Descrizione

Comune montano di origine molto antica, con un’economia sostenuta dal turismo e, in misura minore, dalle attività rurali. I trebani, il cui indice di vecchiaia è di poco superiore alla media, si dividono tra la località di Altipiani di Arcinazzo, che si estende anche nei comuni di Piglio e Arcinazzo Romano (RM), e il capoluogo comunale, raccolto sulla cima di un colle intorno alla suggestiva rocca medievale; Campocatino è invece un piccolo aggregato urbano che si popola di villeggianti in alcuni periodi dell’anno. Intorno all’abitato si innalzano le maestose cime dei monti Simbruini e Cantari, dalle pendici ricoperte di una vegetazione varia e rigogliosa: le acque del fiume Aniene e quelle di innumerevoli torrenti e ruscelli risuonano tra folti boschi di querce, aceri e faggi; nelle zone più umide e ombrose proliferano felci, muschi ed equiseti mentre alle quote più elevate primule, crochi, genziane appenniniche e numerosi altri esemplari della minuta flora di alta montagna ravvivano con i loro colori il brullo paesaggio di roccia calcarea.

Comune montano di origine molto antica, con un’economia sostenuta dal turismo e, in misura minore, dalle attività rurali. I trebani, il cui indice di vecchiaia è di poco superiore alla media, si dividono tra la località di Altipiani di Arcinazzo, che si estende anche nei comuni di Piglio e Arcinazzo Romano (RM), e il capoluogo comunale, raccolto sulla cima di un colle intorno alla suggestiva rocca medievale; Campocatino è invece un piccolo aggregato urbano che si popola di villeggianti in alcuni periodi dell’anno. Intorno all’abitato si innalzano le maestose cime dei monti Simbruini e Cantari, dalle pendici ricoperte di una vegetazione varia e rigogliosa: le acque del fiume Aniene e quelle di innumerevoli torrenti e ruscelli risuonano tra folti boschi di querce, aceri e faggi; nelle zone più umide e ombrose proliferano felci, muschi ed equiseti mentre alle quote più elevate primule, crochi, genziane appenniniche e numerosi altri esemplari della minuta flora di alta montagna ravvivano con i loro colori il brullo paesaggio di roccia calcarea.

Storia

La sua origine, assai antica, è attribuita agli equi, antico popolo di cacciatori, pastori e piccoli proprietari terrieri; inizialmente essi intrattennero con Roma pacifici rapporti, poi il desiderio di pascoli migliori li spinse al conflitto; vennero però sconfitti e l’abitato fu ridotto a colonia. Nel V secolo divenne sede vescovile ma in seguito venne aggregata alla diocesi di Anagni. Dopo aver conteso all’abbazia di Subiaco il castello di Jenne nel 1113 –una lotta che non portò alla vittoria di alcuna delle due parti–, divenne feudo dei Conti e poi della famiglia Caetani; cacciato l’ultimo esponente di quest’ultima (1471), passò all’abbazia di Subiaco, che la tenne fino al 1753. In seguito condivise le sorti dello Stato Pontificio. Il toponimo, che è stato semplicemente Trevi fino al 1872, si rifà al nome dell’insediamento equo di TREBA, che a sua volta deriva da una base TREB–, ‘costruire’. Tra le numerose testimonianze di epoca romana sparse sul territorio comunale figurano l’arco di Trevi, che un tempo segnava il confine tra le terre degli equi e quelle degli ernici, i resti di un acquedotto e tracce di numerose ville. Nell’abitato, dominato dal castello Caetani, costruito nei secoli XII e XIII ma oggi diroccato, spiccano interessanti edifici religiosi: la collegiata di Santa Maria Assunta, eretta a cavallo dei secoli XV e XVI ma più volte rimaneggiata, la cappella della Madonna del Riposo e quella dedicata a San Sebastiano. Nel territorio comunale si trova anche un monastero benedettino.

La sua origine, assai antica, è attribuita agli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=EQUI'>equi</a>, antico popolo di cacciatori, pastori e piccoli proprietari terrieri; inizialmente essi intrattennero con Roma pacifici rapporti, poi il desiderio di pascoli migliori li spinse al conflitto; vennero però sconfitti e l’abitato fu ridotto a colonia. Nel V secolo divenne sede vescovile ma in seguito venne aggregata alla diocesi di Anagni. Dopo aver conteso all’<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ABBAZIADISUBIACO'>abbazia di Subiaco</a> il castello di Jenne nel 1113 –una lotta che non portò alla vittoria di alcuna delle due parti–, divenne feudo dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=CONTI'>Conti</a> e poi della famiglia <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=CAETANI'>Caetani</a>; cacciato l’ultimo esponente di quest’ultima (1471), passò all’<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ABBAZIADISUBIACO'>abbazia di Subiaco</a>, che la tenne fino al 1753. In seguito condivise le sorti dello <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=STATOPONTIFICIO'>Stato Pontificio</a>. Il toponimo, che è stato semplicemente Trevi fino al 1872, si rifà al nome dell’insediamento equo di TREBA, che a sua volta deriva da una base TREB–, ‘costruire’. Tra le numerose testimonianze di epoca romana sparse sul territorio comunale figurano l’arco di Trevi, che un tempo segnava il confine tra le terre degli equi e quelle degli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ERNICI'>ernici</a>, i resti di un acquedotto e tracce di numerose ville. Nell’abitato, dominato dal castello <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=CAETANI'>Caetani</a>, costruito nei secoli XII e XIII ma oggi diroccato, spiccano interessanti edifici religiosi: la collegiata di Santa Maria Assunta, eretta a cavallo dei secoli XV e XVI ma più volte rimaneggiata, la cappella della Madonna del Riposo e quella dedicata a San Sebastiano. Nel territorio comunale si trova anche un monastero <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=BENEDETTINO'>benedettino</a>.

Economia

La comunità conduce una vita dinamica nel rispetto delle tradizioni. Il turismo, sostenuto da un valido apparato ricettivo, costituisce senz’altro la principale voce dell’economia trebana, che può ancora fare affidamento sulle tradizionali attività rurali (zootecnia e silvicoltura); assai modesto è invece il ruolo assolto dal settore secondario nella formazione del reddito; sviluppato è il commercio, stimolato dal movimento turistico, e articolato il ventaglio dei servizi, tra cui figura il credito. La dotazione di strutture e servizi di pubblica utilità appare nel complesso commisurata alla consistenza demografica della comunità: quest’ultima può contare sugli ordinari uffici municipali e postali, su una stazione dei carabinieri e sulle scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado; mancano invece rilevanti strutture culturali e, per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, è disponibile la sola farmacia.

La comunità conduce una vita dinamica nel rispetto delle tradizioni. Il turismo, sostenuto da un valido apparato ricettivo, costituisce senz’altro la principale voce dell’economia trebana, che può ancora fare affidamento sulle tradizionali attività rurali (zootecnia e silvicoltura); assai modesto è invece il ruolo assolto dal settore secondario nella formazione del reddito; sviluppato è il commercio, stimolato dal movimento turistico, e articolato il ventaglio dei servizi, tra cui figura il credito. La dotazione di strutture e servizi di pubblica utilità appare nel complesso commisurata alla consistenza demografica della comunità: quest’ultima può contare sugli ordinari uffici municipali e postali, su una stazione dei carabinieri e sulle scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado; mancano invece rilevanti strutture culturali e, per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, è disponibile la sola farmacia.

Relazioni

È un ottimo punto di partenza per escursioni nel Parco regionale dei monti Simbruini e nella zona degli altopiani di Arcinazzo; anche il santuario della Santissima Trinità di Vallepietra (RM) e le stazioni sciistiche di Livata e Campo Staffi nonché le spettacolari cascate del fiume Aniene sono agevolmente raggiungibili. Il fascino della natura si coniuga all’interesse suscitato dalle numerose manifestazioni che si succedono nell’arco dell’anno: la sagra del sedano e della salsiccia (seconda domenica di ottobre), accompagnata da una mostra eno-gastronomica dei prodotti della zona del monte Pettino; le fiere del bestiame che si svolgono il 31 agosto e il 20 settembre; le feste di Sant’Antonio Abate (17 gennaio) e della Madonna di Loreto (10 dicembre). Il periodo estivo, inoltre, è animato dagli eventi compresi nell’”Agosto trebano”. Il Patrono San Pietro viene festeggiato il 29 agosto; per l’occasione si svolge una fiera e si corre un palio con cavalli maremmani.

È un ottimo punto di partenza per escursioni nel Parco regionale dei monti Simbruini e nella zona degli altopiani di Arcinazzo; anche il santuario della Santissima Trinità di Vallepietra (RM) e le stazioni sciistiche di Livata e Campo Staffi nonché le spettacolari cascate del fiume Aniene sono agevolmente raggiungibili. Il fascino della natura si coniuga all’interesse suscitato dalle numerose manifestazioni che si succedono nell’arco dell’anno: la sagra del sedano e della salsiccia (seconda domenica di ottobre), accompagnata da una mostra eno-gastronomica dei prodotti della zona del monte Pettino; le fiere del bestiame che si svolgono il 31 agosto e il 20 settembre; le feste di Sant’Antonio Abate (17 gennaio) e della Madonna di Loreto (10 dicembre). Il periodo estivo, inoltre, è animato dagli eventi compresi nell’”Agosto trebano”. Il Patrono San Pietro viene festeggiato il 29 agosto; per l’occasione si svolge una fiera e si corre un palio con cavalli maremmani.

Località

Altipiani di Arcinazzo, Campocatino, Monte Colonna-Campocatino

Altipiani di Arcinazzo, Campocatino, Monte Colonna-Campocatino

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Trevi nel Lazio rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.