Descrizione
Piccola comunità di montagna di assetto tipicamente medievale. Nonostante lo scarso sviluppo dell’economia, sono da segnalare una tradizione agricola ancora molto viva e una certa attività industriale. La comunità dei frazenati e vanati, che lascia registrare un indice di vecchiaia inferiore alla media, è concentrata nel capoluogo comunale, composto dalle due località indicate dal toponimo, situate a una certa distanza l’una dall’altra. Solo alcune case sparse ospitano la restante parte della popolazione. Il territorio comunale possiede un profilo geometrico caratterizzato da variazioni altimetriche molto accentuate, con un dislivello fra altitudine minima e massima che supera i 1.000 metri. Il solo abitato invece, sebbene addossato a notevoli rilievi, deve alle sue piccole dimensioni una certa regolarità nell’andamento altimetrico. L’abitato di Ivano si stringe ai piedi del castello omonimo, quello di Fracena si trova più a oriente, ai piedi delle Masgere, frutto delle frane del Monte Lefre. In ambedue si registra una certa espansione edilizia.
Storia
Due diverse etimologie per i due toponimi, il primo dei quali è legato al nome di una famiglia, anche se non è chiaro se questa abbia preso il nome dal borgo o viceversa. Diverse sono le ipotesi circa la sua etimologia: potrebbe derivare da un personale latino, non ancora individuato, o da un antroponimico germanico quale “Ivo” o “Iva”. È attestato per la prima volta nel 1190 già come “Ivano”. Il secondo toponimo deriverebbe da un *fractiare, da ricollegare con FRACTA ‘rotta, distrutta’ e quindi con il toponimo Fratta e con il suffisso -éna, di origine prelatina: più che al tipo di vegetazione (“fratta”) ci si riferirebbe agli esiti di una distruzione. Le sue origini più remote si fanno risalire a un insediamento di età antica se non addirittura preistorico; la colonizzazione longobarda è sicuramente precedente al 590. Nel castello omonimo pare risiedessero Templari e Benedettini, che però cedettero il posto, nel 1187, ai signori D’Ivano, che erano feudatari del principato vescovile di Feltre. A loro volta questi furono sostituiti dai signori di Castelnuovo Caldonazzo nel Trecento. Biagio I e Biagio II furono signori del castello forse grazie all’alleanza con gli Scaligeri, nuovi dominatori della Valsugana. Nel Seicento viene data in feudo ai Wolkenstein Rodenegg. La chiesa di S. Giuseppe Operaio, sede di parrocchia, costruita fra il 1920 e il 1922, ospita un crocifisso in bronzo che pesa oltre tre quintali. La chiesa di S. Vendemiano è menzionata per la prima volta nel 1531 ed è stata ricostruita, per volere dei Wolkenstein Rodenegg, fra il 1608 e il 1627. Il mastio del castello è a pianta quadrangolare ed è di stile gotico come il resto dell’edificio. Questo assetto è dovuto alla riedificazione avvenuta nel XV secolo, mentre il “Palazzo di qua” e il “Palazzo di là”, le due parti in cui è diviso l’edificio, conservano elementi romanici. Nei locali che prima corrispondevano alle scuderie attualmente ospita un’ampia sala congressi.
Economia
L’economia è poco sviluppata in tutti i settori, anche se tuttora si coltivano foraggere, vigneti e frutteti, che caratterizzano il paesaggio, e si allevano bovini, caprini, equini e avicoli. L’unico comparto industriale che si fa segnalare per un certo sviluppo è quello edile, probabilmente in relazione all’espansione edilizia che interessa il territorio. La rete commerciale e dei servizi è modesta ma riesce a soddisfare le esigenze della comunità locale. Per tutti i gradi e livelli di istruzione scolastica è necessario spostarsi: non sono presenti infatti neanche le scuole materne ed elementari. Assenti anche strutture culturali, sportive e sanitarie, mentre si registra una presenza, seppure modesta, di strutture alberghiere.
Relazioni
Le ragioni del movimento, anche pendolare, verso l’esterno sono tutte da ricercare nella necessità di accedere a strutture e servizi mancanti sul posto. La ragione principale che invece porta qui visitatori esterni è la bellezza del territorio, unita al valore architettonico e storico del castello, la cui sala convegni è utilizzata per congressi anche di livello internazionale. È possibile inoltre effettuare escursioni e passeggiate nella natura incontaminata in cui la piccola comunità è immersa. Oltre ai festeggiamenti patronali, non si rilevano ulteriori ricorrenze, manifestazioni, sagre o eventi in grado di richiamare da soli visitatori esterni e turisti. Il Patrono è S. Giuseppe Lavoratore, festeggiato il primo maggio; il giorno di astensione dal lavoro è il secondo lunedì di luglio, quando a Borgo Valsugana si festeggia S. Prosperetto.
Località
- Popolazione 339
- Lat 46° 3' 25,23'' 46.05700833
- Long 11° 31' 50,16'' 11.53060000
- CAP 38059
- Prefisso 0461
- Codice ISTAT 022099
- Codice Catasto E378
- Altitudine slm 452 mt
- zona clim./gradi giorno
Riscaldamento: nessun limite F/3096 - Superficie 6.14 Km2
- Densità 55,21 ab/Km2
- Sismicità Zona 3
- Alba 07:29
- Tramonto 16:31