Comune sparso di montagna, con sede a Scancio, sviluppatasi nel medioevo in un sito popolato fin dalla remota antichità; la sua economia è sostenuta dal turismo e dal relativo indotto, oltre che dalle residue attività rurali e da alcune iniziative in campo industriale. La comunità dei segonzanesi, con un indice di vecchiaia di poco superiore alla media, risiede per la maggior parte nel capoluogo comunale mentre per il resto si distribuisce nelle località di Gresta, Piazzo, Sevignano e Valcava, negli aggregati urbani elementari di Gaggio, Parlo, Prà, Quaras e Teaio e in alcune case sparse. La parte bassa del territorio comunale presenta il paesaggio tipico della Val di Cembra: campi terrazzati e coltivati prevalentemente a vite, che degradano dolcemente verso il torrente Avisio. Nel comprensorio segonzanese si trovano formazioni geologiche definite “piramidi di terra” o “omeni de tera” (uomini di terra): si tratta di pinnacoli creati dall’erosione, alti anche venti metri e talvolta sovrastati da un masso. Il profilo dell’abitato, su cui svetta la sagoma del campanile e della chiesa, è alquanto movimentato. Lo stemma comunale, partito, è stato concesso con Regio Decreto; sullo sfondo rosso e azzurro dei due campi spicca una sega da boscaiolo, d’argento, simbolo del comune; i colori dei campi ricordano i due comuni di Segonzano (rosso) e Sevignano (azzurro), fusi, con Regio Decreto del 1928, nell’unico comune denominato Segonzano.