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BATTAGLIA DI CALVA
Approfondimento
Approfondimento: BATTAGLIA DI CALVA
Si svolse il 22 maggio 1499 nei pressi di Laudes-Laatsch (ora nel comune di Malles Venosta-Mals Im Vinschgau), San Benedetto-Nauders (ora nel comune di Rodengo-Rodeneck) e Tubre-Taufers Im Münstertal, tutte nell'attuale provincia autonoma di Bolzano-Bozen, e fu decisiva per la conclusione della Guerra d'Engadina, che vedeva opporsi il potere imperiale asburgico al potere vescovile svizzero (confederati). Le truppe contavano circa 8.000 uomini per schieramento, per buona parte contadini. Questi erano perlopiù venostani e quindi appartenenti a uno stesso popolo ma, costretti a combattere, si trovarono a dover uccidersi l'un l'altro: tragica conseguenza della divisione della Valle fra i diversi poteri. L'esercito dei confederati elaborò un piano strategico che colse di sorpresa gli avversari e che quindi, come spesso accade, li condannò alla sconfitta. Questo piano prevedeva l'accerchiamento delle truppe nemiche durante la notte: 2.000 svizzeri risalirono la Berghand presso Schloß Rotund in Taufers, si divisero quindi in due tronconi e proseguirono fino a ritrovarsi e a riunirsi alle spalle degli imperiali. Gli unici ad accorgersi della manovra furono gli uomini di Ulrich von Halsberg, un nobile che si trovava con i suoi nei pressi di Malles. Si dice che abbia male interpretato questi spostamenti, scambiando i soldati in movimento per truppe amiche di rinforzo, ma il fatto che non sia intervenuto nella battaglia sembrerebbe suggerire che avesse in realtà capito che cosa stava accadendo e che si fosse reso conto di come la manovra svizzera sarebbe risultata vincente. I confederati diedero il segnale per l'attacco appiccando il fuoco ad alcuni covoni: gli austriaci vennero così assaliti a Calva sia frontalmente che alle spalle. La battaglia fu lunga e sanguinosa. Mentre la parte della cavalleria agli ordini di Ulrich von Halsberg rimaneva estranea al combattimento, i contadini continuavano, invece, a perdere la vita. A questo punto una parte degli arruolati della Val Venosta, che stavano combattendo contro la propria stessa gente, si resero probabilmente conto dell'inutilità del sacrificio e pare si siano ritirati lasciando così campo libero ai confederati. Si contarono comunque circa 4.000 morti per parte. Dopo la vittoria i confederati continuarono ad accanirsi contro gli sconfitti, dando alle fiamme i villaggi e perpetrando saccheggi. Fenomeno che continuò anche successivamente e che coinvolse la parte avversa, a spese della popolazione inerme. V. anche ENGADINA e GRIGIONI e GUERRA DELL'ENGADINA