Descrizione

Comune di montagna, di origine antica, che fonda la sua economia sulle tradizionali attività agricole e su poche attività industriali. Un tempo antica stazione di transito a vocazione commerciale, ha potuto sfruttare, nel corso del Novecento, una ricchezza sconosciuta nei secoli precedenti: il turismo. I varzesi, che presentano un indice di vecchiaia di poco superiore alla media, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce in aggregati urbani minori e case sparse. Il territorio, comprendente le aree speciali Boccareccio e lago d'Avino, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate: si raggiungono i 3.552 metri sul livello del mare. L'abitato sorge nell'ampio fondovalle alla sinistra del torrente Diveria, presso lo sbocco del vallone del torrente Cairasca.

Comune di montagna, di origine antica, che fonda la sua economia sulle tradizionali attività agricole e su poche attività industriali. Un tempo antica stazione di transito a vocazione commerciale, ha potuto sfruttare, nel corso del Novecento, una ricchezza sconosciuta nei secoli precedenti: il turismo. I varzesi, che presentano un indice di vecchiaia di poco superiore alla media, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce in aggregati urbani minori e case sparse. Il territorio, comprendente le aree speciali Boccareccio e lago d'Avino, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate: si raggiungono i 3.552 metri sul livello del mare. L'abitato sorge nell'ampio fondovalle alla sinistra del torrente Diveria, presso lo sbocco del vallone del torrente Cairasca.

Storia

Qualche studioso collega questo toponimo a “varicis”, dal nome personale “Varicus”. Secondo la tradizione, potrebbe essere collegato alla posizione del territorio in una valle molto stretta che poi improvvisamente si allarga: da questo fattore morfologico deriverebbe il nome celtico “Vargo”, con il significato di ‘varco, allargamento nella valle', mutatosi poi nel latino VARTIO-VARTIUM. I suoi primi abitanti furono i liguri, seguiti dai celti e dai leponzi. Sotto l'imperatore romano Augusto, faceva parte delle Alpi Attrezziane. Dal II secolo d.C. passò successivamente sotto il dominio dei cimbri, dei teutoni, fino ai burgundi, ai lombardi e ai franchi. Nell'alto Medioevo subì le incursioni dei saraceni, arrivati sin qui attraverso la via romana. Questa via, riadattata nei secoli, diventò la via Francigena, attraverso la quale passarono fiorenti commerci fra il ducato di Milano e il vescovato di Sion, nel Vallese. Nel 1321 vennero redatti i primi statuti della valle per regolare soprattutto i trasporti delle merci. Del resto per secoli (prima dell'apertura del tunnel ferroviario nel 1905) la principale occupazione dei suoi abitanti, oltre all'agricoltura e alla pastorizia, fu costituita dal trasporto delle merci da un versante all'altro del Sempione. Forse anche per questo, fin dal XIV secolo, si ebbero numerosi scontri armati coi vallesani per questioni di confini, che continuarono con alterna intensità fino al 1800, quando Napoleone fece costruire la strada sull'attuale tracciato. I commerci vennero intensificati e la pace sul confine si mantenne stabile. Divenne comune negli anni Novanta del XIX secolo. Tra le testimonianze storico-architettoniche meritano di essere citate: la torre, costruzione massiccia in pietra di granito; la chiesa parrocchiale, in stile romanico non puro, a tre navate; i numerosi oratori, circa una quindicina in tutto, meta di passeggiate , su strade asfaltate o su pittoreschi sentieri, fra i boschi (il più antico è quello di Riceno, edificato nel 1599), e il ponte romano, detto “ponte nuovo” perché costruito attorno al 1300 d.C., in sostituzione di un altro ponte fatto costruire da Augusto, distrutto da una piena del torrente.

Qualche studioso collega questo toponimo a “varicis”, dal nome personale “Varicus”. Secondo la tradizione, potrebbe essere collegato alla posizione del territorio in una valle molto stretta che poi improvvisamente si allarga: da questo fattore morfologico deriverebbe il nome <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=CELTICO'>celtico</a> “Vargo”, con il significato di ‘varco, allargamento nella valle', mutatosi poi nel latino VARTIO-VARTIUM. I suoi primi abitanti furono i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=LIGURI'>liguri</a>, seguiti dai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=CELTI'>celti</a> e dai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=LEPONZI'>leponzi</a>. Sotto l'imperatore romano Augusto, faceva parte delle Alpi Attrezziane. Dal II secolo d.C. passò successivamente sotto il dominio dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=CIMBRI'>cimbri</a>, dei teutoni, fino ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=BURGUNDI'>burgundi</a>, ai lombardi e ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=FRANCHI'>franchi</a>. Nell'alto Medioevo subì le incursioni dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=SARACENI'>saraceni</a>, arrivati sin qui attraverso la via romana. Questa via, riadattata nei secoli, diventò la <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=VIAFRANCIGENA'>via Francigena</a>, attraverso la quale passarono fiorenti commerci fra il <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=DUCATODIMILANO'>ducato di Milano</a> e il vescovato di Sion, nel Vallese. Nel 1321 vennero redatti i primi statuti della valle per regolare soprattutto i trasporti delle merci. Del resto per secoli (prima dell'apertura del tunnel ferroviario nel 1905) la principale occupazione dei suoi abitanti, oltre all'agricoltura e alla pastorizia, fu costituita dal trasporto delle merci da un versante all'altro del Sempione. Forse anche per questo, fin dal XIV secolo, si ebbero numerosi scontri armati coi vallesani per questioni di confini, che continuarono con alterna intensità fino al 1800, quando <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=NAPOLEONE'>Napoleone</a> fece costruire la strada sull'attuale tracciato. I commerci vennero intensificati e la pace sul confine si mantenne stabile. Divenne comune negli anni Novanta del XIX secolo. Tra le testimonianze storico-architettoniche meritano di essere citate: la torre, costruzione massiccia in pietra di granito; la chiesa parrocchiale, in stile romanico non puro, a tre navate; i numerosi oratori, circa una quindicina in tutto, meta di passeggiate , su strade asfaltate o su pittoreschi sentieri, fra i boschi (il più antico è quello di Riceno, edificato nel 1599), e il ponte romano, detto “ponte nuovo” perché costruito attorno al 1300 d.C., in sostituzione di un altro ponte fatto costruire da Augusto, distrutto da una piena del torrente.

Economia

È sede di Pro Loco. Le caratteristiche orografiche dell'area hanno condizionato lo sviluppo dell'economia: esclusa la possibilità di praticare l'agricoltura, il settore primario si basa unicamente sull'allevamento di bovini, suini, ovini, caprini ed equini. Il settore economico secondario è presente con poche aziende che operano nei comparti edile, alimentare, del legno, dell'estrazione e della lavorazione della pietra. Il terziario si compone di una buona rete distributiva oltre che dell'insieme dei servizi, che comprendono quello bancario e quello assicurativo. Tra le strutture sociali si segnala la presenza di una casa di riposo; quelle scolastiche assicurano la frequenza delle classi dell'obbligo. Mancano strutture culturali quali biblioteche, pinacoteche e musei. Le strutture ricettive comprendono un'azienda agrituristica e offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. Si registra, inoltre, la presenza della farmacia. Per il tempo libero gli appassionati di mountain bike hanno a disposizione vari sentieri, fino a raggiungere l'Alpe Veglia.

È sede di Pro Loco. Le caratteristiche orografiche dell'area hanno condizionato lo sviluppo dell'economia: esclusa la possibilità di praticare l'agricoltura, il settore primario si basa unicamente sull'allevamento di bovini, suini, ovini, caprini ed equini. Il settore economico secondario è presente con poche aziende che operano nei comparti edile, alimentare, del legno, dell'estrazione e della lavorazione della pietra. Il terziario si compone di una buona rete distributiva oltre che dell'insieme dei servizi, che comprendono quello bancario e quello assicurativo. Tra le strutture sociali si segnala la presenza di una casa di riposo; quelle scolastiche assicurano la frequenza delle classi dell'obbligo. Mancano strutture culturali quali biblioteche, pinacoteche e musei. Le strutture ricettive comprendono un'azienda agrituristica e offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. Si registra, inoltre, la presenza della farmacia. Per il tempo libero gli appassionati di mountain bike hanno a disposizione vari sentieri, fino a raggiungere l'Alpe Veglia.

Relazioni

È abbastanza frequentata dai turisti, grazie alla sua vicinanza al Parco Naturale dell'Alpe Veglia e dell'Alpe Devero e, all'interno di esso, alla località di San Domenico, che conduce nel cuore di un'isola naturale congrandi attrattive paesaggistiche, da cui si può partire per piacevoli escursioni all'interno del parco (si possono avvistare stambecchi, camosci e l'aquila reale), e al comprensorio sciistico di Ciamporino. Tra i prodotti tipici si ricorda il formaggio “ caprino ossolano”, prodotto esclusivamente nel territorio delle Comunità montane dell'Ossola. Il Patrono, San Giorgio, si festeggia il 23 aprile.

È abbastanza frequentata dai turisti, grazie alla sua vicinanza al <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=PARCONATURALEDELLALPEVEGLIAEDELLALPEDEVERO'>Parco Naturale dell'Alpe Veglia e dell'Alpe Devero</a> e, all'interno di esso, alla località di San Domenico, che conduce nel cuore di un'isola naturale congrandi attrattive paesaggistiche, da cui si può partire per piacevoli escursioni all'interno del parco (si possono avvistare stambecchi, camosci e l'aquila reale), e al comprensorio sciistico di Ciamporino. Tra i prodotti tipici si ricorda il formaggio “ caprino ossolano”, prodotto esclusivamente nel territorio delle Comunità montane dell'Ossola. Il Patrono, San Giorgio, si festeggia il 23 aprile.

Località

Boccareccio, Coggia, Lago d'Avino, Piaggio-Mugnè, Rosso, San Domenico

Boccareccio, Coggia, Lago d'Avino, Piaggio-Mugnè, Rosso, San Domenico

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Varzo rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.