SAVELLI: Nobile e antica famiglia romana che ebbe un peso rilevante sulle vicende di Roma durante il Medioevo. La sua fortuna cominciò con il cardinale Cencio (morto nel 1227), eletto papa nel 1216 con il nome di Onorio III. Di carattere conciliante, pur tentando di continuare il programma del più energico predecessore Innocenzo III, pose le basi dell'ascesa politica di Federico II di Svevia: quest'ultimo, incoronato imperatore nel 1220 dal papa, ricevette il permesso di conservare anche il regno di Sicilia in cambio della promessa, mai mantenuta, di intervenire nella quinta crociata (1217-1221). Sostenuto dal re d'Aragona e da Luigi VIII di Francia, Onorio III continuò la crociata di Innocenzo III contro gli albigesi, cosa che portò alla conquista della Linguadoca da parte del re di Francia e all'istituzione dei tribunali dell'Inquisizione (1226). Approvò, inoltre, la regola dei domenicani (1216) e dei francescani (1223) e si occupò dell'evangelizzazione dei popoli scandinavi e slavi. Morì nel 1227 quando era in procinto di scomunicare Federico II, dopo aver cercato di mitigarne le lotte contro i comuni e la lega lombarda. Un altro membro della famiglia, Luca (XIII secolo), senatore di Roma, fu il primo a portare il titolo DE SABELLO -derivato probabilmente dal nome del castello omonimo- e contribuì a rendere la casata ancora più ricca e potente; sostenne Federico II contro Gregorio IX. Dei suoi figli, Giovanni, custode del Conclave di Viterbo (1270), fu nominato dal papa Gregorio X maresciallo di Santa Romana Chiesa, titolo che divenne ereditario per concessione di Paolo III; Giacomo (1210-1287) fu nel 1285 nominato papa con il nome di Onorio IV, appoggiò gli Angioini nella guerra del Vespro, favorì le missioni religiose e gli ordini mendicanti; Pandolfo occupò più volte la carica di senatore di Roma e fu podestà di Viterbo nel 1275. I Savelli furono proprietari di tre sontuosi palazzi a Roma, di cui uno, successivamente acquistato dagli Orsini, sorgeva sulle rovine del teatro Marcello. Possedettero numerosi feudi nel Lazio e furono a capo di una giurisdizione speciale, detta Corte Savella. Di parte guelfa, furono per molti anni in conflitto con i Colonna, anche se durante le ostilità tra i Colonna e Bonifacio VIII si allearono con i primi. Durante il periodo avignonese appoggiarono la curia pontificia. Nel XV secolo la casata si divise in vari rami, tra i quali quelli di Albano, di Ariccia, di Rignano -a cui appartenne Paolo (morto nel 1405), uomo d'armi al servizio di Gian Galeazzo Visconti di Milano e poi della repubblica di Venezia- e di Palombara, estintosi per ultimo nel 1712 con Giulio. I beni furono ereditati dagli Sforza Cesarini e il titolo di Maresciallo della Chiesa passò ai Chigi.