SALIMBENE DA PARMA: Cronista, nato a Parma nel 1221 da una famiglia borghese molto in vista e morto a Montefalcone dopo il 1288, Salimbene de Adam (questo il suo nome) ha lasciato una delle opere più significative di tutta la letteratura latina del basso Medioevo. Nel 1238, nonostante la dura opposizione del padre, decide di farsi francescano seguendo le orme del fratello. Gira per i conventi dell'Italia settentrionale e centrale e si mostra molto attento agli avvenimenti del mondo; soggiorna anche in Francia. Credendo alla profezia di Gioacchino da Fiore, attende la grande rivoluzione spirituale, le cui anticipazioni sono da individuarsi nella lotta tra la Chiesa e l'imperatore Federico II e nel pullulare di moti religiosi. Svanito questo sogno nel 1260, torna a credere solamente a ciò che vede direttamente. Secondo quanto lui stesso ha testimoniato, avrebbe scritto diverse opere; a noi però è giunta solamente una "Cronica" che, mancante della parte iniziale e della finale, abbraccia il periodo dal 1168 al 1287. Si tratta di un vero e proprio diario di cose viste, con riferimento soprattutto a Parma: è ricca di aneddoti, proverbi e ritratti di personaggi, illustri e non. Interessante è il linguaggio: un latino ecclesiastico riplasmato sul volgare, molto colorito e pieno di vocaboli di uso comune; per queste caratteristiche molti critici lo hanno considerato un'anticipazione dello stile cosiddetto maccheronico.