REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA: Repubblica fondata nel 1943 da Benito Mussolini nel tentativo di ripristinare un governo fascista nell'Italia del nord. Mussolini era stato destituito nel luglio di quello stesso anno e poi arrestato. Dopo l'armistizio, le truppe tedesche scese in Italia riuscirono a liberare Mussolini. Egli allora, con l'assenso di Hitler, diede vita alla Repubblica Sociale Italiana, o Repubblica di Salò, dal nome della località (in provincia di Brescia) in cui venne insediato il governo. Mussolini si proponeva di tornare ai principi repubblicani degli inizi del fascismo e intendeva ricostituire un esercito che potesse riprendere a combattere con quello nazista. Egli si illudeva che la proclamazione di un ritorno al socialismo rivoluzionario delle origini avrebbe fatto presa sugli italiani e avrebbe quindi garantito ai "repubblichini" il consenso delle masse. In realtà, all'inizio, non pochi vi credettero e si arruolarono nelle fila della Repubblica Sociale ma ben presto fu chiaro che era del tutto anacronistico tentare di far rivivere il fascismo delle origini. La Repubblica di Salò, inoltre, non avrebbe mai operato vere riforme sociali, sia perché questo significava consentire l'esistenza di diversi partiti politici e di sindacati e non affidare il governo a gerarchi appartenenti ad un unico partito, sia perché era non una repubblica indipendente bensì uno stato completamente al servizio dell'esercito tedesco, che proseguiva nella sua azione di occupazione dell'Italia del nord, giustiziando qualsiasi oppositore del nazismo, catturando gli ebrei e saccheggiando le opere d'arte. V. anche MUSSOLINI A DONGO