Descrizione
Piccola comunità di montagna di assetto medievale le cui origini risalgono ad età antica. Il fattore trainante dell’economia locale è l’attività industriale. La comunità dei donesi, che lascia registrare un indice di vecchiaia nella media, predilige l’insediamento concentrato. È comunque in atto una forte espansione edilizia che probabilmente muterà questo assetto urbanistico. Il profilo geometrico dell’intero territorio comunale è caratterizzato da variazioni altimetriche molto accentuate, andando da un minimo di 786 metri a un massimo di 2.095 metri sul livello del mare, che fa registrare il Monte La Cerva (area speciale). Questo dislivello è dovuto all’alternarsi di vallate, altipiani e rilievi. Il solo abitato, trovandosi proprio su uno di questi altipiani, gode di una lieve pendenza, anche se raggiunge un’altitudine non modesta.
Storia
L’etimologia del toponimo rimanda al fitonimo latino ALNUS ‘alno, ontano’, con agglutinazione della preposizione DE. La prima attestazione è “de Auno” del 1191. Come per molti dei centri della zona, faceva parte, in età romana, del territorio degli Anauni, di cui Cles era il punto di riferimento politico. L’Università delle ville di Roméno, Don e Amblàr era una Comunità, menzionata per la prima volta nel 1298, destinata alla custodia e alla gestione del Monte Roen. Ogni anno venivano infatti eletti 4 regolani e 2 custodi detti “gazzari”. Nel 1614, in un periodo quindi in cui i tribunali dell’Inquisizione erano particolarmente attivi in tutta Europa, dieci persone vennero qui mandate al rogo con l’accusa di stregoneria. Come narra la leggenda, del resto, il Monte Roen sarebbe stato sede di riti sabbatici. La chiesa di Santa Brigida, costruita nel ‘500, fu riedificata nel 1873 e dell’antico edificio è rimasta solo l’abside, che oggi è una cappella cimiteriale. Nei pressi del cimitero si trova il campanile, che quindi non fa corpo unico con la chiesa. Questa divenne sede parrocchiale nel 1922. Due gli edifici civili di maggior rilevanza dal punto di vista artistico e architettonico: Casa Simbeni e il palazzo degli Endici, risalente al ‘700 e impreziosito, sulla facciata, da un affresco raffigurante un tema sacro.
Economia
È praticamente assente l’agricoltura, mentre è tuttora abbondantemente praticato l’allevamento di bovini, suini e avicoli, grazie soprattutto alla predisposizione del territorio, ricco di pascoli. Il settore industriale, più sviluppato, si fa segnalare principalmente nei comparti del legno, della fabbricazione di macchinari destinati a uso agricolo e ovviamente, vista la forte espansione in atto, nel comparto edile. La rete commerciale e dei servizi è modesta: assenti il servizio bancario e le strutture sociali, culturali e sanitarie così come sono assenti le strutture scolastiche di ogni grado. È quindi indispensabile spostarsi nei centri vicini anche per ottenere l’istruzione primaria. Presenti invece strutture per la ristorazione e per il soggiorno, che insieme all’espansione edilizia di carattere turistico sono un segnale di apertura verso questo nuovo settore.
Relazioni
Il principale motivo che attrae i visitatori in questi luoghi è il turismo che, sebbene non molto sviluppato, è una risorsa apprezzabile. Il territorio è caratterizzato dal tipico paesaggio della Val di Non, costituito da pascoli, vallate, altipiani, zone boscose e grandi rilievi. Proprio questi ultimi risultano essere il maggior richiamo, essendo meta di escursioni da parte degli appassionati della montagna. Due i possibili itinerari: partendo dal santuario di S. Romedio si giunge qui con un’ora e mezza di cammino seguendo un sentiero che attraversa zone rocciose e la Valfredda; partendo invece proprio dai dintorni dell’abitato si sale, anche qui in un’ora e mezza, alla “Plaza de la Ciasa” e al Baito del Vescovo, che si trova a 1.438 metri sul livello del mare. Durante il periodo estivo è possibile assistere a svariate manifestazioni folcloristiche, avendo modo di scoprire le tradizioni e le usanze del luogo. Una di queste occasioni è quella del Falò, che si tiene il primo sabato di agosto. Nella domenica successiva al 16 luglio, giorno in cui si celebra la Madonna del Carmine, si tengono i festeggiamenti in onore di quest’ultima. La Patrona è la Madonna del Carmine, che si festeggia la terza domenica di luglio.
Località
La Cerva
- Popolazione 274
- Lat 46° 23' 20,3'' 46.38889722
- Long 11° 8' 11,68'' 11.13657778
- CAP 38010
- Prefisso 0463
- Codice ISTAT 022076
- Codice Catasto D336
- Altitudine slm 971 mt
- zona clim./gradi giorno
Riscaldamento: nessun limite F/3906 - Superficie 5.34 Km2
- Densità 51,31 ab/Km2
- Sismicità Zona 4
- Alba 07:31
- Tramonto 16:31