DELLA ROVERE: Nobile famiglia savonese di umili origini, che deve la sua fama al cardinale Francesco (1414-1484), papa con il nome di Sisto IV nel 1471. Tipico esempio di papa rinascimentale, questi fu ambizioso di potere e aumentò notevolmente il prestigio e la ricchezza della sua famiglia con benefici ecclesiastici, matrimoni importanti e concessioni di feudi e di cariche. Le sue inclinazioni nepotistiche, il suo governo autoritario, i suoi intrighi -fu coinvolto nella congiura dei Pazzi contro Lorenzo il Magnifico- e quelli dei suoi familiari lo resero inviso ai più. Ebbe tuttavia una spiccata propensione al mecenatismo, che lo portò a circondarsi di letterati e artisti nonché ad abbellire Roma di chiese e palazzi: il suo nome è legato particolarmente alla realizzazione della Cappella Sistina, di cui affidò la costruzione all'architetto Giovannino de' Dolci e la decorazione ad artisti quali Botticelli, il Ghirlandaio, il Pinturicchio e il Perugino. Dei suoi nipoti, Leonardo sposò una figlia naturale del re di Napoli Ferrante d'Aragona, ottenendo in feudo il ducato di Sora (1472); Giovanni, signore di Senigallia, duca di Sora e vicario di Mondavio, sposò Giovanna di Montefeltro, figlia di Federico, duca di Urbino, dando vita al ramo dei Della Rovere che ereditò il ducato di Urbino nel 1509; Bartolomeo fu creato vescovo di Ferrara (1474); Giuliano (1443-1513) fu nominato cardinale e salì al soglio pontificio con il nome di Giulio II (1503). Ambizioso come lo zio, Giuliano mirò soprattutto ad accrescere il prestigio della sua famiglia, abbracciando la politica nepotistica cara ai pontefici dell'epoca, e al consolidamento del potere temporale della Chiesa. Partecipò infatti personalmente alla riconquista dei territori pontifici in Romagna, occupati da Cesare Borgia, e ridusse all'obbedienza la nobiltà romana. Con l'imperatore Massimiliano, il re di Francia Luigi XII e il re di Spagna Ferdinando costituì a Cambrai una lega contro la repubblica di Venezia, cui lanciò la scomunica (1509). Nel 1511, però, nell'intento di cacciare dall'Italia i francesi, non esitò a promuovere contro di loro la Lega Santa tra Venezia e la Spagna, cui aderirono anche il re d'Inghilterra e l'imperatore Massimiliano. Oltre alle numerose imprese militari si ricordano i molti suoi meriti in campo culturale, vale a dire le opere d'arte che, da munifico protettore di artisti quale fu, commissionò ai più famosi pittori, scultori e architetti del Cinquecento: Bramante progettò San Pietro, Raffaello affrescò le Stanze Vaticane e dipinse un suo ritratto, Michelangelo progettò l'imponente mausoleo in suo onore e decorò la volta della cappella Sistina. Con la morte di Giulio II il potere dei Della Rovere si spostò da Roma al ducato di Urbino, che, alla morte del duca Guidobaldo di Montefeltro (1508), fu ereditato da Francesco Maria I (1491-1538), figlio di Giovanni della Rovere. Il ducato appartenne ai Della Rovere fino al 1631 quando, con la morte di Francesco Maria II, la dinastia ducale ebbe termine e Urbino fu incorporata nello Stato Pontificio. Nel 1695 la famiglia dei Della Rovere si estinse con la morte di Vittoria.