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Provincia di MANTOVA

Capoluogo: Màntova

Scheda

 
Stemma della provincia Mantova
   

Provincia di Mantova - Ambiti

DEFINIZIONE Sebbene costituita da un non elevato numero di comuni, la provincia mantovana presenta abbastanza ben definiti dal punto di vista orografico-territoriale ma anche storico e culturale cinque ambiti sub-provinciali: Oltrepò, destra Oglio, sinistra Mincio, Mantovano nord-occidentale e area metropolitana di Mantova. Alcuni di essi non hanno un vero e proprio polo di gravitazione al loro interno: malgrado ciò riescono a individuare un'area che si distingue dalle altre in maniera evidente. È il caso della zona definita "destra Oglio" (che in parte fa riferimento a Bozzolo e Viadana) e di quella che chiamiamo "sinistra Mincio" (che si orienta parzialmente anche su Ostiglia), gravitanti soprattutto sul capoluogo provinciale.

Oltrepò : Borgofranco sul Po, Carbonara di Po, Felonica, Gonzaga, Magnacavallo, Moglia, Motteggiana, Pegognaga, Pieve di Coriano, Poggio Rusco, Quingentole, Quistello, Revere, San Benedetto Po, San Giacomo delle Segnate, San Giovanni del Dosso, Schivenoglia, Sermide, Suzzara, Villa Poma.

Destra Oglio: Bozzolo, Commessaggio, Dosolo, Gazzuolo, Pomponesco, Rivarolo Mantovano, Sabbioneta, San Martino dall'Argine, Viadana.

Sinistra Mincio : Bigarello, Castelbelforte, Castel d'Ario, Marmirolo, Ostiglia, Porto Mantovano, Roncoferraro, Roverbella, San Giorgio di Mantova, Serravalle a Po, Sustinente, Villimpenta.

Mantovano nord-occidentale : Acquanegra sul Chiese, Asola, Canneto sull'Oglio, Casalmoro, Casaloldo, Casalromano, Castel Goffredo, Castiglione delle Stiviere, Cavriana, Ceresara, Gazoldo degli Ippoliti, Goito, Guidizzolo, Mariana Mantovana, Medole, Monzambano, Piubega, Ponti sul Mincio, Redondesco, Solferino, Volta Mantovana.

Area metropolitana di Mantova : Bagnolo San Vito, Borgoforte, Castellucchio, Curtatone, Mantova, Marcaria, Rodigo, Virgilio.

OLTREPÒ

Territorio. Diviso in due dal corso della Secchia, che (con andamento nord-sud) l'attraversa fino a raggiungere l'Emilia-Romagna, è delimitato a sud da quest'ultima regione (province di Reggio nell'Emilia, Modena e Ferrara), a est dalla provincia di Rovigo (Veneto), a nord e a ovest dal Po. Con un'ampia insenatura il fiume genera l'oasi dell'isola Boscone (a Carbonara di Po), dove l'abbondante vegetazione, sia spontanea che non, costituisce l'ambiente dei volatili protetti dalla Lipu (Lega italiana per la protezione degli uccelli). Anche a Sermide è stata ricavata un'oasi naturale protetta, la zona umida Digagnola (originata da una cava dismessa). A Felonica il paesaggio, la cui morfologia è generata dal Po, è formato da isole, golene e arenili. Al centro della cosiddetta "Valle del tartufo mantovano" è, infine, Borgofranco sul Po: il tartufo bianco che vi si produce consente la preparazione di piatti dal profumo inconfondibile.

Comunicazioni. Le strade statali hanno il solo andamento nord-sud: la n. 62 della Cisa e la n. 12 Abetone Brennero (che si trova in posizione marginale, all'estremità orientale della provincia). Costituisce eccezione la strada statale n. 413 Romana, che consente il collegamento con l'Emilia-Romagna anche in direzione ovest-est; conducendo alla provincia di Modena, si innesta nella n. 496 Virgiliana a Poggio Rusco. Il territorio è attraversato da tutti i rami della rete ferroviaria che interessano la provincia: la Brescia-Parma, la Codogno-Mantova, la Bologna-Verona, la Verona-Modena, la Suzzara-Ferrara e quella che collega Mantova a Monselice (Veneto), dove si innesta sulla Padova-Bologna; questi attraversano il territorio nelle due direzioni (nord-sud ed est-ovest). La zona è collegata anche al tracciato autostradale dell'A22 Brennero-Modena, di accesso alla rete delle comunicazioni internazionali.

Storia. Tanta parte ebbero i romani nella fondazione di numerosi insediamenti della zona ma ancor più determinante è risultata l'influenza dei benedettini del monastero di Polirone (che, fondato nell'XI secolo, ne costituì il centro della vita spirituale e culturale per circa otto secoli) a San Benedetto Po (la "Montecassino del nord") come a Felonica, dove (agli inizi del '900) si è assistito all'introduzione del culto valdese. L'importanza del Monastero di Polirone fu evidente anche nella determinazione di quale dovesse essere il tratto mantovano del Po. Questo è stato l'elemento naturale che ha arrecato prosperità ma anche danni: favorevole alle coltivazioni, è stato anche all'origine di distruzioni che di continuo hanno costretto gli abitanti della zona a difendersi con opere di arginamento. Non bisogna dimenticare, fra gli elementi comuni, la signoria (più o meno diretta) di Matilde di Canossa, appartenente alla famiglia che (nei secoli fra il X e il XII) assunse un ruolo determinante nella lotta fra papato e impero, costituendo uno stato che si estendeva dalla Toscana alla Lombardia; la "grancontessa" favorì il sorgere di numerose chiese e abbazie. Dopo aver acquisito i territori dei Casaloldi, la famiglia dei Corradi, per volere di Carlo VI, venne investita del feudo di Gonzaga, da cui trasse il nome; anche per il resto dei comuni alla destra del Po il loro dominio fu all'origine dello sviluppo economico, sociale, culturale e artistico (numerosi sono gli esempi dell'architettura caratterizzante l'epoca della loro signoria). Fra gli avvenimenti del risorgimento e del secondo dopoguerra sono degni di nota soprattutto quelli verificatisi a Sermide.

Struttura socio-economica. L'agricoltura è favorita, anche qui, dall'abbondanza delle acque del Po. Il settore secondario è sviluppato soprattutto a Suzzara (dove si distinguono le aziende del comparto meccanico, con il suo indotto, in particolare, di produzione di macchine agricole, di carrelli elevatori e di alberi cardanici) e a Poggiorusco, che costituisce una sorta di appendice della più nota Carpi (MO), per la produzione di maglieria. Per il comparto alimentare, poi, si distingue la produzione lattiero-casearia, leggermente differenziata fra le zone alla destra e alla sinistra del Po: la prima produce parmigiano e la seconda grana.

DESTRA OGLIO

Territorio. Delimitato dall'Oglio a nord e dal Po a sud e a est, confina a ovest con la provincia di Cremona e a sud con l'Emilia-Romagna (province di Reggio nell'Emilia e Parma). Inserito in buona parte nel Parco dell'Oglio Sud, è attraversato da quel "corridoio ecologico" costituito dal canale Bogina, di collegamento fra una rete di piccole aree umide e il corso dell'Oglio (le cui alte arginature, contornate soprattutto da salici ma anche da aceri campestri, pioppi, robinie e gelsi bianchi, seguono il suo caratteristico corso a meandri). Peculiarità della zona è la golena (che spesso il fiume, con le sue piene, trasforma dal punto di vista morfologico), ritenuta interessante anche dall'ente regione, che vi ha istituito la Garzaia di Pomponesco, frequentata da garzette, aironi cenerini e altri ciconiformi.

Comunicazioni. I collegamenti stradali vanno in entrambe le direzioni: nord-sud ed est-ovest; uniscono al capoluogo provinciale la strada statale n. 10 Padana inferiore e la n. 420 Sabbionetana, che immette nella provincia di Parma (Emilia-Romagna), mentre la n. 343 Asolana, proveniente da nord, pone il territorio in comunicazione con la provincia di Reggio nell'Emilia (sempre in Emilia-Romagna): da essa si snoda la n. 358 di Castelnuovo. La linea ferroviaria che collega Mantova a Monselice (Veneto), dove si innesta sulla Padova-Bologna, consente anche il trasporto su rotaia. L'ambito non è, invece, attraversato dalla rete autostradale.

Storia. La sua posizione ha portato (in epoche remote) i cremonesi a contestarne il possesso (almeno in parte) ai mantovani. Ciò ha portato a continui mutamenti di confine, nei secoli. Dal punto di vista ecclesiastico è stata in parte bresciana, in parte cremonese (in alcuni comuni si sono succeduti i cremonesi ai bresciani): taluni comuni sono ancora sottoposti alla diocesi di Cremona. Nell'ottavo secolo i longobardi concessero ai benedettini di Leno il diritto al possesso dei territori di Gazzuolo che con Bozzolo, Viadana (feudo dei Cavalcabò) e Pomponesco fu fra le piccole "capitali" gonzaghesche, come Dosolo e San Martino dall'Argine costituirono consignorie ai tempi dei Gonzaga. Questi riuscirono a fronteggiare le pretese espansionistiche di Mantova e Reggio nell'Emilia, della Chiesa e dell'Impero e lasciarono la loro impronta anche nel patrimonio storico-artistico dell'area. Numerose signorie vi si alternarono: sebbene talora di importanza effimera, esse costituirono sempre un elemento di vitalità per la zona loro sottoposta. Se dal punto di vista culturale ciò ha lasciato la sua impronta in una serie di problemi di identità, d'altro canto la continua ricerca di un prestigio identificante è stata all'origine di un'opera incessante di miglioramento dal punto di vista urbanistico: sono fioriti numerosi palazzi signorili, conventi, e santuari. Esempi di impianto urbanistico che testimonia di un nobile passato si trovano a Bozzolo e Sabbioneta; trasformata per volere di Vespasiano Gonzaga, quest'ultima rappresenta il punto di forza dell'urbanistica cinquecentesca.

Struttura socio-economica. Particolare importanza riveste l'agricoltura, in particolare la viticoltura (al lambrusco del viadanese è stato assegnato il marchio doc dei prodotti "Terra di Virgilio") e la produzione di foraggi, che costituiscono alimenti per bovini e suini. Anche il settore secondario trova il suo luogo di elezione in Viadana, ove si trovano aziende per la trasformazione del legno o per la produzione di pennelli, oltre al comparto tessile e a quello lattiero-caseario. Non mancano opifici per la produzione di mobili, di giochi e giocattoli e per la lavorazione e conservazione di carni, frutta e verdure.

SINISTRA MINCIO

Territorio. È compreso fra la provincia di Verona (a est) e il Mincio, che prima di riversarsi nel Po attraversa un territorio di risaie, piantagioni di mais e pioppeti (la zona umida delle Valli del Mincio, a ovest di Mantova, è una delle più importanti ed estese dell'Italia settentrionale) e si distingue perché è navigabile lungo tutto il corso dell'anno (è, infatti, regolato da chiuse): con un andamento che genera una serie di meandri attraversa un paesaggio di tappeti di ninfee e isole di fiori di loto.

Comunicazioni. I collegamenti stradali pongono la zona in comunicazione con il Veneto, fatta eccezione per la strada statale n. 12 Abetone Brennero e per l'autostrada A22 Brennero-Modena. La strada Abetone Brennero, attraversando Ostiglia e Revere, pone in collegamento il Veneto con l'Emilia-Romagna. Le due linee ferroviarie, quella che collega Mantova a Monselice (Veneto), dove si innesta sulla Padova-Bologna, e la Verona-Modena, garantiscono anche il trasporto su rotaia.

Storia. Nella zona i romani lasciarono segni del loro passaggio ma anche resti di veri e propri insediamenti, eretti a luoghi fortificati; furono seguiti dai benedettini del Polirone, che tanta importanza ebbero nella cultura e nella vita sociale dell'intera provincia. Se famiglie come quelle dei Bonacolsi, degli Scaligeri, dei Cavriani e dei conti di Custoza non riuscirono ad affermarsi uniformemente in tutta la zona, non si può dire altrettanto delle dominazioni dei Canossa e dei Gonzaga, che anche qui ebbero una parte di rilievo nella cultura e nell'economia. Particolarmente importante fu la piccola corte di Sabbioneta.

Struttura socio-economica. Principale fonte di reddito dell'economia dei comuni di quest'ambito è l'agricoltura; vi si distingue la produzione del riso (limitata, in verità), in particolare il Vialone nano, che costituisce prodotto peculiare della zona a confine con il veronese. Altre coltivazioni diffuse sono quelle di cereali, ortaggi, frutta e uve. Come nel resto della provincia, anche qui è prevalente l'allevamento di bovini e suini. Il settore secondario è rappresentato soprattutto nei comparti alimentare (in particolare lattiero-caseario nonché dedito alla produzione per alimenti per uso zootecnico), tessile e dell'abbigliamento, metalmeccanico e per la lavorazione del legno.

MANTOVANO NORD-OCCIDENTALE

Territorio. Attraversato nell'estremità occidentale dal Chiese, è delimitato a est dal Mincio, a sud da una piccola parte dell'Oglio, a ovest dalla provincia di Cremona e a nord dalle colline moreniche del lago di Garda, che ne occupano una minima parte (quella nord-orientale di Ponti sul Mincio, Volta Mantovana e Monzambano). L'andamento plano-altimetrico della parte collinare è quello gradevolmente panoramico, tipico della zona: i verdi rilievi che vi si delineano si contrappongono alla regolarità delle piatte distese circostanti e risaltano sulle coltivazioni di mais. Nella zona settentrionale si trova il complesso morenico di Castellaro Lagusello, una riserva naturale gestita dall'Ente Parco del Mincio, le cui colline sono ricoperte da vigneti e querceti.

Comunicazioni. Le strade statali che l'attraversano sono tutte di collegamento con altre province, in cui il loro tracciato ha origine e fine dopo aver attraversato quella mantovana: la n. 567 del Benaco, di accesso al lago di Garda; la n. 236 Goitese e la n. 343 Asolana, che da questa si diparte. La Goitese proviene da Brescia e termina nei pressi del capoluogo provinciale: costeggia il Mincio da Goito procedendo verso est e, all'altezza di Mantova, muta il nome in Alto Polesana, la n. 482. L'Asolana attraversa il territorio provinciale soltanto nell'estremità occidentale: per un tratto è parallela al Chiese, oltre che all'unica linea ferroviaria dell'ambito, quella che collega Mantova a Monselice (Veneto), dove si innesta sulla Padova-Bologna, e che unisce alla provincia di Cremona.

Storia. Se a Cavriana si trovano resti molto antichi, testimonianza di civiltà palafitticole, prevalentemente agli etruschi e ai romani si devono gli insediamenti più remoti. Il medioevo e il risorgimento, però, sono i periodi più importanti, anche per la storia di quest'ambito. Due domini risultano più importanti: quello della Repubblica di Venezia e quello dei Gonzaga; in particolare, è importante Castiglione delle Stiviere, come capitale di un principato retto dai Gonzaga (il ramo da cui nacque S. Luigi). Come in altre zone della provincia, anche qui i benedettini ebbero una parte di rilievo nella cultura e nell'economia. Ancora più importante è l'influenza di Brescia che, per la sua posizione, ebbe giurisdizione fino al XIX secolo su molti comuni dell'ambito, che solo in seguito divennero mantovani. Anche qui nel XVII secolo fu avvertito il flagello della peste. Le mire di Brescia e di Mantova sulla zona portarono a continui mutamenti di confine, che ebbero come conseguenza naturale una serie di problemi di identità culturale. Non solo dal punto di vista ecclesiastico ma anche politicamente la zona fu frammentata in diverse signorie, con la creazione, talvolta, di entità amministrative autonome, come nel caso di Asola, che costituì un avamposto veneziano.

Struttura socio-economica. L'agricoltura si distingue per la produzione di uve da vino (al rubino e al Pinot dell'alto mantovano è stato assegnato il marchio doc dei prodotti "Terra di Virgilio"). Castelgoffredo, Castiglione delle Stiviere e Canneto sull'Oglio sono i luoghi più importanti per l'economia del territorio. Denominatore comune per le prime due è la produzione delle calze; a Castiglione delle Stiviere, poi, sono rappresentati anche i comparti alimentare e chimico. Acquanegra sul Chiese e Canneto sull'Oglio sono nel cuore dell'area del vivaismo mantovano. In particolare, Canneto sull'Oglio non solo è nota per l'attività per la quale è al centro del secondo (dopo la Toscana) polo del florovivaismo -sin dal XVIII secolo si è distinta per la produzione di gelsi da trapianto- ma vanta anche il primato di essere stata la patria dell'industria italiana del giocattolo; dagli anni Settanta, però, è in estinzione la produzione delle bambole da collezione. Ancora rilevante, invece, risulta la produzione di attrezzi da giardino.

AREA METROPOLITANA DI MANTOVA

Territorio. Delimitato a est dal Mincio (che ne disegna anche una parte del confine settentrionale) e a sud dal Po, trova una sorta di limite naturale (nell'estremo occidente) nelle riserve naturali "Valli del Mincio" e "torbiere di Marcaria", oltre che (in parte) nell'Oglio. Una vegetazione tipicamente palustre caratterizza la seconda riserva naturale. Nei pressi del capoluogo provinciale il Mincio origina i laghi Inferiore, di Mezzo e Superiore, quest'ultimo ricoperto (fra luglio e agosto) dal loto asiatico, che lo rende simile a un'immensa fioriera.

Comunicazioni. Il territorio è attraversato da tutte le strade statali che convergono sul capoluogo provinciale, oltre che dall'autostrada A22 Brennero-Modena e dalle linee ferroviarie: la Codogno-Mantova, quella che collega Mantova a Monselice (Veneto), dove si innesta sulla Padova-Bologna, e la Verona-Modena. Come per il resto della provincia, mancano, invece, porti e aeroporti.

Storia. Interessata in parte dal passaggio degli etruschi e, in seguito, dei galli e dei romani, la zona fu sottoposta ai Canossa, ai Bonacolsi e ai Gonzaga; questi ultimi vi si insediarono per lungo tempo, dando vita allo splendore (dal punto di vista economico, culturale e artistico) di cui tutta la provincia sentì gli effetti benefici. Venne elevata a sede vescovile nel IX secolo, in seguito al ritrovamento del Sangue di Cristo (secondo la tradizione portato nel capoluogo dal soldato romano che aveva trafitto il costato al Redentore). Da quel momento ebbe inizio la parabola ascendente di quel piccolo borgo situato sulle rive del Mincio, che man mano crebbe di importanza. Anche il periodo teresiano (di Maria Teresa d'Austria, XVIII secolo) fu importante (tanti luoghi della cultura dell'epoca restano ancora oggi testimonianza dei passati splendori: il palazzo dell'Accademia, la Chiesa della Trinità -ora deposito archivistico-, il palazzo degli Studi). All'epoca risorgimentale, poi, risale una parte molto importante della sua storia, che la vede parzialmente inserita nel Quadrilatero e, nel complesso, partecipe delle vicende che hanno segnato la storia della Penisola.

Struttura socio-economica. Anche dal punto di vista economico è evidente il ruolo di predominio del capoluogo di provincia sul resto dei comuni di quest'ambito, in cui una industrializzazione diffusa non ha soppiantato le produzioni del settore primario ma, anzi, in taluni casi ne è divenuta un naturale sviluppo: è il caso delle industrie del comparto alimentare, specie lattiero-caseario e di conservazione, che dai prodotti degli allevamenti suini e bovini trae le materie da trasformare. Anche i comparti tessile e dell'abbigliamento, quello metalmeccanico e quello per la lavorazione del legno trovano aziende in gran parte del territorio. A Mantova riveste importanza particolare la produzione di piattaforme per ricerche petrolifere in mare; si aggiungono il comparto dell'abbigliamento, nonché quelli chimico, estrattivo e di raffineria.

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