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ASPROMÓNTE
Approfondimento
Approfondimento: ASPROMÓNTE
Grande massiccio granitico all'estremità meridionale dell'Appennino Calabrese, in provincia di Reggio di Calabria, compreso fra il Tirreno (golfo di Gioia) a nord-ovest, il Petrace e il suo affluente Calabro e il Platì a nord-est, il mar Ionio a est e a sud e lo stretto di Messina a ovest. Il passo del Mercante (750 metri) lo separa dalle Serre (monte Pecoraro). Culmina nel Montalto (monte Cocuzza), a 1.956 metri, ove si erge una colossale statua in bronzo del Redentore. Dalle sommità arrotondate si dipartono a raggiera profondi valloni incisi da fiumare, mentre i fianchi del massiccio digradano verso il mare con terrazze, scaglionate a quattro diverse altitudini, dette comunemente "piani o campi di Aspromonte". Nell'interno sussistono isole di alloglotti parlanti la lingua greca. Numerosi centri abitati sorgono sulle pendici litoranee, come Palmi, Bagnara, Scilla, Villa San Giovanni, Reggio di Calabria, Melito di Porto Salvo, in mezzo a coltivazioni di agrumi, in particolare bergamotti, frutta in genere, ortaggi e cereali; nella zona più elevata sono diffusi i vigneti e gli oliveti, mentre più in alto predominano castagneti, prati e pascoli, boschi di conifere. Vi sopravvivono rari esemplari di lupi. Numerose le sorgenti idrominerali (ferruginose). L'Aspromonte è uno splendido connubio di vegetazione alpina e mediterranea, con maestose faggete e pini larici, nonché una lussureggiante macchia alle quote più basse. Nel 1994 è stato istituito il Parco Nazionale dell'Aspromonte: occupa una superficie di 80.000 ettari e interessa 35 comuni. L'area aspromontana è, infatti, una delle aree geologiche più antiche d'Italia. La sua storia ha come protagonista tra i maggiori Giuseppe Garibaldi, che, sbarcato a Melito di Porto Salvo nell'agosto 1862 con 5.000 volontari, prese la via dei monti per sottrarsi alle truppe del generale Cialdini inviate contro di lui dal governo Rattazzi, che voleva impedirgli di procedere contro Roma dopo avergli dato l'impressione di secondare l'impresa. Raggiunto ai piani di Aspromonte il 29 agosto dalle forze regolari al comando del colonnello Pallavicini (3.500 uomini), venne ferito e fatto prigioniero con la maggior parte dei suoi, ridotti a poco più di un migliaio, dopo un breve scambio di fucilate con un battaglione di bersaglieri. Garibaldi fu rinchiuso al forte di Varignano (La Spezia), ma pochi mesi dopo un'amnistia liberò, insieme con lui, tutti i volontari. v. anche Garibaldi, Giuseppe