Descrizione

Piccola comunità di montagna, che basa la propria economia soprattutto sulle tradizionali attività silvo-pastorali, non avendo mai avuto la possibilità di incrementare l'industria. La comunità degli introzzesi presenta un indice di vecchiaia eccezionalmente superiore alla media, raramente riscontrabile in altre realtà comunali, ed abita esclusivamente nel capoluogo comunale, che fa registrare una forte espansione edilizia; l'area territoriale comprende anche le località di Monte Lavadè, Roccoli-Lorla e Subiale. Il territorio comunale presenta un profilo geometrico assai irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate che oscillano tra i 343 metri ed i 1.714 metri sul livello del mare.

Piccola comunità di montagna, che basa la propria economia soprattutto sulle tradizionali attività silvo-pastorali, non avendo mai avuto la possibilità di incrementare l'industria. La comunità degli introzzesi presenta un indice di vecchiaia eccezionalmente superiore alla media, raramente riscontrabile in altre realtà comunali, ed abita esclusivamente nel capoluogo comunale, che fa registrare una forte espansione edilizia; l'area territoriale comprende anche le località di Monte Lavadè, Roccoli-Lorla e Subiale. Il territorio comunale presenta un profilo geometrico assai irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate che oscillano tra i 343 metri ed i 1.714 metri sul livello del mare.

Storia

Alcuni studiosi di toponomastica ritengono che l'etimologia del nome derivi dal peggiorativo del termine "antro", cioè "antrozzo"; altri invece sostengono che derivi dal latino INTROGIUM e cioè la tassa che veniva pagata da uno straniero che si stabiliva in un nuovo territorio. In passato la valle, in cui, durante la prima guerra mondiale, fu costruita una strada che collegava Dervio ad Introzzo, era transitata da quelli che andavano in Valsassina, provenienti dal Lario e perciò era protetta dal castello di Dervio e dalla torre di Pagnona. Nel XV secolo un gruppo di valsassinesi, con a capo Franchino Rusca, si diresse in aiuto delle truppe ducali milanesi contro i veneziani. Sin dall'inizio del XV secolo fu feudo della famiglia Rusconi. Nel XVI secolo fu bruciata e saccheggiata da Francesco Morone di Lecco, che era accorso in aiuto della famiglia Sforza contro i francesi. Intorno alla metà del XVI secolo il feudo passò nelle mani della famiglia Sfrondati. La piccola chiesa di Sant'Antonio Abate è stata più volte ritoccata, presentandosi oggi in stile settecentesco, anche se nella parte destra dell'edificio ci sono ancora le originarie "fenestrature" e tracce di affreschi. Questa chiesa fa parte della parrocchia dedicata a S. Martino, che si trova vicino al bivio che porta a Sueglio. A partire dal XV secolo ebbe inizio un ingente fenomeno migratorio verso le aree più ricche del Milanese, fenomeno che si è ridotto soltanto in tempi più recenti.

Alcuni studiosi di toponomastica ritengono che l'etimologia del nome derivi dal peggiorativo del termine "antro", cioè "antrozzo"; altri invece sostengono che derivi dal latino INTROGIUM e cioè la tassa che veniva pagata da uno straniero che si stabiliva in un nuovo territorio. In passato la valle, in cui, durante la prima guerra mondiale, fu costruita una strada che collegava Dervio ad Introzzo, era transitata da quelli che andavano in Valsassina, provenienti dal <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=LARIO'>Lario</a> e perciò era protetta dal castello di Dervio e dalla torre di Pagnona. Nel XV secolo un gruppo di valsassinesi, con a capo Franchino Rusca, si diresse in aiuto delle truppe ducali milanesi contro i veneziani. Sin dall'inizio del XV secolo fu feudo della famiglia Rusconi. Nel XVI secolo fu bruciata e saccheggiata da Francesco Morone di Lecco, che era accorso in aiuto della famiglia <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=SFORZA'>Sforza</a> contro i francesi. Intorno alla metà del XVI secolo il feudo passò nelle mani della famiglia Sfrondati. La piccola chiesa di Sant'Antonio Abate è stata più volte ritoccata, presentandosi oggi in stile settecentesco, anche se nella parte destra dell'edificio ci sono ancora le originarie "fenestrature" e tracce di affreschi. Questa chiesa fa parte della parrocchia dedicata a S. Martino, che si trova vicino al bivio che porta a Sueglio. A partire dal XV secolo ebbe inizio un ingente fenomeno migratorio verso le aree più ricche del Milanese, fenomeno che si è ridotto soltanto in tempi più recenti.

Economia

Ospita i consueti uffici municipali e postali. Alle ormai tradizionali attività silvo-pastorali, comprendenti l'allevamento di bovini, ovini e caprini, si è aggiunto, anche se in misura assai poco rilevante, il turismo che, lentamente, si sta sviluppando soprattutto grazie alle bellezze naturalistiche di questo territorio. L'industria è presente, ma in misura assai poco rilevante, nel comparto tessile e in quello edile. Il terziario si compone soltanto della normale rete distributiva, tendente a soddisfare appieno le esigenze primarie della comunità, mentre mancano servizi sociali di una qualche rilevanza. Totalmente assenti le strutture scolastiche, per cui si è costretti a far riferimento ai centri vicini; le attività ricettive sono costituite da esercizi di ristorazione e di soggiorno. Manca la farmacia e per qualsiasi esigenza di carattere sanitario bisogna rivolgersi altrove.

Ospita i consueti uffici municipali e postali. Alle ormai tradizionali attività silvo-pastorali, comprendenti l'allevamento di bovini, ovini e caprini, si è aggiunto, anche se in misura assai poco rilevante, il turismo che, lentamente, si sta sviluppando soprattutto grazie alle bellezze naturalistiche di questo territorio. L'industria è presente, ma in misura assai poco rilevante, nel comparto <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=TESSILE'>tessile</a> e in quello edile. Il terziario si compone soltanto della normale rete distributiva, tendente a soddisfare appieno le esigenze primarie della comunità, mentre mancano servizi sociali di una qualche rilevanza. Totalmente assenti le strutture scolastiche, per cui si è costretti a far riferimento ai centri vicini; le attività ricettive sono costituite da esercizi di ristorazione e di soggiorno. Manca la farmacia e per qualsiasi esigenza di carattere sanitario bisogna rivolgersi altrove.

Relazioni

I rapporti con i centri vicini non sono particolarmente rilevanti, anche se si registra un certo movimento turistico, determinato dalle bellezze della montagna (dalla vetta del Legnoncino le quote scendono in una vasta area fruibile turisticamente, per poi risalire, ad oriente, verso la vetta del Legnone, che supera i 2.600 metri). Nonostante ciò, la popolazione è in continua diminuzione; i giovani preferiscono spostarsi verso i centri vicini, dove, tra l'altro, hanno la possibilità di studiare senza essere costretti a faticosi spostamenti quotidiani. Il Patrono, Sant'Antonio Abate, viene festeggiato il 17 gennaio.

I rapporti con i centri vicini non sono particolarmente rilevanti, anche se si registra un certo movimento turistico, determinato dalle bellezze della montagna (dalla vetta del Legnoncino le quote scendono in una vasta area fruibile turisticamente, per poi risalire, ad oriente, verso la vetta del Legnone, che supera i 2.600 metri). Nonostante ciò, la popolazione è in continua diminuzione; i giovani preferiscono spostarsi verso i centri vicini, dove, tra l'altro, hanno la possibilità di studiare senza essere costretti a faticosi spostamenti quotidiani. Il Patrono, Sant'Antonio Abate, viene festeggiato il 17 gennaio.

Località

Monte Lavadè

Monte Lavadè