Descrizione

Comune collinare di origine molto antica, con un’economia basata sulle attività industriali, relativamente sviluppate, e su quelle rurali. I vitorchianesi, con un indice di vecchiaia nella media, risiedono per lo più nel capoluogo comunale e in case sparse sui fondi; il resto della comunità si distribuisce in alcuni aggregati urbani minori. L’abitato, posto su una rupe delimitata da due canaloni, è protetto a nord da questi ampi e profondi burroni e a meridione dalle mura castellane, ben conservate; all’interno della cinta muraria si ritrovano elementi tipici dell’architettura viterbese, come profferli, fontane a fuso e abitazioni in pietra prive di intonaco ma abbellite da una profusione di fiori. Il territorio comunale si estende sui rilievi prodotti dalle colate laviche del vulcano Cimino; l’alternanza tra distese coltivate, filari di viti, folti castagneti e boschi di querce testimonia il rispettoso equilibrio tra l’uomo e la natura. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia un castello rosso, munito di una torricella e di porta e finestra nere; la costruzione è posta su una verde campagna, sulla quale sono impresse le lettere dorate S, P, Q e R.

Comune collinare di origine molto antica, con un’economia basata sulle attività industriali, relativamente sviluppate, e su quelle rurali. I vitorchianesi, con un indice di vecchiaia nella media, risiedono per lo più nel capoluogo comunale e in case sparse sui fondi; il resto della comunità si distribuisce in alcuni aggregati urbani minori. L’abitato, posto su una rupe delimitata da due canaloni, è protetto a nord da questi ampi e profondi burroni e a meridione dalle mura castellane, ben conservate; all’interno della cinta muraria si ritrovano elementi tipici dell’architettura viterbese, come profferli, fontane a fuso e abitazioni in pietra prive di intonaco ma abbellite da una profusione di fiori. Il territorio comunale si estende sui rilievi prodotti dalle colate laviche del vulcano Cimino; l’alternanza tra distese coltivate, filari di viti, folti castagneti e boschi di querce testimonia il rispettoso equilibrio tra l’uomo e la natura. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia un castello rosso, munito di una torricella e di porta e finestra nere; la costruzione è posta su una verde campagna, sulla quale sono impresse le lettere dorate S, P, Q e R.

Storia

La sua storia è caratterizzata da un profondo legame di fedeltà nei confronti di Roma. Di origine etrusca, divenne possedimento della Chiesa nel 730 d.C. e nel XII secolo appoggiò Roma nella guerra contro Viterbo, ottenendone in seguito la protezione dalle ritorsioni dei viterbesi, definitivamente respinti nel Duecento. Successivamente, quando il senato romano cedette l’abitato a Giovanni Annibaldi, la comunità ricomprò la propria libertà e, una volta riottenutala, decise sorprendentemente di porsi di nuovo sotto il dominio della Santa Sede; venne così insignita del titolo di FIDELISSIMA e ricevette vari altri privilegi, tra cui il diritto di aggiungere nello stemma comunale la sigla S.P.Q.R. Nel Quattrocento per un brevissimo periodo appartenne al re di Napoli Ladislao di Durazzo, poi seguì le sorti della Chiesa fino all’unità d’Italia. Il toponimo sembra provenire dall’espressione VICUS ORCLANUS, derivante da ORCLA, ‘Norchia’, nome di un insediamento situato tra Blera e Tuscania, dal quale probabilmente l’abitato dipese. Attraverso un unico varco, Porta Romana, si accede al centro storico, dove si possono ammirare, tra l’altro, il palazzo comunale, che ospita un interessante archivio con documenti del Medioevo, il palazzo del Podestà, la fontana a fuso di stile viterbese, la rinascimentale chiesa di Sant’Amanzio e la romanica chiesa di Santa Maria, con un bel campanile in stile gotico e, all’interno, un fonte battesimale rinascimentale e un pergamo del XVI secolo. Altri interessanti edifici religiosi si trovano nei dintorni dell’abitato: sono la cinquecentesca chiesa di Sant’Antonio, il santuario di San Michele Arcangelo e la chiesa della Madonna di San Nicola; quest’ultima, edificata nel XV secolo, è adorna di pregevoli affreschi, opera di numerosi artisti, tra i quali gli allievi del Perugino, del Pinturicchio e del Pastura.

La sua storia è caratterizzata da un profondo legame di fedeltà nei confronti di Roma. Di origine <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ETRUSCA'>etrusca</a>, divenne possedimento della Chiesa nel 730 d.C. e nel XII secolo appoggiò Roma nella guerra contro Viterbo, ottenendone in seguito la protezione dalle ritorsioni dei viterbesi, definitivamente respinti nel Duecento. Successivamente, quando il senato romano cedette l’abitato a Giovanni <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ANNIBALDI'>Annibaldi</a>, la comunità ricomprò la propria libertà e, una volta riottenutala, decise sorprendentemente di porsi di nuovo sotto il dominio della Santa Sede; venne così insignita del titolo di FIDELISSIMA e ricevette vari altri privilegi, tra cui il diritto di aggiungere nello stemma comunale la sigla S.P.Q.R. Nel Quattrocento per un brevissimo periodo appartenne al re di Napoli Ladislao di Durazzo, poi seguì le sorti della Chiesa fino all’unità d’Italia. Il toponimo sembra provenire dall’espressione VICUS ORCLANUS, derivante da ORCLA, ‘Norchia’, nome di un insediamento situato tra Blera e Tuscania, dal quale probabilmente l’abitato dipese. Attraverso un unico varco, Porta Romana, si accede al centro storico, dove si possono ammirare, tra l’altro, il palazzo comunale, che ospita un interessante archivio con documenti del Medioevo, il palazzo del Podestà, la fontana a fuso di stile viterbese, la rinascimentale chiesa di Sant’Amanzio e la romanica chiesa di Santa Maria, con un bel campanile in stile gotico e, all’interno, un fonte battesimale rinascimentale e un pergamo del XVI secolo. Altri interessanti edifici religiosi si trovano nei dintorni dell’abitato: sono la cinquecentesca chiesa di Sant’Antonio, il santuario di San Michele Arcangelo e la chiesa della Madonna di San Nicola; quest’ultima, edificata nel XV secolo, è adorna di pregevoli affreschi, opera di numerosi artisti, tra i quali gli allievi del Perugino, del Pinturicchio e del Pastura.

Economia

L’agricoltura, rivolta alla coltivazione di frumento, nocciole, ciliegie e uva, in parte lavorati nelle aziende alimentari presenti sul posto, costituisce ancora, insieme all’allevamento di bovini, una significativa risorsa economica. Il quadro dell’economia locale evidenzia soprattutto il buon livello di sviluppo dell’industria, che, pur essendo caratterizzata da dimensioni aziendali per lo più piccole, è in grado di fornire occupazione a una buona percentuale di popolazione attiva: oltre alle summenzionate imprese alimentari, sono presenti aziende metallurgiche, meccaniche, del legno, dei mobili e della lavorazione della pietra; meno rilevante appare il ruolo del commercio, commisurato comunque alle esigenze della comunità, mentre il comparto dei servizi include il credito. Il dinamismo e la vivacità intellettuale che caratterizzano la comunità vitorchianese sono testimoniati anche dalla presenza di un giornale locale e di squadre sportive. Il comune ospita una stazione dei carabinieri, le scuole dell’obbligo, una biblioteca comunale e, per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, la farmacia; il suo apparato ricettivo, tuttavia, è privo di strutture per il soggiorno.

L’agricoltura, rivolta alla coltivazione di frumento, nocciole, ciliegie e uva, in parte lavorati nelle aziende alimentari presenti sul posto, costituisce ancora, insieme all’allevamento di bovini, una significativa risorsa economica. Il quadro dell’economia locale evidenzia soprattutto il buon livello di sviluppo dell’industria, che, pur essendo caratterizzata da dimensioni aziendali per lo più piccole, è in grado di fornire occupazione a una buona percentuale di popolazione attiva: oltre alle summenzionate imprese alimentari, sono presenti aziende metallurgiche, meccaniche, del legno, dei mobili e della lavorazione della pietra; meno rilevante appare il ruolo del commercio, commisurato comunque alle esigenze della comunità, mentre il comparto dei servizi include il credito. Il dinamismo e la vivacità intellettuale che caratterizzano la comunità vitorchianese sono testimoniati anche dalla presenza di un giornale locale e di squadre sportive. Il comune ospita una stazione dei carabinieri, le scuole dell’obbligo, una biblioteca comunale e, per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, la farmacia; il suo apparato ricettivo, tuttavia, è privo di strutture per il soggiorno.

Relazioni

Vanta apprezzabili attrattive storico-architettoniche e naturalistiche, come i folti boschi sulle pendici del monte Cimino. Richiama un buon numero di visitatori grazie anche al nutrito numero di manifestazioni folcloristiche e culturali che vi si svolgono: il corteo storico (18-19 maggio), la mostra “Arte ceramica a Vitorchiano” (dal 20 luglio al 18 agosto), la sagra del “cavatello” (primo fine settimana di agosto), un tipo di pasta a base di acqua e farina, e il presepe vivente (25-26 dicembre). Il Patrono San Michele si festeggia il 7 maggio.

Vanta apprezzabili attrattive storico-architettoniche e naturalistiche, come i folti boschi sulle pendici del monte Cimino. Richiama un buon numero di visitatori grazie anche al nutrito numero di manifestazioni folcloristiche e culturali che vi si svolgono: il corteo storico (18-19 maggio), la mostra “Arte ceramica a Vitorchiano” (dal 20 luglio al 18 agosto), la sagra del “cavatello” (primo fine settimana di agosto), un tipo di pasta a base di acqua e farina, e il presepe vivente (25-26 dicembre). Il Patrono San Michele si festeggia il 7 maggio.

Località

Gramignana, Monastero Suore Trappiste, Stazione

Gramignana, Monastero Suore Trappiste, Stazione

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Vitorchiano rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.