Descrizione
Comune di pianura, di probabili origini medievali, che accanto alle tradizionali attività agricole ha sviluppato l’industria. Gli zibellini, con un indice di vecchiaia particolarmente elevato, sono quasi tutti distribuiti tra il capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, numerosissime case sparse e le località Ardola e Pieveottoville. Il territorio, attraversato da più canali, presenta un profilo geometrico uniforme, con differenze di altitudine quasi irrilevanti. L’abitato, che conserva pregevoli testimonianze del passato, non mostra segni di espansione edilizia; il suo andamento plano-altimetrico è completamente pianeggiante. Nello stemma municipale, concesso con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, campeggia l’immagine di un’aquila nera bicipite, con corona d’oro, che reca in petto uno scudetto scaccato d’argento e di rosso di dodici punti. Lo sfondo è argentato.
Storia
Sorse probabilmente nel Medioevo, in una zona abitata già in epoca romana, come testimoniano i reperti archeologici rinvenuti nel territorio. Incerta è anche l’etimologia del toponimo, che alcuni studiosi fanno derivare dal termine “ghibellino”, essendosi il borgo schierato con gli imperiali nella lotta contro l’affermazione del potere temporale dei papi. Le prime notizie certe risalgono alla fine del XII secolo, quando fu assegnata ai Pallavicino, marchesi di Busseto, ai quali venne confermata da Federico II, verso la metà del Duecento. Nel XIII secolo, fu dotata di un fortilizio che, situato in posizione strategica, fu teatro di scontri tra parmigiani e cremonesi da una parte e piacentini e milanesi dall’altra. Oggetto delle mire espansionistiche del potente casato dei Sommi di Cremona, nella prima metà del Quattrocento fu conquistata da Niccolò d’Este, che la donò al condottiero Cabrino Fondulo, suo alleato. Successivamente tornò nelle mani dei Pallavicino, i quali, fatta eccezione per una breve parentesi, seguita alla lotta di successione fra questi signori, i Rangone e il duca Alessandro Farnese, ne conservarono il possesso fino all’abolizione del feudalesimo, all’inizio del XIX secolo, provvedendo a bonificare il terreno e a commissionare le più importanti opere architettoniche del luogo. Tra i monumenti figurano: il quattrocentesco palazzo Pallavicino, in cotto, con un porticato poggiante su pilastri ottagonali; la chiesa parrocchiale, costruita in stile rinascimentale, nel XV secolo, la villa Gambara, del Cinquecento; l’ex ospedale G.B. Dagnini, edificato tra il XV e il XVI secolo; la collegiata, ristrutturata a metà del Quattrocento, e la cinquecentesca villa Rastelli, a Pieveottoville.
Economia
L’agricoltura, praticata con successo grazie alle favorevoli caratteristiche del terreno, assicura buone produzioni di cereali, frumento, foraggi, ortaggi e frutta, soprattutto uva. L’industria è presente con i comparti alimentare, edile, manifatturiero (mobili), metallurgico e della fabbricazione di articoli in plastica. Il terziario si compone della rete commerciale (di dimensioni non rilevanti ma sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della comunità) e dell’insieme dei servizi, che comprendono quello bancario. Tra le strutture sociali si segnala una casa di riposo. È possibile frequentare le scuole dell’obbligo e un istituto professionale industriale; per l’arricchimento culturale si può usufruire di una biblioteca e del museo del territorio e della civiltà contadina. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il solo servizio farmaceutico; per altre prestazioni occorre rivolgersi altrove.
Relazioni
Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, offre a quanti vi si rechino la possibilità di trascorrervi piacevoli soggiorni, ammirandone il patrimonio storico-architettonico e gustando i genuini prodotti locali, tra cui il culatello. Abbastanza frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive e in particolare le industrie consentono un buon assorbimento di manodopera, è al centro di rapporti piuttosto intensi con i comuni vicini, grazie anche alla presenza dell’istituto d’istruzione secondaria di secondo grado. Tuttavia i movimenti pendolari si verificano pure in senso contrario, a causa dell’assenza sul posto di diversi servizi, che costringe gli abitanti a rivolgersi alle località più fornite. Tra le manifestazioni tradizionali, che contribuiscono ad aumentare il numero dei visitatori, merita di essere citata la festa del culatello, a giugno. La festa del Patrono, San Carlo, viene celebrata il 4 novembre.
Località
Ardola, Pieveottoville, Rota Ancone, Zona Artigianale
- Popolazione 1.818
- Lat 45° 1' 7,25'' 45.01868056
- Long 10° 7' 52,46'' 10.13123889
- CAP 43010
- Prefisso 0524
- Codice ISTAT 034048
- Codice Catasto M174
- Altitudine slm 35 mt
- zona clim./gradi giorno
Riscaldamento: dal 15/10 al 15/04 per 14 ore/giorno E/2376 - Superficie 23.5 Km2
- Densità 77,36 ab/Km2
- Sismicità Zona 3
- Alba 07:38
- Tramonto 16:36