DUCATO DI MILANO: Il ducato di Milano nasce ufficialmente nel 1395, quando l'imperatore Venceslao concede il titolo di duca a Gian Galeazzo Visconti, indicando nel diploma di concessione anche l'estensione e la consistenza del ducato. Con questo provvedimento e con quello del 1397, con cui Gian Galeazzo viene nominato duca della Lombardia, si gettano le basi di un vero e proprio stato d'Italia, uno stato moderno di cui Milano diventa la capitale in un rapporto non più dominante ma paritario con le altre città che da essa dipendono. Da qui parte un grandioso progetto di organizzazione delle strutture burocratiche e amministrative di questa nascente entità territoriale, progetto perseguito anche mediante la realizzazione di importanti opere pubbliche. Le attività economiche fioriscono recando un benessere diffuso e favorendo, come logica conseguenza, un incremento della popolazione residente, fungendo esse da attrazione per operai e artigiani in cerca di occupazione. Le statistiche dimostrano che nella sola Milano operavano 70 lanifici e 14.600 botteghe, che vendevano armi, cristalli, metalli preziosi e oggetti di lusso. Le altre città si specializzavano in altre produzioni: i formaggi a Lodi, le pelli a Novara e Cremona mentre dalle montagne si estraevano ferro di buona qualità e oro, argento, marmo e granito. In campo agricolo si aveva la diffusione della coltura del riso e si realizzavano i primi sistemi d'irrigazione artificiale. Grande era la diffusione della cultura, garantita dalla presenza di musicisti, artisti e poeti della corte sforzesca, dove soggiornò anche il grande Leonardo da Vinci. Questo stato di grazia del ducato dura all'incirca un secolo, convivendo con le prime avvisaglie delle lotte che nemici esterni, mossi dagli interessi più disparati, promuoveranno in modo sempre più massiccio fino a decretarne, dopo circa tre secoli, la totale disgregazione. La floridezza delle attività coincide in particolar modo con la dominazione viscontea, che vede in Gian Galeazzo il fulcro principale e in Filippo Maria un degno successore in grado di rafforzare gli istituti dello stato in modo da consentire, dopo la parentesi repubblicana, la ricostituzione dello stesso, questa volta sotto il patrocinio degli Sforza. Alla metà del XV secolo, le guerre mosse dagli stati vicini riuscivano a scalfire l'integrità del ducato anche se, per ragioni di opportunità politica, lo stesso sarebbe stato poi sostenuto contro la Repubblica di Venezia, i cui domini andavano estendendosi anche sulla terraferma. Le lotte con Venezia continuarono anche con il passaggio del ducato agli Sforza, che dovettero arginare pure le mire espansionistiche della vicina Svizzera: quest'ultima, a seguito di numerose guerre, riuscì ad occupare Bellinzona, Lugano e Locarno, che da allora divennero parte integrante del suo territorio. In seguito su ciò che rimaneva dell'originario ducato allungarono le loro mire Carlo VIII di Francia e Ludovico il Moro; la vittoria arrise agli eredi di quest'ultimo, che se ne impossessarono con Francesco II. Morto quest'ultimo senza eredi, Carlo V assegnò il ducato al re Filippo II di Spagna. Le dispute che si instaurarono in seguito tra la Spagna e il regno di Sardegna portarono ad ulteriori disgregazioni territoriali del ducato, che perse man mano territori importanti finché ciò che ne rimaneva venne assegnato all'Austria, che ridusse all'osso la primordiale autonomia facendo diventare Milano e il suo stato niente più che una provincia dell'impero. V. anche LUDOVICO IL MORO e SFORZA e VISCONTI, GIAN GALEAZZO