Descrizione
Centro collinare, di origine antica, particolarmente famoso per l’ottima qualità del vino prodotto. Oltre che dalla fiorente agricoltura, l’economia della zona è sostenuta da alcune imprese industriali nei settori dell’imballaggio, della zincatura metalli, dell’edilizia e della porcellana. I barbaranesi, con un indice di vecchiaia nella media, si distribuiscono quasi equamente tra il capoluogo comunale e la località Ponte di Barbarano, oltre che in molte case sparse. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate. L’abitato, interessato da una fase di forte espansione edilizia, ha un andamento plano-altimetrico tipico delle zone collinari. Nello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, campeggia, su sfondo azzurro, una colomba d’argento recante nel becco un ramo d’ulivo.
Storia
Il toponimo viene fatto derivare, in via generale, dagli onomastici romani BARBIUS o BARBARIUS, riferiti a FUNDUS o PRAEDIUM; qualche studioso invece (ed è questa l’ipotesi più concreta), lo pone in rapporto alla presenza longobarda. In “Barbarano” sarebbe dunque da riconoscere la radice longobarda “bard”, presente nel loro stesso nome, incrociatasi a sua volta col latino BARBARUS. Con diploma del 16 maggio 1026 Corrado II confermava al vescovo di Vicenza, Teobaldo, la donazione della corte di Barbarano. In un documento del 1262 si evince chiaramente che tale “curtis” corrispondeva agli attuali territori del comune con la sua Pieve, la cui importanza accrebbe soprattutto intorno al sec. XIII, in corrispondenza a precisi interessi di ordine temporale, determinati dalla presenza di feudi vescovili. I primi insediamenti nella zona, presenti soprattutto nella fascia collinare, sembrano risalire al protoveneto, come conferma il ritrovamento sul monte della Cengia di otto fosse rettangolari scavate nella roccia. Al periodo romano risalgono invece talune iscrizioni e i titoli funerari di Fortunio, di Caio Castorio Menopilo e della moglie Cornelia Terza. Già da allora il centro doveva rivestire una certa importanza. Tra le testimonianze storico-architettoniche meritano di essere citate: la chiesa parrocchiale di Santa Maria, costruita nei primi anni del ‘300; la chiesa di San Remigio, antica proprietà del convento di S. felice di Vicenza; la chiesa di San Martino, che un tempo fungeva da ospedale per i poveri e i pellegrini; il convento di San Pancrazio, edificato intorno al sec. XVI; il Palazzo dei Canonici, edificio gotico appartenente al sec. XV; Villa Carampin, sorta all’interno della cinta muraria medievale e destinata forse a ospitare qualche rappresentante della curia vescovile; Villa Godi-Marinoni, la cui area probabilmente coincide con quella ove sorge l’antico castello; Villa Bogoni, ristrutturata nel sec. XVIII; Villa De Vecchi, Villa Ghiotto e Villa Pedrina, antiche dimore della famiglia Traversi.
Economia
È sede di Pro Loco. Nell’economia locale l’agricoltura rappresenta una fonte di reddito importante: si coltivano cereali, frumento, ortaggi, foraggi viti, ulivi e piante da frutto. Si pratica anche l’allevamento, in particolare di avicoli e bovini. Il settore industriale risulta ancora di dimensioni modeste; tuttavia si registrano fabbriche che operano nei comparti dei materiali da costruzione, della metallurgica e della meccanica, delle macchine per l’agricoltura, dei mobili, dei gioielli, dell’energia elettrica, della silvicoltura, della produzione alimentare (tra cui quella lattiero-casearia), della lavorazione del legno e della carta. Il terziario si compone di una sufficiente rete commerciale e dei servizi, tra cui c’è quello bancario. Tra le strutture sociali si segnala una casa di riposo. Nelle scuole si impartisce la sola istruzione obbligatoria. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno; quelle sanitarie assicurano il servizio dalla locale clinica.
Relazioni
Offre a quanti vi si rechino la possibilità di trascorrervi piacevoli soggiorni. Tra le manifestazioni vanno citate: il palio dei quartieri, a giugno; la mostra-mercato delle produzioni locali di agricoltura e artigianato, a luglio; la festa dell’uva e del vino DOC ”Colli Berici”, a settembre. Di grande richiamo sono le fiere e le sagre locali, alcune di origine molto antica e particolarmente care alla popolazione del luogo, tra cui: la fiera di Santa Caterina, che nel 1323 si celebrava l’11 novembre (festa di S. Martino), mentre ora si festeggia il 25 dello stesso mese e la sagra del Redentore. La Patrona, Maria SS. Assunta, si festeggia il 15 agosto. Il giorno di astensione dal lavoro è l’8 settembre, in occasione della festa della Madonna di Monte Berico.
Località
Barbarano, Monticello, Ponte di Barbarano, San Pancrazio
- Popolazione 4.594
- Lat 45° 24' 33,78'' 45.40938333
- Long 11° 32' 22,53'' 11.53959167
- CAP 36021
- Prefisso 0444
- Codice ISTAT 024011
- Codice Catasto A627
- Altitudine slm 60 mt
- zona clim./gradi giorno
Riscaldamento: dal 15/10 al 15/04 per 14 ore/giorno E/2337 - Superficie 19.26 Km2
- Densità 238,53 ab/Km2
- Sismicità Zona 3
- Alba 07:30
- Tramonto 16:31