Descrizione

Comune collinare, dalle antiche origini, che conservando le tradizionali attività agricole ha sviluppato il tessuto industriale. La comunità dei vidoresi, con un indice di vecchiaia nella media, è quasi tutta distribuita nel capoluogo comunale, contiguo al centro Bigolino del comune di Valdobbiadene. Il territorio, comprendente anche le località di Soprapiana, Riva Alta e Camalò, presenta un profilo geometrico irregolare, con qualche variazione altimetrica più accentuata nella parte settentrionale. L’abitato fa registrare significativi segni di espansione edilizia. Nello stemma comunale argenteo, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è rappresentato un castello turrito, rosso, merlato alla guelfa e fondato su una verde campagna.

Comune collinare, dalle antiche origini, che conservando le tradizionali attività agricole ha sviluppato il tessuto industriale. La comunità dei vidoresi, con un indice di vecchiaia nella media, è quasi tutta distribuita nel capoluogo comunale, contiguo al centro Bigolino del comune di Valdobbiadene. Il territorio, comprendente anche le località di Soprapiana, Riva Alta e Camalò, presenta un profilo geometrico irregolare, con qualche variazione altimetrica più accentuata nella parte settentrionale. L’abitato fa registrare significativi segni di espansione edilizia. Nello stemma comunale argenteo, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è rappresentato un castello turrito, rosso, merlato alla guelfa e fondato su una verde campagna.

Storia

I primi insediamenti nella zona risalgono alla discesa dei cimbri nella valle del Piave verso il 102 a.C.; a questi subentrarono stanziamenti romani, come testimoniato dal rinvenimento di alcuni reperti archeologici di epoca tardo imperiale. Dopo la caduta di Roma, si aprì alle invasioni barbariche, delle quali particolarmente significativa fu quella dei longobardi. Non è chiaro se il toponimo derivi da “vi”, ‘viti d’oro’, da Victorius luogotenente del re Alboino, da “Victor”, richiamandosi a S. Vittore di Cilicia, o da “guidor”, usato nel senso di luogo guida, in riferimento all’importanza assunta dal borgo per la presenza del porto franco sul Piave, dell’abbazia di S. Bona, divenuta il centro economico per i paesi vicini, e del castello che, dopo vari assalti e passaggi di proprietà, nel 1510 fu raso al suolo dall’esercito dell’imperatore Massimiliano I. Appartenuta in origine ai castellani di Vidor, passò in seguito sotto l’influenza del comune di Treviso, di cui seguì le vicende: venne quindi annessa alla Repubblica veneta, sotto la quale godette di autonomia amministrativa, comprendendo anche le località di Colbertaldo, Moriago e Mosnigo; le ultime due si staccarono nel 1819, divenendo autonome. Al declino della Serenissima, nel 1797, seguirono le occupazioni francese e austriaca, l’annessione al Regno d’Italia nel 1866 e i gravissimi danni dei conflitti mondiali. Nel patrimonio storico-architettonico, oltre al complesso della già citata abbazia di San Bona, degli inizi del 1100, degne di nota sono: la parrocchiale, la chiesa monumento ai Caduti, villa Zadra-Spagnol e la parrocchiale di S. Andrea a Colbertaldo.

I primi insediamenti nella zona risalgono alla discesa dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=VEN&parola=CIMBRI'>cimbri</a> nella valle del <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=VEN&parola=PIAVE'>Piave</a> verso il 102 a.C.; a questi subentrarono stanziamenti romani, come testimoniato dal rinvenimento di alcuni reperti archeologici di epoca tardo imperiale. Dopo la caduta di Roma, si aprì alle invasioni barbariche, delle quali particolarmente significativa fu quella dei longobardi. Non è chiaro se il toponimo derivi da “vi”, ‘viti d’oro’, da Victorius luogotenente del re Alboino, da “Victor”, richiamandosi a S. Vittore di Cilicia, o da “guidor”, usato nel senso di luogo guida, in riferimento all’importanza assunta dal borgo per la presenza del porto franco sul <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=VEN&parola=PIAVE'>Piave</a>, dell’abbazia di S. Bona, divenuta il centro economico per i paesi vicini, e del castello che, dopo vari assalti e passaggi di proprietà, nel 1510 fu raso al suolo dall’esercito dell’imperatore Massimiliano I. Appartenuta in origine ai castellani di Vidor, passò in seguito sotto l’influenza del comune di Treviso, di cui seguì le vicende: venne quindi annessa alla Repubblica veneta, sotto la quale godette di autonomia amministrativa, comprendendo anche le località di Colbertaldo, Moriago e Mosnigo; le ultime due si staccarono nel 1819, divenendo autonome. Al declino della Serenissima, nel 1797, seguirono le occupazioni francese e austriaca, l’annessione al Regno d’Italia nel 1866 e i gravissimi danni dei conflitti mondiali. Nel patrimonio storico-architettonico, oltre al complesso della già citata abbazia di San Bona, degli inizi del 1100, degne di nota sono: la parrocchiale, la chiesa monumento ai Caduti, villa Zadra-Spagnol e la parrocchiale di S. Andrea a Colbertaldo.

Economia

è sede della Pro Loco. L’economia locale non ha abbandonato l’agricoltura: si coltivano cereali, ortaggi, foraggi, viti e frutteti. È praticato anche l’allevamento, soprattutto di bovini e avicoli. Il tessuto industriale è costituito da fabbriche alimentari, chimiche, meccaniche, tra cui quelle di macchine per l’agricoltura e la silvicoltura, metalmeccaniche, tessili, dell’abbigliamento, di calzature, del legno, del vetro, di materiali da costruzione, di strumenti ottici e fotografici e per l’estrazione di ghiaia, sabbia e argilla; a queste si affiancano mobilifici e imprese edili. Il terziario si compone della rete distributiva e dell’insieme dei servizi, tra i quali si segnala il servizio bancario. Priva di servizi pubblici particolari, non presenta strutture sociali di rilievo, se si eccettua una casa di riposo; nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione primaria e non manca una biblioteca per l’arricchimento culturale. Il compito di salvaguardare e diffondere la cultura e l’informazione è affidato anche alle iniziative della locale stazione radiotelevisiva. L’unica struttura ricettiva esistente non consente il soggiorno, mentre le strutture sanitarie garantiscono il solo servizio farmaceutico; per latre prestazioni occorre rivolgersi altrove.

è sede della Pro Loco. L’economia locale non ha abbandonato l’agricoltura: si coltivano cereali, ortaggi, foraggi, viti e frutteti. È praticato anche l’allevamento, soprattutto di bovini e avicoli. Il tessuto industriale è costituito da fabbriche alimentari, chimiche, meccaniche, tra cui quelle di macchine per l’agricoltura e la silvicoltura, metalmeccaniche, tessili, dell’abbigliamento, di calzature, del legno, del vetro, di materiali da costruzione, di strumenti ottici e fotografici e per l’estrazione di ghiaia, sabbia e argilla; a queste si affiancano mobilifici e imprese edili. Il terziario si compone della rete distributiva e dell’insieme dei servizi, tra i quali si segnala il servizio bancario. Priva di servizi pubblici particolari, non presenta strutture sociali di rilievo, se si eccettua una casa di riposo; nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione primaria e non manca una biblioteca per l’arricchimento culturale. Il compito di salvaguardare e diffondere la cultura e l’informazione è affidato anche alle iniziative della locale stazione radiotelevisiva. L’unica struttura ricettiva esistente non consente il soggiorno, mentre le strutture sanitarie garantiscono il solo servizio farmaceutico; per latre prestazioni occorre rivolgersi altrove.

Relazioni

Meta turistica abbastanza celebrata per la sua vicinanza al Piave, alle Prealpi Trevigiane e al Montello, registra anche un buon numero di presenze esterne nel mondo del lavoro, grazie al suo sviluppo economico che consente l’assorbimento di flussi di manodopera. I suoi rapporti con i centri vicini, solitamente non rilevanti, si intensificano in occasione di tradizionali appuntamenti folcloristici quali: la mostra del Prosecco, che ha luogo in marzo; l’ultracentenaria sagra di San Giuseppe; il moto-raduno, con moto provenienti dall’Italia e dall’estero, e la festa della Madonna delle Grazie, in località Colbertaldo; il “Settembre Vidorese”, con intrattenimenti vari, e la fiera di Sant’Andrea, con esposizione e vendita di macchine agricole e ciclocross sulle colline del paese. Il Patrono, San Giuseppe, si festeggia il 19 marzo.

Meta turistica abbastanza celebrata per la sua vicinanza al <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=VEN&parola=PIAVE'>Piave</a>, alle Prealpi Trevigiane e al Montello, registra anche un buon numero di presenze esterne nel mondo del lavoro, grazie al suo sviluppo economico che consente l’assorbimento di flussi di manodopera. I suoi rapporti con i centri vicini, solitamente non rilevanti, si intensificano in occasione di tradizionali appuntamenti folcloristici quali: la mostra del Prosecco, che ha luogo in marzo; l’ultracentenaria sagra di San Giuseppe; il moto-raduno, con moto provenienti dall’Italia e dall’estero, e la festa della Madonna delle Grazie, in località Colbertaldo; il “Settembre Vidorese”, con intrattenimenti vari, e la fiera di Sant’Andrea, con esposizione e vendita di macchine agricole e ciclocross sulle colline del paese. Il Patrono, San Giuseppe, si festeggia il 19 marzo.

Località

Camalò, Riva Alta, Soprapiana

Camalò, Riva Alta, Soprapiana

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Vidor rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.