Descrizione

Comune collinare, di origine incerta, probabilmente medievale, la cui economia è di tipo prevalentemente agricolo. I turresi, che presentano un indice di vecchiaia elevato, vivono tutti nel capoluogo comunale. Il territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche non molto accentuate, che vanno da un minimo di 150 a un massimo di 270 metri sul livello del mare. Molto belli, comunque, sono gli scorci panoramici sui contrafforti della Giara di Gesturi. L’abitato, che non mostra segni di crescita edilizia, ha un andamento plano-altimetrico tipico delle zone collinari. Il suo nucleo originario, di struttura poligonale, sorge intorno alla confluenza della strade principali e quindi alla chiesa parrocchiale.

Comune collinare, di origine incerta, probabilmente medievale, la cui economia è di tipo prevalentemente agricolo. I turresi, che presentano un indice di vecchiaia elevato, vivono tutti nel capoluogo comunale. Il territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche non molto accentuate, che vanno da un minimo di 150 a un massimo di 270 metri sul livello del mare. Molto belli, comunque, sono gli scorci panoramici sui contrafforti della Giara di Gesturi. L’abitato, che non mostra segni di crescita edilizia, ha un andamento plano-altimetrico tipico delle zone collinari. Il suo nucleo originario, di struttura poligonale, sorge intorno alla confluenza della strade principali e quindi alla chiesa parrocchiale.

Storia

Il toponimo corrisponde a ‘torre’. Poche sono le notizie storiche relative alle prime vicende del borgo. Dall’XI secolo fu compresa nella curatoria della Marmilla, nel Giudicato di Arborea. Nel 1410 passò al marchesato di Oristano e quindi alla contea di Quirra. Dal 1928 al 1946 fu aggregata al comune di Tuili. Interessanti sotto il profilo storico-architettonico sono: la chiesa parrocchiale di San Sebastiano, costruzione tardo-gotica di impronta aragonese. Inizialmente esisteva solo la cappella del Rosario. In epoche successive furono aggiunte, nell’ordine: la cappella del Sacro Cuore (1700 circa), la cappella di Nostra Signora d’Itria (1750 circa) e nel 1924 la cappella di Sant’Isidoro. L’altare maggiore (opera magnifica, con trono di San Sebastiano e ottima varietà di marmi) è del 1700.

Il toponimo corrisponde a ‘torre’. Poche sono le notizie storiche relative alle prime vicende del borgo. Dall’XI secolo fu compresa nella <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=CURATORIA'>curatoria</a> della <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=MARMILLA'>Marmilla</a>, nel <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=GIUDICATODIARBOREA'>Giudicato di Arborea</a>. Nel 1410 passò al marchesato di Oristano e quindi alla <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=CONTEADIQUIRRA'>contea di Quirra</a>. Dal 1928 al 1946 fu aggregata al comune di Tuili. Interessanti sotto il profilo storico-architettonico sono: la chiesa parrocchiale di San Sebastiano, costruzione tardo-gotica di impronta <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=ARAGONESE'>aragonese</a>. Inizialmente esisteva solo la cappella del Rosario. In epoche successive furono aggiunte, nell’ordine: la cappella del Sacro Cuore (1700 circa), la cappella di Nostra Signora d’Itria (1750 circa) e nel 1924 la cappella di Sant’Isidoro. L’altare maggiore (opera magnifica, con trono di San Sebastiano e ottima varietà di marmi) è del 1700.

Economia

Viste le dimensioni della comunità, non vi sono particolari strutture burocratiche: le uniche attività del genere che vi si svolgono sono quelle destinate al funzionamento dei normali servizi municipali e postali. Va segnalata però la presenza della Pro Loco. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite, olivo, agrumi e frutta e con l’allevamento di bovini, suini, ovini e avicoli. Il settore economico secondario è costituito da piccole imprese che operano nei comparti dei mobili, metallurgico ed edile. Il terziario non assume dimensioni rilevanti: la rete distributiva, di cui si compone, assicura il soddisfacimento delle esigenze primarie della comunità ma non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario. Priva di servizi pubblici particolarmente significativi, non dispone di strutture di una certa rilevanza: sociali, sportive e per il tempo libero. Le scuole assicurano la frequenza delle classi dell’obbligo; per l’arricchimento culturale è presente la biblioteca comunale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario, localmente è assicurato il solo servizio farmaceutico; per le altre prestazioni occorre rivolgersi altrove.

Viste le dimensioni della comunità, non vi sono particolari strutture burocratiche: le uniche attività del genere che vi si svolgono sono quelle destinate al funzionamento dei normali servizi municipali e postali. Va segnalata però la presenza della Pro Loco. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite, olivo, agrumi e frutta e con l’allevamento di bovini, suini, ovini e avicoli. Il settore economico secondario è costituito da piccole imprese che operano nei comparti dei mobili, metallurgico ed edile. Il terziario non assume dimensioni rilevanti: la rete distributiva, di cui si compone, assicura il soddisfacimento delle esigenze primarie della comunità ma non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario. Priva di servizi pubblici particolarmente significativi, non dispone di strutture di una certa rilevanza: sociali, sportive e per il tempo libero. Le scuole assicurano la frequenza delle classi dell’obbligo; per l’arricchimento culturale è presente la biblioteca comunale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario, localmente è assicurato il solo servizio farmaceutico; per le altre prestazioni occorre rivolgersi altrove.

Relazioni

La bella posizione nel territorio della Marmilla, una sub-regione della Sardegna centro-meridionale che deve probabilmente il suo nome proprio alla forma mammellare del territorio, dove spicca il colle di Las Plassas, fa di essa una località con notevoli potenzialità turistiche. Rinomata è la gastronomia, che annovera tra le specialità la “Cancioffa a ischixionera”, cioè i “carciofi in verde”. È poco frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera del posto; diffuso è il pendolarismo verso le aree più sviluppate. I rapporti con i comuni vicini non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per motivi di studio, anche per l’espletamento di pratiche burocratiche. Numerosi sono gli appuntamenti che ricorrono nel corso dell’anno: la festa di Sant’Isidoro, a maggio; la sagra della mietitura, a giugno; la festa di Santa Maria Maddalena, a luglio; la sagra del melone, a settembre; la sagra dello zafferano, a novembre. La festa patronale, dedicata a San Sebastiano, si celebra il 20 gennaio.

La bella posizione nel territorio della <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=MARMILLA'>Marmilla</a>, una sub-regione della Sardegna centro-meridionale che deve probabilmente il suo nome proprio alla forma mammellare del territorio, dove spicca il colle di Las Plassas, fa di essa una località con notevoli potenzialità turistiche. Rinomata è la gastronomia, che annovera tra le specialità la “Cancioffa a ischixionera”, cioè i “carciofi in verde”. È poco frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera del posto; diffuso è il pendolarismo verso le aree più sviluppate. I rapporti con i comuni vicini non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per motivi di studio, anche per l’espletamento di pratiche burocratiche. Numerosi sono gli appuntamenti che ricorrono nel corso dell’anno: la festa di Sant’Isidoro, a maggio; la sagra della mietitura, a giugno; la festa di Santa Maria Maddalena, a luglio; la sagra del melone, a settembre; la sagra dello zafferano, a novembre. La festa patronale, dedicata a San Sebastiano, si celebra il 20 gennaio.

Località