Descrizione

Piccola comunità di montagna di origine molto antica, la cui economia poggia sulle attività rurali e, in parte, sul turismo. La comunità dei vivaresi, con un indice di vecchiaia da primato, vive concentrata nel capoluogo comunale, che, raggruppato sulla punta di uno sperone, è caratterizzato da una sensibile espansione edilizia di tipo turistico-residenziale. Il territorio comunale abbraccia una zona di rilievi montani, protesi verso il lago artificiale del Turano e culminanti con il monte Croce, dal quale si spazia con lo sguardo dalle cime del massiccio del Gran Sasso a quella del monte Terminillo. Formazioni di castagni, querce, cerri e faggi, con un sottobosco piuttosto rado di cespugli di agrifoglio ed elleboro, offrono rifugio a una ricca fauna di volpi, tassi, lepri e moscardini, su cui incombe la perenne minaccia dei cacciatori. Nello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggiano tre stelle alpine avvinte da una vipera. Il motto è: COMUNITAS VIVARII 1807.

Piccola comunità di montagna di origine molto antica, la cui economia poggia sulle attività rurali e, in parte, sul turismo. La comunità dei vivaresi, con un indice di vecchiaia da primato, vive concentrata nel capoluogo comunale, che, raggruppato sulla punta di uno sperone, è caratterizzato da una sensibile espansione edilizia di tipo turistico-residenziale. Il territorio comunale abbraccia una zona di rilievi montani, protesi verso il lago artificiale del Turano e culminanti con il monte Croce, dal quale si spazia con lo sguardo dalle cime del massiccio del Gran Sasso a quella del monte Terminillo. Formazioni di castagni, querce, cerri e faggi, con un sottobosco piuttosto rado di cespugli di agrifoglio ed elleboro, offrono rifugio a una ricca fauna di volpi, tassi, lepri e moscardini, su cui incombe la perenne minaccia dei cacciatori. Nello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggiano tre stelle alpine avvinte da una vipera. Il motto è: COMUNITAS VIVARII 1807.

Storia

Le sue origini sono legate alla popolazione italica degli equi, sottomessi dai romani nel 299 a.C. All’epoca delle invasioni barbariche fece parte del ducato longobardo di Spoleto (568-774) e fu in seguito donata all’abbazia di Farfa dal duca Trasmondo. Nel 1400 circa passò agli Orsini e poi ai Brancaleone; nel 1609 fu acquistata definitivamente da Giovanni Battista Borghese. Per sottrarsi alla sudditanza feudale, nel 1892 s’impegnò al versamento di un canone annuo ma non riuscì a lungo a far fronte al gravoso onere, di cui si fece carico il cardinale Angelo di Pietro nel 1902. Deve il nome, privo di specificazione fino al 1872, al latino VIVARIUM, ‘vivaio’; i romani, infatti, dopo aver fondato la colonia latina di CARSEOLI, v’impiantarono un allevamento di animali sfruttando le sue abbondanti risorse idriche. Di grande interesse storico-artistico sono i resti della rocca, risalente al XV secolo, di cui sopravvive solo la parte frontale di un torrione. Il patrimonio architettonico locale annovera inoltre la moderna parrocchiale di San Biagio, dove si conservano affreschi murali e trittici di Silvio Galimberti ed Eugenio Cisterna, e la chiesa-santuario dedicata alla Madonna Illuminata, di antichissime origini –è ricordata per la prima volta in una bolla papale di Urbano IV del 1262–.

Le sue origini sono legate alla popolazione italica degli equi, sottomessi dai romani nel 299 a.C. All’epoca delle invasioni barbariche fece parte del ducato <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=LONGOBARDO'>longobardo</a> di Spoleto (568-774) e fu in seguito donata all’<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ABBAZIADIFARFA'>abbazia di Farfa</a> dal duca Trasmondo. Nel 1400 circa passò agli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ORSINI'>Orsini</a> e poi ai Brancaleone; nel 1609 fu acquistata definitivamente da Giovanni Battista <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=BORGHESE'>Borghese</a>. Per sottrarsi alla sudditanza feudale, nel 1892 s’impegnò al versamento di un canone annuo ma non riuscì a lungo a far fronte al gravoso onere, di cui si fece carico il cardinale Angelo di Pietro nel 1902. Deve il nome, privo di specificazione fino al 1872, al latino VIVARIUM, ‘vivaio’; i romani, infatti, dopo aver fondato la colonia latina di CARSEOLI, v’impiantarono un allevamento di animali sfruttando le sue abbondanti risorse idriche. Di grande interesse storico-artistico sono i resti della rocca, risalente al XV secolo, di cui sopravvive solo la parte frontale di un torrione. Il patrimonio architettonico locale annovera inoltre la moderna parrocchiale di San Biagio, dove si conservano affreschi murali e trittici di Silvio Galimberti ed Eugenio Cisterna, e la chiesa-santuario dedicata alla Madonna Illuminata, di antichissime origini –è ricordata per la prima volta in una bolla papale di Urbano IV del 1262–.

Economia

La comunità conduce un’esistenza tranquilla, aliena da ritmi frenetici ma vivace e movimentata durante il periodo estivo. L’agricoltura, specializzata nella coltivazione di cereali e legumi, nonostante la sensibile contrazione verificatasi negli ultimi anni, rappresenta ancora oggi una risorsa fondamentale, insieme all’allevamento equino; l’industria, legata ai comparti tradizionali della trasformazione dei prodotti agricoli e del legno, ha un’incidenza minima sulla formazione del reddito; il commercio è circoscritto ai beni di prima necessità e del tutto assenti sono i comparti qualificati del credito e delle assicurazioni. Il comune, dotato degli ordinari uffici municipali e postali, non dispone né di scuole né di strutture culturali e sanitarie –manca anche la farmacia–; è provvisto invece di un discreto apparato ricettivo, comprendente ristoranti e strutture per il soggiorno.

La comunità conduce un’esistenza tranquilla, aliena da ritmi frenetici ma vivace e movimentata durante il periodo estivo. L’agricoltura, specializzata nella coltivazione di cereali e legumi, nonostante la sensibile contrazione verificatasi negli ultimi anni, rappresenta ancora oggi una risorsa fondamentale, insieme all’allevamento equino; l’industria, legata ai comparti tradizionali della trasformazione dei prodotti agricoli e del legno, ha un’incidenza minima sulla formazione del reddito; il commercio è circoscritto ai beni di prima necessità e del tutto assenti sono i comparti qualificati del credito e delle assicurazioni. Il comune, dotato degli ordinari uffici municipali e postali, non dispone né di scuole né di strutture culturali e sanitarie –manca anche la farmacia–; è provvisto invece di un discreto apparato ricettivo, comprendente ristoranti e strutture per il soggiorno.

Relazioni

Rappresenta una piacevole stazione di soggiorno estivo, assai rinomata per la sua leggerissima acqua, detta della “Nocchia”; questa procura rapidi e salutari effetti a chi soffre di malattie epatiche e sgorga copiosa dalle fonti “’e Sosanna” e “Vazzimigna”, ubicate entrambe presso la cima del monte Croce. Nella bella stagione si succedono manifestazioni, feste religiose e sagre di un certo richiamo, tra cui spiccano: la suggestiva cerimonia con cui il Lunedì dell’Angelo la sacra immagine di Maria Santissima Illuminata viene accompagnata all’omonimo santuario –dopo la funzione religiosa ha luogo “gliu cuculacchio”, abbondante colazione campestre con il cibo consumato ritualmente sulle ginocchia–; la festa in onore di Sant’Antonio da Padova (13 giugno); l’allegra e chiassosa “cocomerata” (agosto); la festa di Maria Santissima Illuminata (4-6 agosto), con una fiaccolata notturna dal santuario all’abitato che apre i festeggiamenti e, nei giorni successivi, altre processioni, concerti bandistici, spettacoli di musica sacra e folcloristica, giochi popolari e artifici pirotecnici. La festa del Patrono San Biagio si celebra il 3 febbraio.

Rappresenta una piacevole stazione di soggiorno estivo, assai rinomata per la sua leggerissima acqua, detta della “Nocchia”; questa procura rapidi e salutari effetti a chi soffre di malattie epatiche e sgorga copiosa dalle fonti “’e Sosanna” e “Vazzimigna”, ubicate entrambe presso la cima del monte Croce. Nella bella stagione si succedono manifestazioni, feste religiose e sagre di un certo richiamo, tra cui spiccano: la suggestiva cerimonia con cui il Lunedì dell’Angelo la sacra immagine di Maria Santissima Illuminata viene accompagnata all’omonimo santuario –dopo la funzione religiosa ha luogo “gliu cuculacchio”, abbondante colazione campestre con il cibo consumato ritualmente sulle ginocchia–; la festa in onore di Sant’Antonio da Padova (13 giugno); l’allegra e chiassosa “cocomerata” (agosto); la festa di Maria Santissima Illuminata (4-6 agosto), con una fiaccolata notturna dal santuario all’abitato che apre i festeggiamenti e, nei giorni successivi, altre processioni, concerti bandistici, spettacoli di musica sacra e folcloristica, giochi popolari e artifici pirotecnici. La festa del Patrono San Biagio si celebra il 3 febbraio.

Località

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Vivaro Romano rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.