GUERRA RUSTICA: Esplosione, nel 1525, nell'attuale Trentino-Alto Adige / Südtirol, di un malcontento che da sempre serpeggiava, come nel resto dell'Europa, nella popolazione contadina, che si ribellò al proprio sfruttamento e cercò di contrapporsi con violenza al potere vescovile e al suo rappresentate, il capitano vescovile Graziadeo Galasso. A capo della rivolta fu Michael Gaismair, i cui "statuti del Tirolo" dimostrarono grande lungimiranza politica, prevedendo, ad esempio, il prosciugamento delle paludi dell'Adige (realizzato, poi, solo dopo tre secoli). La rivolta esplose a Bressanone-Brixen (BZ) ma si estese immediatamente a tutta la campagna e in maniera altrettanto rapida diede inizio ai numerosi saccheggi di castelli e chiese, simbolo del potere da abbattere. Intanto il principe vescovo del tempo, Bernardo Clesio, era fuggito trovando riparo a Riva del Garda (TN). Le richieste della popolazione furono esplicitate in un'assemblea che si tenne a Merano-Meran (BZ) il 30 maggio di quello stesso anno e che si concluse con la decisione di prendere possesso di Trento. In assenza del vescovo la città era stata nelle mani di suoi mandatari ma all'inizio dell'estate il presule era tornato nella sua sede, il Castello del Buonconsiglio. Proprio questo fu preso di mira dai contadini in rivolta, che vi giunsero il 29 agosto. Ma non avevano l'appoggio delle classi borghesi, quel ceto sufficientemente ricco ma non aristocratico che avrebbe potuto appoggiare questa forte rivendicazione popolare, e il 31 agosto furono sconfitti da truppe formate dai militari al servizio del vescovo e dai nobili che gli erano tutti fedeli. A seguito della disfatta ci fu una durissima repressione, che comportò la condanna a morte di molti contadini.