CARACCIOLO: Nobile famiglia napoletana, probabilmente la più antica, che, essendosi divisa in numerosi rami e propagata anche in Spagna, Francia, Austria e Germania, presenta un albero genealogico di difficile ricostruzione. Nel corso del tempo i suoi membri si resero illustri nel mondo ecclesiastico, culturale e soprattutto militare e politico. Si sa con sicurezza che il capostipite fu Teodoro (X secolo), ricchissimo proprietario terriero, e che i figli di Giovanni, vissuto nel XII secolo, divisero la famiglia in quattro rami: Landolfo originò il ramo dei Caracciolo Rossi, Riccardo quello dei Caracciolo Canella, Gregorio quello dei Caracciolo Carafa e Reginaldo quello dei Caracciolo di Capua. Il ramo dei Caracciolo Rossi fu quello più fecondo e generò numerose diramazioni, come quelle dei marchesi di Brienza (dal 1569), dei principi di Avellino (dal 1589), dei Pisquizi, dei duchi di San Vito e dei marchesi di Vico (dal 1645). Il ramo dei principi di Avellino, iniziata con Domizio, è considerato storicamente il più importante: i suoi esponenti acquistarono anche il titolo di gran cancelliere ereditario del regno di Napoli (1609) e di Grande di Spagna (1708). Tra i principi di Avellino si distinse Camillo (1563-1617), duca di Atripalda, celebre e ricchissimo condottiero che combatté per Filippo II di Spagna. Al ramo dei marchesi di Brienza appartiene Francesco (1752-1799), ammiraglio e martire della rivoluzione napoletana, morto impiccato per alto tradimento. I Pisquizi, il cui capostipite è Filippo Caracciolo Rossi, si divisero in varie linee, tra cui quelle dei Caracciolo del Sole e dei Caracciolo del Leone: ai primi appartiene Giovanni (1487-1550), principe di Melfi dal 1520, grande condottiero al servizio della Spagna e poi della Francia, eletto maresciallo di Francia da re Francesco I e suo luogotenente in Piemonte dal 1545; ai secondi è da ascrivere uno dei personaggi più importanti della famiglia, Giovanni, detto Sergianni (1372 circa-1431), potente politico napoletano, favorito della regina Giovanna II d'Angiò e da lei nominato gran siniscalco del regno di Napoli e conte di Avellino (1418). Dai Pisquizi discesero anche i marchesi di Villamaina, i marchesi di Bella, i duchi di Martina (dal 1507) e i duchi di Celenza (dal 1609 al 1720); a questi ultimi appartiene Ascanio, meglio noto come San Francesco Caracciolo (1563-1608).