VITELLI:
Famiglia d'origine plebea proveniente da Città di Castello (nell'odierna provincia di Perugia), che nella seconda metà del Quattrocento si nobilitò grazie al ricco commerciante Vitellozzo, acquisendo la signoria di questo comune. Cacciato prima dai Guelfucci e poi dall'esercito papale, Vitellozzo riuscì a rientrare a Città di Castello nel 1432; tre anni dopo, perdonato dal papa Eugenio IV, entrò nel numero dei governatori della città, ottenendo il titolo di vicario; morì nel 1462. Alla morte di Vitellozzo, il nipote Niccolò (1414-1486) ricoprì diverse cariche pubbliche a Città di Castello, dopo essere stato podestà di Siena (1452) e di Lucca (1461); bandito dalla sua città nel 1462, vi fece ritorno sei anni dopo alla testa di un piccolo esercito, vendicandosi dei propri nemici con indicibile crudeltà; perdonato dal papa Sisto IV, fu in seguito di nuovo allontanato ma ebbe comunque la nomina di governatore di Campagna e della Sabina. Vitello, nipote di Niccolò, fu capitano di ventura e succedette a Giovanni dalle Bande Nere (Giovanni de' Medici) nel comando dell'omonima compagnia; morì di peste nel 1528. Alessandro combatté al servizio dell'imperatore Carlo V: a lui si deve la costruzione dell'imponente palazzo della Cannoniera, realizzato da Antonio da Sangallo il Giovane e Pier Francesco da Viterbo tra il 1521 e il 1532. Paolo (Città di Castello 1519-Parma 1574), condottiero al servizio prima dei Medici e poi dei Farnese, fece realizzare palazzo Vitelli a Città di Castello. I Vitelli furono grandi mecenati e arricchirono Città di Castello di splendide opere d'arte: ebbero al loro servizio Luca Signorelli, Raffaello Sanzio, Andrea e Giovanni della Robbia, Antonio da Sangallo il Giovane, Rosso Fiorentino e Vasari; a quest'ultimo, ad esempio, si devono i graffiti della facciata posteriore del palazzo della Cannoniera, ora sede della pinacoteca comunale, nonché i ventisei stalli intarsiati e l'"Incoronazione della Vergine e dei Santi" contenuti nella chiesa di San Francesco.