PADRE PIO: Nato il 25 maggio 1887 a Pietrelcina (BN) da Giuseppa De Nunzio e Orazio Forgione, Francesco, ricevette il battesimo il giorno seguente, nella chiesetta di Sant'Anna, che si trovava nei pressi della casa paterna. Sin dalla più tenera età avvertì l'esigenza di consacrarsi al Signore; lo colpiva anche la figura di un umile cercatore, fra Camillo da Sant'Elia a Pianisi (CB), che dal convento del Noviziato di Morcone (BN) si recava spesso a Pietrelcina a chiedere l'elemosina. Alcuni parenti avrebbero voluto che divenisse benedettino di Montevergine (AV) ma Francesco entrò nel Santo Noviziato di Morcone il 6 gennaio 1903; dopo un corso di esercizi spirituali, il 22 gennaio vestì l'abito che avrebbe portato per sempre. Dopo un anno pronunciò la professione dei voti semplici e nel 1904 partì per Sant'Elia a Pianisi, dove avrebbe completato gli studi ginnasiali (del IV e V anno). Dal 1905 frequentò il corso di filosofia a San Marco la Catola (FG) e nell'aprile 1906 si recò di nuovo a Sant'Elia a Pianisi, per proseguire gli studi liceali; lì, il 27 gennaio 1907 avrebbe pronunciato la professione solenne, consacrandosi per sempre a Dio. Sostenuti gli esami di filosofia a San Marco la Catola, nello stesso anno, fu inviato al convento di Serracapriola (FG), dove iniziò il corso di teologia. Nel 1908, per volere dei Superiori della provincia, il corso teologico fu trasferito a Montefusco (AV), dove fra Pio ricevette gli ordini minori il 19 dicembre 1908; due giorni dopo sarebbe stato ordinato suddiacono. A Serracapriola come a Montefusco fra Pio ebbe come insegnante padre Agostino da San Marco in Lamis, che sarebbe poi stato suo insegnante (ma anche suo primo biografo), nonché direttore nel convento di Venafro (IS). Verso la metà del maggio del 1909 i medici e i superiori inviarono fra Pio al paese natio, a causa di una sua inspiegabile malattia che lo costrinse ad interrompere gli studi; vi sarebbe restato, con qualche interruzione, fino al 1916 in continua lotta contro un male misterioso che avrebbe continuato a tormentarlo. Ne trasse un periodo di vita interiore intensa. Il ministro provinciale, suo direttore spirituale, padre Benedetto, nella speranza di risolvere il problema della malattia di fra Pio inviandolo in conventi dall'aria più salubre, gli ordinò di spostarsi numerose volte; il frate dalla salute malferma si recò a Campobasso, Morcone, Montefusco, sempre obbediente ma senza alcun risultato: dopo pochi giorni doveva ritornare al paese natio. Padre Benedetto stabilì che fra Pio si stabilisse nella casa paterna senza limiti di tempo; il frate riuscì a prepararsi da solo, per sostenere gli esami di idoneità all'ordinazione sacerdotale, e a non perdere l'anno scolastico. Il 10 agosto 1910, con dispensa della Santa Sede e con un anno di anticipo, nel duomo di Benevento fu consacrato sacerdote da Monsignor Paolo Schinosi. Alla cerimonia era presente la madre; il padre mancava, poiché trasferitosi negli Stati Uniti. Il 14 agosto avrebbe cantato la sua prima messa solenne a Pietrelcina. Il padre provinciale Benedetto da San Marco in Lamis tentò di ricondurlo più volte in convento: la sua permanenza più lunga fu a Venafro, dove restò dall'ottobre al dicembre del 1911. Dall'ordinazione sacerdotale al momento della partenza per il convento di Venafro, il frate soffrì numerosi tormenti da parte del diavolo, con tentazioni che non lo abbandonarono neanche nei momenti del riposo. Fra i fenomeni soprannaturali cui fu sottoposto erano le estasi; padre Agostino da San Marco in Lamis descrisse nel suo diario tutto quanto il frate diceva durante le estasi e come avvenivano le vessazioni sataniche. Tornato a Pietrelcina da Venafro, lì, come sacerdote semplice e fuori convento volle essere cordiale con tutti e non creare quel distacco e quella soggezione che si hanno per rispetto della dignità sacra. Se nei primi anni del suo sacerdozio non aveva ancora ricevuto da parte del padre provinciale l'autorizzazione a confessare (per ragioni di salute e per non aver provata la sua scienza morale), iniziò in seguito la direzione spirituale di qualche anima per corrispondenza, dopo aver ottenuto il permesso dai superiori. Nel 1916 fu chiamato nel convento di Sant'Anna, a Foggia, da dove si trasferì a San Giovanni Rotondo (FG). Il suo itinerario verso Dio ha tra i fenomeni più significativi quello della trasverberazione, la sensazione di sentire una ferita che è "sempre aperta" e che lo fa "spasimare assiduamente"; alla notizia padre Benedetto lo rassicurò scrivendogli: " è effetto di amore, è prova, è vocazione a corredimere, è fonte di gloria..." il 20 settembre 1918 si trovò mani, piedi e costato traforati e grondanti di sangue (stigmatizzazione), una vera e propria grazia carismatica. Le folle che cominciarono ad accorrere a volte lo trattenevano anche sedici ore per confessarsi. La sua opera di preghiera continuò sempre nella massima umiltà fino al 23 settembre 1968, giorno della sua morte, avvenuta all'età di 81 anni. La Chiesa, che più volte ha dubitato dell'autenticità devozionale del frate, ha non solo sancito definitivamente l'affermazione di San Giovanni Rotondo come uno dei centri religiosi più importanti del mondo ma ha anche proclamato come beato Padre Pio, il 2 maggio 1999. Per volontà del frate, nel 1940, a San Giovanni Rotondo è nata la struttura ospedaliera Casa Sollievo della Sofferenza, alla cui costruzione hanno contribuito i fedeli di tutto il mondo. L'ospedale più grande della Puglia ha 1.200 posti letto e nei suoi cinquanta anni di vita si è arricchito di reparti specializzati e di scuole professionali che preparano il personale paramedico. Sempre alla volontà di Padre Pio si deve la costruzione della Casa di riposo per anziani indigenti: è un'altra delle opere che seguono il percorso di carità che ha segnato la vita del frate da Pietrelcina.