LIUTERIA: Con questo termine, che deriva da liuto, uno strumento un tempo molto usato e poi quasi completamente scomparso dalla pratica musicale, si suole oggi indicare l'arte di costruire strumenti musicali a corda. Sembra che i più antichi fabbricanti di strumenti a corda siano stati i tirolesi, avvantaggiati dalla presenza di abbondante disponibilità di materia prima; a loro volta, essi avrebbero appreso quest'arte dai monaci benedettini dell'abbazia di San Manlio. Da artigiani provenienti da questa regione acquisirono i primi rudimenti del mestiere alcuni cittadini italiani, in special modo bresciani, i quali ben presto superarono i maestri per perfezione, finezza di intaglio e qualità del suono. Tra i principali si ricordano: Giovanni Kerlino, Pietro Dardelli, Girolamo Bransi e poi tutta una scuola bresciana molto fiorente e rinomata, in cui spiccavano Giacomo Della Corna, Zanetto da Montichiari, Giovanbattista Doneda e Girolamo de Virchi. Il più grande fra loro fu Gaspare Bertolotti, detto da Salò, che da questa arte ricavò una grande agiatezza. Caratterizzano i suoi strumenti la forma allungata, la scarsità di angoli, la poca profondità della cassa e lo scarso rialzo del piano armonico. Tuttavia, questa scuola conservò una certa rozzezza, in seguito superata dalla scuola cremonese che raggiunse in breve tempo l'apice della produzione perfezionando la costruzione di questi strumenti a corda. Il fondatore di tale scuola fu il maestro Andrea Amati, capostipite di una famiglia di liutai divenuti tutti molto famosi: più di tutti lo fu suo nipote Niccolò, alla cui scuola si formò Antonio Stradivari (v. STRADIVARI ANTONIO), che nelle sue prime realizzazioni amava firmarsi come alunno di Niccolò Amati. Alla scuola d'arte di Stradivari si formarono numerosi e validi discepoli, a partire dai suoi figli Francesco e Omobono, Giuseppe Guanameri (detto 'del Gesù' per la sigla eucaristica che apponeva accanto al suo nome), Carlo Bergonzi, Alessandro Gagliano (che poi fonderà una sua scuola a Napoli, città natale) e Lorenzo Guadagnini. La scuola italiana divenne modello per tutte le altre scuole che man mano nascevano in Europa, soprattutto in Germania, Francia e Inghilterra.