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Descrizione

Comune di montagna di origini medievali con secolari tradizioni agricole. Più della metà dei brezziani, che fanno rilevare un indice di vecchiaia chiaramente superiore alla media, è concentrata nella popolosa località di Arsio; gli altri si distribuiscono tra il capoluogo comunale, la località di Salobbi, l’aggregato urbano elementare di Camalez e poche case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico con variazioni altimetriche molto accentuate. L’abitato, impreziosito dalle caratteristiche facciate affrescate, sorge su un’amena pianura situata tra le montagne del Brenta, all’ombra delle vette dell’Adamello e della Presanella. Il paesaggio è tipicamente montano, con ampie macchie di bosco e prati verdeggianti. Lo stemma comunale, partito, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica. Sullo sfondo dorato del primo campo spicca un’aquila nera; la seconda sezione si compone di due pali azzurri alternati a due pali dorati.

Storia

Il toponimo, attestato per la prima volta nel 1518 come “Brescio”, si potrebbe ricondurre al personale latino BRAETIUS, sebbene l’assenza di documentazione antica e la presenza, invece, di riferimenti alla sua parrocchia in documenti del 1105 suggeriscano un’origine medievale dell’insediamento. I rinvenimenti archeologici testimoniano un’intensa frequentazione di questi luoghi già tra l’età del bronzo e quella del ferro. Sin dal XII secolo la sua storia si intreccia a quella dei conti d’Arsio, ai quali furono riconosciuti numerosi privilegi, tra cui quello di giurisdizione, conservati fino all’Ottocento. A partire dall’alto medioevo fino al 1894, a un collegio formato da tutti i capofamiglia, guidati dal più anziano conte dei d’Arsio, fu affidato il compito di amministrare i beni comuni e la vita sociale della comunità. Regola era il nome di questo organo e delle norme da esso emesse. La più antica “Carta di Regola” conservatasi risale al 1492. Alla fine del XIX secolo gran parte della sua popolazione si vide costretta all’emigrazione. La creazione di cooperative, di una cassa rurale e consorzi riavviò finalmente l’economia e, insieme al miglioramento della rete dei trasporti, favorì il passaggio da un’economia di sussistenza a una basata sul commercio. La chiesa parrocchiale è quella di S. Floriano, ricostruita nel XVI secolo in stile gotico sui resti dell’antica pievana, citata nei documenti già nel XIII secolo. Solitaria in posizione elevata si erge, invece, la chiesa della Natività, risalente al XVI secolo. Castel Sant’Anna, antica sede dei conti D’Arsio, è oggi dimora di contadini, mentre Castel San Giovanni, ricostruito nel XVI secolo, ricco di stucchi e affreschi di epoca barocca, conserva ancora ricordo del suo antico splendore. Di grande interesse artistico sono anche le antiche case nobiliari, con portali blasonati e facciate affrescate.

Economia

Da sempre il settore primario e in particolar modo, a partire dalla fine del XIX secolo, la frutticoltura costituisce la base della sua economia. Nel corso degli anni si è assistito a una progressiva specializzazione della produzione che ha portato alla scelta, comune a tutto il territorio della Val di Non, della monocoltura delle mele. L’introduzione di sempre più sofisticate tecniche di produzione, dalla meccanizzazione del raccolto all’irrigazione a pioggia, ha incrementato notevolmente i redditi legati a questa attività. Anche il settore industriale, presente nei comparti della lavorazione e conservazione della frutta, edile, della lavorazione del legno, alimentare, offre discrete possibilità d’impiego. Delle antiche tradizioni artigianali si conserva ancora quella della lavorazione di oggetti in legno intagliato. Per quanto riguarda il comparto del turismo, le attività ad esso connesso sono particolarmente floride: si offre la possibilità sia di soggiorno che di ristorazione. Sufficientemente sviluppate si presentano sia la rete commerciale che quella dei servizi: è assicurato, tra gli altri, il servizio bancario. Le strutture scolastiche consentono la sola istruzione di primo grado. Sul posto non è garantito il servizio sanitario.

Relazioni

Tra gli itinerari per gli appassionati di trekking si segnalano quelli che conducono ai biotopi Palù Longia, nell’alta Val di Non, tra boschi di conifere, Palù Tremole, circondato, invece, da boschi di aghifoglie, e le torbiere di Monte Sous, aree di grande interesse botanico in cui si possono ammirare rare specie vegetali, quali la viola palustre, i pennacchi guainati, l’andromeda e animali di piccole dimensioni come il tritone alpestre, la rana temporaria e la lucertola vivipara. La cucina locale propone numerose specialità, in cui le tradizioni gastronomiche italiane si fondono con quelle austro-tirolesi. Solo nella Val di Non, inoltre, si produce il Groppello, un vino creato con una varietà autoctona d’uva. Il Patrono S. Floriano si festeggia il 4 maggio.

Località

Arsio, Carnalez, Monte Sus, Salobbi

INFO
  • Popolazione 741
  • Lat 46° 25' 50,19'' 46.43060833
  • Long 11° 6' 26,3'' 11.10723056
  • CAP 38021
  • Prefisso 0463
  • Codice ISTAT 022027
  • Codice Catasto B165
  • Altitudine slm 792 mt
  • zona clim./gradi giorno
    Riscaldamento: nessun limite
    F/3626
  • Superficie 18.96 Km2
  • Densità 39,08 ab/Km2
  • Sismicità Zona 4
  • Alba 07:36
  • Tramonto 16:29
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