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Descrizione

Piccola comunità montana, di probabili origini medievali; ha un’economia basta su modeste attività industriali e sul turismo. I campigliesi, il cui indice di vecchiaia è particolarmente elevato, vivono per circa la metà nel capoluogo comunale; la parte restante della popolazione risiede invece in minuscoli aggregati urbani, nonché in case sparse. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate ed è occupato da un susseguirsi di massicci rocciosi incisi da verdi valli; qui sorgono pittoreschi laghetti e scorrono copiosi torrenti montani. Alle alte quote i boschi di conifere, faggi e betulle, sotto cui spuntano albatrelli, pinarelli e finferle, contendono lo spazio a verdi pascoli alpini screziati da crochi, soldanelle, genzianelle, narcisi, primule, antennarie e anemoni. L’abitato, situato a ridosso di una dorsale montuosa, è lambito dalle acque del torrente Cervo e presenta una pianta di forma allungata disposta ai lati di una strada secondaria. Nello stemma comunale, concesso con Regio Decreto, si raffigura, in campo rosso, una daga romana, d’argento, posta in palo e sormontata dalla leggenda: CAMPILIA BUGELLENSIUM. La redazione non ne ha ottenuto l’autorizzazione alla riproduzione.

Storia

Il toponimo deriva dalla forma latina “Campila”, un plurale neutro collettivo in -ILA discendente dal sostantivo CAMPUS; indicherebbe, pertanto, una originaria proprietà comune di terre destinate alla coltura; il determinante allude invece all’omonimo torrente che scorre in prossimità dell’abitato. Compresa fin dal Medioevo nei territori della vicina Andorno, ne seguì a lungo le vicende storiche e politiche, finché, nel 1694, assurse ad una certa importanza divenendo il centro della comunità della valle d’Andorno; in essa si radunavano regolarmente, per ragioni amministrative, i rappresentanti dei diversi cantoni in cui era suddiviso il territorio. A causa dei difficili collegamenti, i singoli comuni domandarono al duca di Savoia di essere sciolti dalla comunità, ottenendo, intorno al 1700, l’indipendenza. Inglobata tra i possedimenti di Maurizio Andrea Mocchia, fu innalzata, sotto la sua signoria, a marchesato (1721). La parrocchiale, dedicata a San Martino (XVI secolo) venne ricostruita in epoca barocca, ma conserva la facciata rinascimentale e un bel portale. Oltre ai numerosissimi oratori che costellano le zone limitrofe, merita una visita anche il santuario di San Giovanni d’Andorno, situato sul monte Tovo e comprendente diverse parti: la chiesa, ornata dagli splendidi marmi di Massucco, dal portale con medaglioni in bronzo di Gaetano Cellini, dagli affreschi della sacrestia e da preziosi arredi sacri; il campanile, con una bella campana del 1764 e l’ospizio di San Giovanni che, originariamente, comprendeva una scuola e un collegio. Interessanti sono anche le cinque cappelle dislocate lungo la ripida strada sterrata che conduce al santuario, testimonianze della religiosità popolare.

Economia

È sede della Comunità montana e di Pro Loco. La popolazione campigliese, dedita solo in minima parte al settore primario, che è presente con l’allevamento di avicoli, è economicamente sostenuta dal turismo estivo e dal settore secondario; quest’ultimo è rappresentato da poche piccole imprese a carattere artigianale, attive nei tradizionali comparti tessile, della lavorazione della pietra, delle confezioni e alimentare. Il terziario, che include servizi più qualificati, come quello bancario, annovera una rete commerciale commisurata alle esigenze primarie della comunità. Ospita la scuola materna ed elementare ma manca di altre strutture preposte alla diffusione della cultura. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. L’assenza di una farmacia rende necessario rivolgersi altrove anche per i servizi sanitari di base.

Relazioni

Immersa in uno scenografico paesaggio montano, è molto frequentata dagli amanti della natura. Base ideale per numerose escursioni nelle vicinanze, che permettono di raggiungere i passi che hanno accesso pedonale alle vallate confinanti e soprattutto nell’Oasi Zegna. È inserita anche nell’itinerario “Le vie della fede” (un percorso ideale che porta a conoscere i santuari sparsi nel territorio provinciale). Altro motivo di richiamo è la vicinanza al santuario della Madonna di Oropa che con la funivia si collega al monte Mucrone, dove è possibile praticare lo sci da discesa e da fondo. Un suggestivo fascino viene esercitato sui turisti dall’antica lingua “la bürsch”, ancora parlata. Non si segnalano manifestazioni di rilievo. Il Patrono, San Giuseppe, si festeggia il 19 marzo.

Località

Forgnengo, Ospizio San Giovanni, Piaro, Valmosca

INFO
  • Popolazione 161
  • Lat 45° 39' 44,84'' 45.66245556
  • Long 7° 59' 56,68'' 7.99907778
  • CAP 13812
  • Prefisso 015
  • Codice ISTAT 096011
  • Codice Catasto B508
  • Altitudine slm 775 mt
  • zona clim./gradi giorno
    Riscaldamento: nessun limite
    F/3312
  • Superficie 11.69 Km2
  • Densità 13,77 ab/Km2
  • Sismicità Zona 4
  • Alba 07:41
  • Tramonto 16:46
Contatti
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ASSOCIAZIONE AMICI DI SAN GIOVANNILOCALITA' SAN GIOVANNI SANTUARIO
FONDAZIONE OPERA PIA LAICALE S. GIOVANNI D'ANDORNOVIA SANTUARIO SAN GIOVANNI D'ANDORN
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