TOMBA DEI GIGANTI: Monumenti funerari risalenti alla civiltà nuragica (1600-300 a.C. circa), durante la quale si praticava un culto dei morti basato sulla coppia divina Dea Madre-Dio Toro. Si usavano come tombe collettive per accogliere una grande quantità di corpi, cosiddette "dei Giganti" perché si credeva che solo sepolcri tanto grandi potessero contenere defunti di proporzioni enormi. Esse presentavano una particolare struttura costituita da una camera funeraria, terminante con un abside e ricoperta da lastre di pietra orizzontali, e da una facciata semicircolare a forma di corna taurine, recante nella parte centrale una stele che si concludeva con una centina (cornice circolare); un altro elemento era l'esedra, arco formato da lastre verticali più basse situate ai lati della stele. All'esterno del semicerchio erano disposti sedili di pietra, sui quali i parenti si addormentavano comunicando con i defunti attraverso i sogni: questa era la pratica dell'incubazione, dal latino INCUBO, 'dormo'. Leggermente diverse erano le tombe della Sardegna meridionale, la cui facciata riprendeva la cosiddetta "tecnica ciclopica", cioè quella usata per i nuraghi: sull'ingresso era posto un architrave monolitico e mancava la stele. A volte, frontalmente alla tomba si trovava un menhir chiamato betile in lingua sarda: si trattava di un cono di pietra rappresentante un fallo simbolico che recava scolpite piccole mammelle, indicanti emblematicamente la copulazione delle due divinità atta a riaccendere nel defunto la vita oramai spenta, oppure due occhi, che richiamavano la divinità a guardia dei morti. Siffatti monumenti, ancora oggi visibili, sono presenti in svariate località dell'isola. Gli esempi più significativi sono: la tomba Coddu Vecchiu nei pressi di Arzachena (SS), risalente all'incirca al 2500 a.C. e tipica della cultura di Monte Claro (2400-2100 a.C.); la tomba dei Giganti Domu e S'Orku in località Siddi (CA), una delle più antiche che, tuttavia, presenta la camera funeraria perfettamente intatta e rientra nella categoria con "facciata a filari" caratteristica del meridione e priva di stele; la tomba Imbertighe di Borore (NU), con la camera sepolcrale quasi totalmente distrutta; le tombe Goronna e Muraguada di Paulilatino (CA): delle prime (sono due), quella maggiore è una delle più grandi di cui si abbia notizia (conteneva fino a 200 corpi), mentre il monumento Muraguada è tipico del sud dell'isola; la tomba Is Concias a Quartucciu (CA), del XIV-XIII secolo a.C., anch'essa con "facciata a filari", poco distante dalla quale si trova un piccolo betile; tomba Li Longhi ad Arzachena (SS), la cui erezione cominciò nel 1800 a.C. durante la cultura di Bonannaro e finì nel periodo nuragico; tomba Osono in località Triei (NU), dove sono stati rinvenuti oggetti preziosi di ceramica e di metallo, oltre a resti di ossa umane; tomba San Cosimo a Gonnosfanadiga (NU), in granito; tomba S'ena e Thomes di Dorgali (NU), del periodo del Bronzo Antico (1800-1500 a.C.); tomba Su Monte e S'Ape ad Olbia (SS), databile tra il 1600-1000 a.C.; tomba Madau in località Fonni (NU), complesso di quattro sepolcri simili tra loro.