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DINASTIA FLAVIA
Approfondimento
Approfondimento: DINASTIA FLAVIA
Famiglia romana di estrazione plebea originaria di Rieti, a cui appartennero tre imperatori che governarono Roma dal 69 al 96 d. C.: Vespasiano, Tito e Domiziano. Successore di Nerone, Vespasiano fu imperatore dal 69 al 79 d. C., dopo aver percorso tutta la scala gerarchica dei gradi militari e delle cariche pubbliche. Era di origine borghese, a differenza dei predecessori: suo nonno era stato centurione e suo padre cavaliere. Caratterizzato da grande avidità, incentrò la sua politica sul consolidamento delle finanze imperiali: attuò una riforma con la quale creò nuove tasse, raddoppiò i tributi provinciali, aumentò il numero delle province soggette a imposta e rivendicò allo stato le terre prese dai privati, i cosiddetti SUBSECIVA. Inoltre, in contrasto con la politica del senato, concesse con molta generosità la cittadinanza romana e latina a intere province, come per esempio la Spagna; estese il pomerio, ossia lo spazio sacro intorno alle mura di Roma su cui era vietato arare e costruire case; rivoluzionò il campo del diritto agrario, cosa che portò alla creazione dei primi trattati di agrimensura; rinnovò l'esercito, escludendo gli italici dalle legioni e aumentando il numero di queste ultime per rafforzare le frontiere; dimostrò un forte interesse per le opere pubbliche e l'abbellimento di Roma, facendo ricostruire il Campidoglio, il tempio della Pace e un nuovo foro e iniziando i lavori dell'Anfiteatro Flavio e delle terme, terminati in seguito dal figlio Tito. Quest'ultimo gli succedette nella carica di imperatore. Già noto durante l'impero del padre per la sua generosità, per essere stato prefetto del pretorio e per aver domato l'eroica rivolta degli ebrei con la riconquista di Gerusalemme e la distruzione del tempio di Salomone (70 d. C.), ebbe un regno brevissimo, dal 79 all'81 d. C., funestato fin dal primo anno da cataclismi: l'eruzione del Vesuvio (79 d. C.), che seppellì Pompei, Ercolano e Stabia -occasione in cui l'imperatore rivelò le sue capacità di organizzatore-, una grave pestilenza scoppiata in Italia e un incendio che distrusse il Campidoglio e una parte di Roma. Fu comunque ricordato con affetto dai romani tanto da meritarsi l'appellativo di "genio e delizia del genere umano". Ultimo imperatore della dinastia Flavia fu Domiziano (81-96 d. C.), fratello di Tito. Adoratore di Minerva-Iside e seguace di ideali ellenistici, mirò a un potere assoluto e per questo si alienò il sostegno dell'aristocrazia romana e del senato. Malgrado i successi nella guerra britannica, portata a termine dal generale Agricola nell'84 d. C., e la vittoria sul popolo germanico dei catti, l'epoca domizianea non fu la più felice sul piano militare: si ebbero sconfitte in Dacia e nella Mesia mentre insolute rimasero le difficoltà della guerra contro le tribù germaniche dei quadi e dei marcomanni. Divenuto sospettoso e crudele a causa del clima di ostilità e diffidenza che lo circondava, Domiziano instaurò un regime di terrore: reagì all'inasprimento dei rapporti con il senato con la condanna di uno degli esponenti più intransigenti, Elvidio Prisco -di questa iniziativa ebbe in seguito a pentirsi- e nel 95 d. C. iniziò la persecuzione di quei circoli di "senza dei", cioè i cristiani, contro i quali mosse l'accusa di ateismo e di manifestazione di costumi e usi giudaici. Per tutto questo, alla sua morte, avvenuta il 18 settembre 96 d. C., a causa di una congiura ordita secondo alcuni in ambienti cristiani, secondo altri dai prefetti del pretorio e dalla stessa moglie Domizia Longina, il senato gli inflisse la DAMNATIO MEMORIAE, cioè la cancellazione del nome dagli atti pubblici.