BONCOMPAGNI: Insigne famiglia della borghesia bolognese, probabilmente originaria dell'Umbria e stabilitasi a Bologna intorno alla metà del XIII secolo. La sua importanza si affermò grazie a Ugo (1502-1585) che nel 1572 divenne papa con il nome di Gregorio XIII. Attivo nell'opera di restaurazione cattolica della Controriforma, fu attento a far rispettare i decreti del Concilio di Trento, combatté le eresie e perseguitò i protestanti, lottando in particolar modo contro lo scisma d'Inghilterra: sobillò, infatti, l'opposizione cattolica contro la regina Elisabetta e incitò Filippo II re di Spagna ad attaccarla per liberare la cattolica Maria Stuarda. Concluse inoltre la riforma del diritto canonico, favorì i gesuiti, sostenne le missioni in India e in Giappone, strinse rapporti con Ivan IV di Russia e appoggiò la fondazione di collegi e seminari per la formazione del clero. A lui si deve la celebre riforma del calendario romano (1582), che era in ritardo di dieci giorni sul corso solare; questa riforma, che fu attuata grazie all'opera dei più insigni matematici dell'epoca, portò alla creazione di un nuovo calendario, chiamato gregoriano in onore del pontefice. Tra le opere che fece compiere a Roma si ricorda la costruzione della cappella gregoriana di San Pietro e del collegio romano dei gesuiti e la ricostruzione dell'università romana. Non estraneo al nepotismo, nel 1572 elesse cardinale suo nipote Filippo (1537-1586), mentre suo figlio naturale, Giacomo (1548-1612), nato prima che Gregorio XIII entrasse nel sacerdozio, fu nominato castellano di Castel Sant'Angelo ed ebbe la carica di comandante delle truppe pontificie (1573). Nel 1576 Giacomo, dopo essere stato riconosciuto legittimo, ebbe in moglie la ricca contessa Costanza Sforza di Santa Fiore; in seguito comprò il marchesato di Vignola, la contea di Arpino e il ducato di Sora, dove si ritirò dopo la morte del padre, essendo stato costretto a lasciare Roma. Fu un famoso mecenate e cultore di studi umanistici e scientifici. Nel 1681 con il matrimonio tra Gregorio (1642-1707), duca di Sora, e Ippolita, figlia di Niccolò Ludovisi, principe di Piombino, e ultima erede di questa illustre famiglia bolognese, i principati di Piombino e di Venosa passarono ai Boncompagni, che da quel momento aggiunsero al loro cognome quello Ludovisi. Dei due fratelli di Gregorio, Antonio (1658-1731) ebbe il titolo di gran siniscalco del regno di Napoli, oltre a quello di duca di Sora e di senatore di Bologna, mentre Giacomo (1653-1731) fu prima arcivescovo di Bologna e poi cardinale; fece erigere il monumento sepolcrale di Gregorio XIII nella Basilica di San Pietro. Nel XVIII secolo la famiglia unì il proprio cognome a quello degli Ottoboni, con il matrimonio di Pietro Gregorio con Maria Francesca, ultima erede degli Ottoboni. Sostenitori degli spagnoli, durante la dominazione austriaca nel napoletano i Boncompagni vissero in esilio a Roma (1707-34) e ripresero possesso di Piombino quando Carlo di Borbone divenne re delle due Sicilie; dopo aver perso di nuovo questo dominio durante il periodo rivoluzionario, in seguito al congresso di Vienna lo cedettero al granduca di Toscana. Da allora si distinsero tra l'aristocrazia romana per il loro contributo alla vita dello stato, della Chiesa e delle arti. Tra di essi sono degni di nota Ugo Boncompagni-Ludovisi (1856-1935), vicecamerlengo della Chiesa, e Francesco Boncompagni-Ludovisi, primo governatore di Roma nel 1929. Tuttora esistono a Roma i discendenti della famiglia Boncompagni Ludovisi con i titoli di marchesi di Vignola, duchi di Sora, principi di Piombino e di Venosa.