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BONAPARTE, NAPOLEONE
Approfondimento
Approfondimento: BONAPARTE, NAPOLEONE
Imperatore dei francesi e re d'Italia nato ad Ajaccio, in Corsica, nel 1769 e morto all'isola di Sant'Elena nel 1821. Secondogenito di Carlo Maria Bonaparte e Letizia Ramolino nacque poco dopo il passaggio della Corsica da Genova alla Francia; dal 1784 studiò alla scuola militare di Parigi e simpatizzò per i movimenti indipendentisti dell'isola ma dopo la rivolta di Paoli la sua famiglia, ritenuta filofrancese, dovette stabilirsi in Francia. Vicino ai giacobini, Napoleone si segnalò nell'assedio di Tolone nel 1793; promosso generale di brigata, dopo la reazione di termidoro, cadde in disgrazia per i suoi trascorsi giacobini. Favorito dai suoi legami politici e dal matrimonio con Giuseppina Beauharnais, ben introdotta nel Direttorio, fu incaricato di reprimere l'insurrezione realista del 13 vendemmiaio (5 ottobre 1795). Reintegrato nell'esercito, ebbe il comando dell'armata d'Italia nel 1796. Sbaragliati gli austro-piemontesi a Cairo Montenotte, Lodi, Arcole, Rivoli, firmò con il Piemonte l'armistizio di Cherasco e la pace di Campoformio con l'Austria, assicurandosi il controllo dell'Italia settentrionale (1797), fondando la repubblica Cisalpina. Rientrato in Francia dopo la spedizione in Egitto, ideata per colpire gli interessi inglesi ma risoltasi nella perdita della flotta (Abukir 1798), rovesciò il direttorio con il colpo di stato del 18 brumaio, istituendo un Consolato di tre membri con poteri quasi dittatoriali: egli divenne primo console. Nuovamente disceso in Italia, sconfisse gli austriaci a Marengo (1800) obbligandoli alla cessione alla Francia della riva sinistra del Reno (1801). Console a vita (1802), trasformò la Cisalpina in Repubblica italiana. Approfittò del periodo di pace seguito al trattato di Amiens (1802) per riorganizzare l'amministrazione statale e varare nuovi codici a garanzia degli assetti sociali scaturiti dalla rivoluzione (Code Napoléon, 1804), codice che verrà esteso a tutti i territori vassalli della Francia; stipulò, infine, il concordato con la Chiesa di Roma. Proclamatosi imperatore dei francesi (1804) e re d'Italia (1805), dovette fronteggiare le potenze europee coalizzate e sostenute dall'Inghilterra. Il tentativo di invadere l'isola fallì per l'annientamento a Trafalgar (1805) della flotta francese a opera di Nelson. Vincitore ad Austerlitz contro gli Austro-Russi (1805) e a Jena contro la Prussia (1806), Napoleone pose fine al Sacro Romano Impero riorganizzando l'Europa centroccidentale. Creata la Confederazione del Reno (1806), elevò al trono membri della sua famiglia (Giuseppe a Napoli e poi in Spagna, Luigi in Olanda, Gerolamo in Vestfalia, Elisa a Lucca, Murat a Napoli). Sconfitti i russi a Eylau (1807), stipulò con lo zar Alessandro I il trattato di Tilsit (1807) realizzando un'alleanza franco-russa che divise l'Europa in due sfere d'influenza. Nel 1810 sposava, dopo aver divorziato da Giuseppina Beauharnais, Maria Luigia d'Austria. Ma le difficoltà incontrate nell'assoggettare la Spagna (1809-13) si sommarono all'insuccesso del blocco continentale, decretato (1807) nella speranza di piegare l'Inghilterra. Il fallimento dell'alleanza con Alessandro I lo spinse ad attaccare la Russia (1812). Giunto sino a Mosca, l'esercito francese fu costretto a effettuare una precipitosa ritirata a causa dei rigori dell'inverno; sotto l'incalzare dell'esercito russo il tracollo dell'armata alla Beresina (1812) segnò l'inizio della fine. Le nazioni europee si unirono in una nuova coalizione, che sconfisse Napoleone nella battaglia di Lipsia (1813): dovette evacuare la Spagna e il 30 marzo 1814 abbandonò Parigi, dove veniva veniva restaurata la monarchia reale, insediando sul trono Luigi XVIII. Abdicò il 6 aprile e il 20 si ritirò nell'isola d'Elba. Nel 1815 ritornò a Parigi e ripristinò il suo potere per i famosi Cento giorni, fino alla definitiva sconfitta di Waterloo (18 giugno). Abdicò di nuovo il 22 giugno e fu relegato a Sant'Elena, isola dove rimase fino alla morte.