Descrizione

Centro di pianura, di origine antica, con un’economia basata su attività agricole e industriali. I morteglianesi, che presentano un elevato indice di vecchiaia, sono distribuiti tra il capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, varie case sparse e le località di Chiasellis e Lavariano. Il territorio ha un profilo geometrico molto regolare, con differenze di altitudine lievi, che imprimono all’abitato, interessato da espansione edilizia, un andamento plano-altimetrico completamente pianeggiante. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, si compone di due fasce argentee su sfondo rosso.

Centro di pianura, di origine antica, con un’economia basata su attività agricole e industriali. I morteglianesi, che presentano un elevato indice di vecchiaia, sono distribuiti tra il capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, varie case sparse e le località di Chiasellis e Lavariano. Il territorio ha un profilo geometrico molto regolare, con differenze di altitudine lievi, che imprimono all’abitato, interessato da espansione edilizia, un andamento plano-altimetrico completamente pianeggiante. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, si compone di due fasce argentee su sfondo rosso.

Storia

I primi insediamenti nella zona risalgono probabilmente all’età del bronzo; a questi ne subentrarono altri di celti e romani, come testimoniato dal rinvenimento di alcuni reperti archeologici e dall’etimologia del toponimo, derivante dal nome latino di persona MORTELIUS, antico colono che ebbe in affidamento il luogo. Con la caduta dell’impero romano si aprì alle invasioni barbariche, subendo saccheggi e distruzioni, al pari del resto del Friuli. Per ridar vita alle campagne, abbandonate a seguito delle devastanti incursioni degli ungari, il patriarca di Aquileia ricorse a immigrazioni forzate di popolazioni slave. Intorno al secolo XI entrò a far parte delle proprietà del patriarcato, venendo infeudata, nella prima metà del Trecento, alla famiglia degli Strassoldo. Coinvolta nei decenni successivi nelle lotte tra i potenti signori della zona e in quelle tra le comunità di Udine e Cividale, nel 1420 passò sotto la Repubblica di Venezia, che ne investì i conti di Gorizia. Terra povera, sconvolta da guerre e pestilenze, nel 1797 fu assoggettata alla dominazione austriaca, sotto la quale registrò un certo sviluppo delle attività agricole. Alla parentesi napoleonica e alla restaurazione austriaca seguì l’annessione all’Italia, nel 1866. Dopo la rotta di Caporetto, il 30 ottobre del 1917 nei suoi dintorni si svolse una cruenta battaglia, che permise alla III Armata di attraversare il fiume Tagliamento, evitando di essere accerchiata dalle truppe austro-ungariche. Notevoli furono i danni provocati anche dai bombardamenti dell’ultimo conflitto mondiale. Tra i monumenti spicca il Duomo, dedicato ai Santi Pietro e Paolo; il suo campanile, costruito sul finire degli anni Cinquanta, è il più alto d’Italia e il terzo d’Europa. Degne di nota, inoltre, sono: la chiesa della Santissima Trinità, del Seicento, e la chiesetta di San Nicolò, risalente forse all’inizio del secolo XI.

I primi insediamenti nella zona risalgono probabilmente all’età del bronzo; a questi ne subentrarono altri di celti e romani, come testimoniato dal rinvenimento di alcuni reperti archeologici e dall’etimologia del toponimo, derivante dal nome latino di persona MORTELIUS, antico colono che ebbe in affidamento il luogo. Con la caduta dell’impero romano si aprì alle invasioni barbariche, subendo saccheggi e distruzioni, al pari del resto del Friuli. Per ridar vita alle campagne, abbandonate a seguito delle devastanti incursioni degli ungari, il patriarca di Aquileia ricorse a immigrazioni forzate di popolazioni slave. Intorno al secolo XI entrò a far parte delle proprietà del patriarcato, venendo infeudata, nella prima metà del Trecento, alla famiglia degli Strassoldo. Coinvolta nei decenni successivi nelle lotte tra i potenti signori della zona e in quelle tra le comunità di Udine e Cividale, nel 1420 passò sotto la Repubblica di Venezia, che ne investì i conti di Gorizia. Terra povera, sconvolta da guerre e pestilenze, nel 1797 fu assoggettata alla dominazione austriaca, sotto la quale registrò un certo sviluppo delle attività agricole. Alla parentesi napoleonica e alla restaurazione austriaca seguì l’annessione all’Italia, nel 1866. Dopo la rotta di Caporetto, il 30 ottobre del 1917 nei suoi dintorni si svolse una cruenta battaglia, che permise alla III Armata di attraversare il fiume <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=FVG&parola=TAGLIAMENTO'>Tagliamento</a>, evitando di essere accerchiata dalle truppe austro-ungariche. Notevoli furono i danni provocati anche dai bombardamenti dell’ultimo conflitto mondiale. Tra i monumenti spicca il Duomo, dedicato ai Santi Pietro e Paolo; il suo campanile, costruito sul finire degli anni Cinquanta, è il più alto d’Italia e il terzo d’Europa. Degne di nota, inoltre, sono: la chiesa della Santissima Trinità, del Seicento, e la chiesetta di San Nicolò, risalente forse all’inizio del secolo XI.

Economia

L’economia locale, che non ha abbandonato l’agricoltura, si avvale, tra l’altro, di coltivazioni di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite e frutta; è praticato anche l’allevamento di bovini, suini, caprini, equini e avicoli. L’industria, di piccole e medie dimensioni, è costituita da aziende che operano nei comparti alimentare (tra cui il lattiero-caseario), chimico, metalmeccanico, edile, della produzione di laterizi, del legno, della tipografia, della gioielleria e oreficeria nonché della fabbricazione di mobili, moto e biciclette. È presente il servizio bancario. Una buona rete commerciale completa il quadro delle attività terziarie. Priva di servizi pubblici particolari, registra tra le strutture sociali una casa di riposo. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione obbligatoria; non manca una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno; quelle sanitarie assicurano il servizio farmaceutico.

L’economia locale, che non ha abbandonato l’agricoltura, si avvale, tra l’altro, di coltivazioni di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite e frutta; è praticato anche l’allevamento di bovini, suini, caprini, equini e avicoli. L’industria, di piccole e medie dimensioni, è costituita da aziende che operano nei comparti alimentare (tra cui il lattiero-caseario), chimico, metalmeccanico, edile, della produzione di laterizi, del legno, della tipografia, della gioielleria e oreficeria nonché della fabbricazione di mobili, moto e biciclette. È presente il servizio bancario. Una buona rete commerciale completa il quadro delle attività terziarie. Priva di servizi pubblici particolari, registra tra le strutture sociali una casa di riposo. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione obbligatoria; non manca una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno; quelle sanitarie assicurano il servizio farmaceutico.

Relazioni

È poco frequentata anche per lavoro, in quanto le sue attività produttive assorbono in prevalenza manodopera locale. I rapporti con il circondario, cui la popolazione si rivolge per l’istruzione secondaria di secondo grado e i servizi non disponibili sul posto, sono piuttosto intensi e favoriti da un agevole sistema di comunicazioni. La festa del Patrono, San Paolo, si celebra il 25 gennaio.

È poco frequentata anche per lavoro, in quanto le sue attività produttive assorbono in prevalenza manodopera locale. I rapporti con il circondario, cui la popolazione si rivolge per l’istruzione secondaria di secondo grado e i servizi non disponibili sul posto, sono piuttosto intensi e favoriti da un agevole sistema di comunicazioni. La festa del Patrono, San Paolo, si celebra il 25 gennaio.

Località

Chiasellis, Lavariano

Chiasellis, Lavariano

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Mortegliano rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.