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Descrizione

Comune di montagna, di antiche origini, la cui economia si basa essenzialmente sulle tradizionali attività agricole. Gli apricalesi, che presentano un indice di vecchiaia eccezionalmente elevato, sono distribuiti tra il capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, e numerosissime case sparse. Il territorio, comprendente anche l’isola amministrativa di Monte Frasce-Gouta –interclusa tra i territori di Rocchetta Nervina, Gouta (a sua volta isola amministrativa di Isolabona), Pigna, Isolabona, Colla Bruna (a sua volta isola amministrativa di Pigna)–, ha un profilo geometrico irregolare, con accentuate differenze di altitudine: si raggiungono i 1.309 metri di quota. L'abitato, che, con i resti delle fortificazioni medievali, ricorda la funzione difensiva dell’insediamento, non mostra segni di espansione edilizia, conservando un’impronta rurale; immerso in una suggestiva cornice paesaggistica, ha un andamento plano-altimetrico vario.

Storia

Le sue origini risalgono a tempi antichi ma la mancanza di reperti archeologici e altre testimonianze non permettono di stabilire con precisione l’epoca dei primi insediamenti umani. Il toponimo, che in documenti medievali compare nelle forme di Avrigallo, Apricalo e Apricalis, potrebbe derivare dal latino APRICUS, ‘solatìo’, in riferimento all’ubicazione dell’abitato su un poggio esposto a mezzogiorno; non manca però chi si richiama al termine “avregu”, che nel dialetto della vicina Pigna significa ‘pietra dura’. Nel Medioevo appartenne ai conti di Ventimiglia, i quali, verso la metà del XIII secolo, riconobbero alla popolazione le libertà comunali, promulgando gli statuti locali, che sono i più antichi della regione. Passata successivamente sotto la signoria dei Doria, seguì le sorti della repubblica marinara di Genova che, dalla fine del Duecento, estese la sua autorità su buona parte della Liguria. Dopo il declino di Genova e la parentesi napoleonica entrò a far parte del regno sabaudo. Inserita, a metà del XIX secolo, nel marchesato di Dolceacqua e nella diocesi di Ventimiglia, ha registrato un progressivo calo demografico. Tra le testimonianze storico-architettoniche figurano: i resti del castello dei conti di Ventimiglia, del XII secolo, ora trasformato in abitazione; i ruderi delle mura medievali; alcune porte di accesso al borgo, risalenti al Duecento; la parrocchiale della Purificazione di Maria Vergine, rifatta nell’Ottocento; la chiesa di Sant’Antonio Abate, in cui si possono ammirare affreschi quattrocenteschi; quella di San Pietro, del secolo XI; l’oratorio di San Bartolomeo, contenente un pregevole polittico, della metà del Cinquecento, e la cappella di Santa Maria Alba, con abside semicircolare.

Economia

Ospita unicamente i consueti uffici municipali e postali e, mancando una stazione dei carabinieri, le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono, all'occorrenza, svolte dal sindaco. Il quadro economico non risulta fiorente: esso risente dell’impronta rurale della zona, con un’agricoltura basata essenzialmente sulla produzione di ortaggi, uve e olive; parte della popolazione si dedica pure alla zootecnia, prediligendo l’allevamento di caprini. L’industria è assente. Modesto è il ruolo del terziario: non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario, e la rete distributiva è appena sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della comunità. Non si registra la presenza di particolari strutture sociali, sportive e ricreative. È possibile frequentare soltanto le scuole materne ed elementari; manca una biblioteca per l’approfondimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno. L’assenza di una farmacia rende necessario rivolgersi altrove anche per i servizi sanitari di base.

Relazioni

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, offre a quanti vi si rechino la possibilità di trascorrervi rilassanti soggiorni. È poco frequentata pure per lavoro, in quanto le sue attività produttive non permettono di assorbire neppure tutta la manodopera locale; diffuso è il pendolarismo verso le aree più sviluppate. I rapporti, in genere non rilevanti, con i comuni vicini, ai quali gli abitanti si rivolgono anche per motivi di studio e per usufruire dei servizi non disponibili sul posto, si intensificano in occasione di alcuni appuntamenti consueti; tra questi meritano di essere citate le fiere di gennaio e ottobre. La festa del Patrono, Sant'Antonio, si celebra l’8 settembre.

Località

Monte Frasce-Gouta

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Apricale rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.

INFO
  • Popolazione 629
  • Lat 43° 52' 49,2'' 43.88028333
  • Long 7° 39' 29,36'' 7.65815556
  • CAP 18030
  • Prefisso 0184
  • Codice ISTAT 008002
  • Codice Catasto A338
  • Altitudine slm 273 mt
  • zona clim./gradi giorno
    Riscaldamento: dal 1/11 al 15/04 per 12 ore/giorno
    D/2015
  • Superficie 19.68 Km2
  • Densità 31,96 ab/Km2
  • Sismicità Zona 3s
  • Alba 08:06
  • Tramonto 16:54
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