Descrizione
Comune montano, di antiche origini, che accanto alle tradizionali attività agricole ha incrementato i servizi, in particolare quelli legati al turismo, con la realizzazione di numerose strutture residenziali ed alberghiere. I ramisetani, con un indice di vecchiaia straordinariamente elevato, sono distribuiti tra varie località, delle quali, oltre al capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, le più popolose sono Canova, Castagneto, Gazzolo, Miscoso, Succiso Nuovo, Montemiscoso e Taviano. Il territorio, soggetto a frane, comprende anche il lago Calamone; il suo profilo geometrico è irregolare, con variazioni altimetriche comprese tra i 380 e i 2.017 metri dell’Alpe di Succiso, ed offre un panorama molto suggestivo, con i suoi estesi boschi. L’abitato, interessato da una forte crescita edilizia, ha un andamento plano-altimetrico molto vario. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, raffigura, in campo aureo, una testa di cavallo baio accompagnata, in un cantone del capo, da due rami di faggio e di quercia posti in decusse. Sullo sfondo azzurro del capo, si rappresentano due montagne al naturale con le maiuscole V e C, d’oro.
Storia
Abitata fin dall’età paleolitica, come testimoniato dal rinvenimento nella zona di alcuni reperti archeologici, registrò nel corso dei secoli seguenti vari insediamenti, ma non dovette trattarsi di un popolamento stabile neppure in epoca romana. Il toponimo, Ramisseto nel XIV secolo, Ramacetum nel XV e Pieve San Vincenzo fino al 1873, deriva dal latino RAMUS, riferito all’estesa vegetazione boschiva del luogo. Feudo dei Vallisneri, agli inizi del Duecento si pose sotto la giurisdizione dell’episcopato reggiano, passando più tardi sotto l’influenza del comune di Reggio. Concessa dall’imperatore Federico II ai Terzi Cornazzani, fu al centro di ripetute contese per la definizione dei confini tra toscani, parmensi e reggiani, venendo assegnata in gran parte a questi ultimi verso la metà del 1400. Durante la signoria estense fu nuovamente infeudata ai Vallisneri, che ne conservarono il possesso fino all’abolizione dei feudi, sancita da Napoleone sul finire del XVIII secolo. Entrata definitivamente nel ducato di Modena e Reggio nel 1844, assunse l’autonomia amministrativa nel 1860. Tra i monumenti figurano: l’antica pieve di San Vincenzo, nell’omonima località; la pieve; la residenza degli ultimi Vallisneri e i ruderi del castello di Nigone; la torre di Montedello, con un portale della fine del Trecento; una quattrocentesca casa-torre a Gazzolo e le piccole costruzioni in pietra di Cecciola, risalenti al Medioevo.
Economia
L’economia locale non ha abbandonato l’agricoltura, pur registrando un sensibile calo degli addetti: si coltivano cereali, frumento e foraggi; è praticato anche l’allevamento di bovini, suini e caprini. L’industria è rappresentata da piccole aziende che operano nei comparti alimentare (tra cui il lattiero-caseario), edile e della fabbricazione di generatori e trasformatori elettrici. Il terziario si compone della rete commerciale (di dimensioni non rilevanti ma sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della comunità) e dell’insieme dei servizi, tra cui quello bancario. Nelle scuole del posto s’impartisce l’istruzione obbligatoria e non manca una biblioteca per l’arricchimento culturale. Buona è la dotazione di strutture ricettive, che offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno; quelle sanitarie assicurano il servizio farmaceutico. A completamento del quadro delle strutture si aggiungono varie piste da sci sia di fondo che da discesa.
Relazioni
Luogo di villeggiatura, che offre a quanti vi si rechino la possibilità di trascorrervi piacevoli soggiorni, godendo delle bellezze dell’ambiente naturale e praticandovi sport invernali, è poco frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive non hanno ancora raggiunto livelli tali da consentire un maggior assorbimento di manodopera; diffuso è invece il pendolarismo verso le aree più industrializzate. I suoi rapporti, alquanto rilevanti, con i comuni vicini, ai quali la popolazione si rivolge per l’istruzione secondaria di secondo grado e i servizi non forniti sul posto, si intensificano in occasione di alcuni appuntamenti consueti, quali la fiera del cavallo del Ventasso, a maggio, e la festa del fungo, a settembre. I Patroni sono i Santi Cipriano e Giustina, la cui festa si celebra il 26 settembre.
Località
Braglie, Camporella, Canova, Casalobbio, Castagneto, Cecciola, Cerreggio, Enzano, Fornolo, Gazzolo, La Costa, Lugolo, Masere, Miscoso, Montedello, Montemiscoso, Nigone, Pieve San Vincenzo, Poviglio, Succiso, Succiso Inferiore, Succiso Nuovo, Taviano, Tegge, Temporia, Ventasso
- Popolazione 1.260
- Lat 44° 24' 43,18'' 44.41199444
- Long 10° 16' 41,55'' 10.27820833
- CAP 42030
- Prefisso 0522
- Codice ISTAT 035031
- Codice Catasto G654
- Altitudine slm 781 mt
- zona clim./gradi giorno
Riscaldamento: nessun limite F/3299 - Superficie 98.24 Km2
- Densità 12,83 ab/Km2
- Sismicità Zona 2
- Alba 07:31
- Tramonto 16:40