BRAMANTE: Architetto e pittore italiano, nato a Monte Asdruvaldo, presso Urbino (PS), nel 1444 e morto a Roma nel 1514; si chiamava in realtà Donato di Pascuccio d'Antonio e si formò con molta probabilità alla corte urbinate di Federico da Montefeltro, sotto l'influenza, tra l'altro, dal classicismo di Leon Battista Alberti e dall'esperienza prospettica di Piero della Francesca. La sua attività è documentata per la prima volta nel 1477, con gli affreschi prospettici della facciata del palazzo del Podestà a Bergamo, oggi quasi completamente perduti è incerto invece il suo contributo alla progettazione del palazzo ducale di Urbino. La sua attività di pittore è documentata anche dagli affreschi con gli "Uomini d'arme e filosofi" nella casa milanese dei Panigarola (oggi custoditi nella pinacoteca di Brera, a Milano), dal fregio della casa dei Silvestri e dal "Cristo alla colonna" (Milano, Brera). In Lombardia comunque Bramante si rivelò soprattutto grandissimo architetto: autentico capolavoro è la sistemazione della chiesa di Santa Maria presso San Satiro a Milano (1482-86), dove risolse i problemi di spazio imposti dal preesistente edificio con l'introduzione di un falso coro prospettico. A Milano venne a contatto con alcuni dei maggiori artisti dell'epoca, come Leonardo, con il quale probabilmente collaborò alla sistemazione della piazza e del castello ducale di Vigevano (PV); con Leonardo e Francesco di Giorgio, inoltre, fornì consulenze per il duomo di Milano e per quello di Pavia. Tra le altre opere realizzate in Lombardia figurano il coro di Santa Maria delle Grazie a Milano, la canonica di Sant'Ambrogio (1492-99) e i chiostri annessi nonché l'arcone del duomo di Abbiategrasso (MI), realizzato nel 1497. Nel 1499, al tempo della prima caduta di Ludovico il Moro, abbandonò Milano e, trasferitosi a Roma, studiò i monumenti e i sistemi costruttivi degli antichi, indirizzandosi verso un'architettura classica e monumentale. Dopo il chiostro di Santa Maria della Pace (1500-1504) e il tempietto di San Pietro in Montorio (1502-1503), che divenne immediatamente modello di proporzioni classiche e simbolo della nuova architettura, si occupò, su incarico di papa Giulio II, di opere grandiose, quali il rinnovamento dei Palazzi Vaticani, il progetto del cortile del Belvedere, vari interventi urbanistici e il progetto della nuova San Pietro (1505). Pochi lavori furono tuttavia eseguiti secondo le sue idee: in particolare, del grandioso e originale progetto per San Pietro (imperniato su un'articolatissima pianta centrale con immensa cupola, basata a sua volta su un tamburo cinto di colonne) furono realizzati solo i quattro piloni e gli arconi di raccordo. Considerato già dai suoi contemporanei grande rinnovatore della "buona maniera" antica, concepì per primo l'architettura come monumento e simbolo; ricordato dal Vasari come "persona molto allegra", s'interessò anche di musica e matematica; fu inoltre profondo conoscitore di Dante, che ogni sera, nell'inverno 1510-1511, leggeva a papa Giulio II.