. In principio si alleò con socialisti e comunisti, per passare successivamente a un governo perlopiù centrista. In questi anni si convinse che per risollevare l'Italia c'era bisogno del supporto americano e quindi si allontanò sempre più dai partiti che rappresentavano la sinistra, fino a caldeggiare l'ingresso nel Patto Atlantico, sancito nel 1949 dopo un'ntensa discussione parlamentare da lui promossa e invocata. Per quanto democristiano della prima ora, si oppose fermamente nel 1953 al progetto di Don Sturzo e Pio XII di allearsi con monarchici e fascisti in vista delle elezioni amministrative di Roma, inimicandosi definitivamente il pontefice. Nello stesso anno la cosiddetta "Legge Truffa", che portava la firma sua e di Scelba, condusse a una sonora sconfitta, che determinò la sua uscita dalla politica. Morì un anno dopo. V. anche GRUBER, KARL

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