ABBAZIA DI SAN SALVATORE: Fu fondata nel 743-745 dal re longobardo Rachis, sulle rovine di un'antica chiesa, poi ridotta a cripta, di cui si possono ancora ammirare la pianta a croce greca e trentasei colonne adorne di bellissimi capitelli. L'abbazia, che acquistò grande importanza e divenne ben presto la più ricca e potente della regione, fu prima dei monaci benedettini, poi dei camaldolesi e, infine, passò ai cistercensi nel 1229-1230. Con la decadenza del potere monastico, dopo alterne vicende, finì nelle mani del Aldobrandeschi di Santa Fiora, che nel 1347 la cedettero a Siena con tutti i suoi possedimenti. Leopoldo I la soppresse nel 1782. Ad essa appartenne il Codice della Vulgata, detto Amiantino, della fine del sec. VII, ora presso la Biblioteca Laurenziana a Firenze. Pochi i resti del monastero, fra cui un chiostro, notevole, del sec. XV. La chiesa, dalla pianta a croce latina, ad una navata, ricostruita in stile romanico nel sec. XI e ristrutturata nel 1500, conserva preziosi affreschi di F. e G. Nasini ed un crocifisso in legno del sec. XII.