Descrizione

Centro collinare, di antiche origini, che accanto alle tradizionali attività agricole ha affiancato una modesta presenza industriale. I tolvesi, con un indice di vecchiaia rientrante nella media, sono concentrati quasi esclusivamente nel capoluogo comunale, che ha conservato il suo aspetto rurale, senza lasciarsi condizionare dal cambiamento dei tempi, come dimostra anche l’assenza di significativi segni di espansione edilizia. Il territorio disegna un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, e offre un panorama di indiscutibile fascino, con estesi pascoli e vigneti e rilievi coperti di vegetazione boschiva. L’abitato sorge su una rupe sormontata dai resti di un castello medievale, che ricordano la funzione difensiva dell’insediamento, e ha un andamento plano-altimetrico tipico collinare. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, si raffigura un castello turrito, argentato, munito di tre torri merlate alla guelfa.

Centro collinare, di antiche origini, che accanto alle tradizionali attività agricole ha affiancato una modesta presenza industriale. I tolvesi, con un indice di vecchiaia rientrante nella media, sono concentrati quasi esclusivamente nel capoluogo comunale, che ha conservato il suo aspetto rurale, senza lasciarsi condizionare dal cambiamento dei tempi, come dimostra anche l’assenza di significativi segni di espansione edilizia. Il territorio disegna un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, e offre un panorama di indiscutibile fascino, con estesi pascoli e vigneti e rilievi coperti di vegetazione boschiva. L’abitato sorge su una rupe sormontata dai resti di un castello medievale, che ricordano la funzione difensiva dell’insediamento, e ha un andamento plano-altimetrico tipico collinare. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, si raffigura un castello turrito, argentato, munito di tre torri merlate alla guelfa.

Storia

Citata per la prima volta in un documento degli inizi dell’undicesimo secolo, ha origini ben più antiche, come testimoniato dal rinvenimento nella zona dei resti di una grande villa ellenistica della fine del IV secolo a.C., distrutta da un incendio probabilmente nel corso delle guerre puniche. Il toponimo, che nel Medioevo assunse anche le forme di Culba, Tulbia e Tulbi, ha un’etimologia incerta: alcuni studiosi lo fanno risalire al latino TERRA ULVAE, inteso nel senso di ‘pianta palustre di terreni acquitrinosi’. Possedimento di Francesco Sforza in epoca durazzesca, verso la metà del Quattrocento, col suo casale di San Chirico Nuovo, fu infeudata ai Pignatelli, cui subentrarono i Carafa. Assegnata nuovamente ai precedenti signori, nella seconda metà del XVI secolo fu venduta a Ettore Brayda, passando poi nel regio demanio e venendo acquistata, a partire dal 1638, da Giammatteo Rinaldi, Gianfrancesco Iovene e Giambattista Pignatelli. Tornata in seguito nelle proprietà demaniali, ha partecipato alle vicende nazionali e internazionali successive all’annessione al Regno d’Italia. Tra le testimonianze storico-architettoniche, oltre ai resti della villa ellenistica, figurano: la parrocchiale di San Nicola, di origini bizantine; la chiesa di San Pietro; la chiesa del Purgatorio, della seconda metà del XVII secolo, e una fontana ottagonale dell’Ottocento.

Citata per la prima volta in un documento degli inizi dell’undicesimo secolo, ha origini ben più antiche, come testimoniato dal rinvenimento nella zona dei resti di una grande villa ellenistica della fine del IV secolo a.C., distrutta da un incendio probabilmente nel corso delle guerre puniche. Il toponimo, che nel Medioevo assunse anche le forme di Culba, Tulbia e Tulbi, ha un’etimologia incerta: alcuni studiosi lo fanno risalire al latino TERRA ULVAE, inteso nel senso di ‘pianta palustre di terreni acquitrinosi’. Possedimento di Francesco Sforza in epoca durazzesca, verso la metà del Quattrocento, col suo casale di San Chirico Nuovo, fu infeudata ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=BAS_CAL&parola=PIGNATELLI'>Pignatelli</a>, cui subentrarono i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=BAS_CAL&parola=CARAFA'>Carafa</a>. Assegnata nuovamente ai precedenti signori, nella seconda metà del XVI secolo fu venduta a Ettore Brayda, passando poi nel regio demanio e venendo acquistata, a partire dal 1638, da Giammatteo Rinaldi, Gianfrancesco Iovene e Giambattista <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=BAS_CAL&parola=PIGNATELLI'>Pignatelli</a>. Tornata in seguito nelle proprietà demaniali, ha partecipato alle vicende nazionali e internazionali successive all’annessione al Regno d’<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=BAS_CAL&parola=ITALIA'>Italia</a>. Tra le testimonianze storico-architettoniche, oltre ai resti della villa ellenistica, figurano: la parrocchiale di San Nicola, di origini <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=BAS_CAL&parola=BIZANTINE'>bizantine</a>; la chiesa di San Pietro; la chiesa del Purgatorio, della seconda metà del XVII secolo, e una fontana ottagonale dell’Ottocento.

Economia

Oltre che degli uffici deputati al funzionamento dei consueti servizi municipali e postali, è sede di Pro Loco e di stazione dei carabinieri. Nell’economia locale l’agricoltura, pur registrandosi un calo degli addetti a questo settore, conserva un ruolo importante: si coltivano cereali (in particolare frumento), foraggi, ortaggi, frutteti, oliveti e vigneti; diffuso è l’allevamento di ovini e avicoli, seguito da quello di bovini, suini, caprini ed equini. L’industria è rappresentata da piccole aziende che operano nei comparti alimentare, edile, metallurgico, dell’abbigliamento e dei materiali da costruzione. Il terziario si compone della rete commerciale (di dimensioni modeste ma sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della comunità) e dell’insieme dei servizi, che comprendono quello bancario. Priva di servizi pubblici particolarmente significativi, non presenta strutture sociali di rilievo. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione obbligatoria; non manca una biblioteca comunale per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno e quelle sanitarie garantiscono il solo servizio farmaceutico.

Oltre che degli uffici deputati al funzionamento dei consueti servizi municipali e postali, è sede di Pro Loco e di stazione dei carabinieri. Nell’economia locale l’agricoltura, pur registrandosi un calo degli addetti a questo settore, conserva un ruolo importante: si coltivano cereali (in particolare frumento), foraggi, ortaggi, frutteti, oliveti e vigneti; diffuso è l’allevamento di ovini e avicoli, seguito da quello di bovini, suini, caprini ed equini. L’industria è rappresentata da piccole aziende che operano nei comparti alimentare, edile, metallurgico, dell’abbigliamento e dei materiali da costruzione. Il terziario si compone della rete commerciale (di dimensioni modeste ma sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della comunità) e dell’insieme dei servizi, che comprendono quello bancario. Priva di servizi pubblici particolarmente significativi, non presenta strutture sociali di rilievo. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione obbligatoria; non manca una biblioteca comunale per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno e quelle sanitarie garantiscono il solo servizio farmaceutico.

Relazioni

Meta di un significativo movimento turistico, offrendo a quanti vi si rechino la possibilità di godere di una suggestiva cornice paesaggistica e gustare le specialità gastronomiche locali, è abbastanza frequentata anche per lavoro, grazie alle sue attività produttive che consentono un buon assorbimento di manodopera. I suoi rapporti, alquanto rilevanti, con i comuni vicini, ai quali la popolazione si rivolge per i servizi non forniti sul posto, si intensificano in occasione di alcuni appuntamenti consueti, tra i quali va segnalata la rappresentazione del presepe vivente, che ha luogo la vigilia di Natale. Il Patrono, San Rocco, si festeggia il 16 agosto: la statua del Santo viene portata in processione per le vie del centro e ricoperta di gioielli.

Meta di un significativo movimento turistico, offrendo a quanti vi si rechino la possibilità di godere di una suggestiva cornice paesaggistica e gustare le specialità gastronomiche locali, è abbastanza frequentata anche per lavoro, grazie alle sue attività produttive che consentono un buon assorbimento di manodopera. I suoi rapporti, alquanto rilevanti, con i comuni vicini, ai quali la popolazione si rivolge per i servizi non forniti sul posto, si intensificano in occasione di alcuni appuntamenti consueti, tra i quali va segnalata la rappresentazione del presepe vivente, che ha luogo la vigilia di Natale. Il Patrono, San Rocco, si festeggia il 16 agosto: la statua del Santo viene portata in processione per le vie del centro e ricoperta di gioielli.

Località

Fondi europei 2021-2027

Comune di Tolve in phasing-out, appartenente, cioè, a quelle aree che, già comprese nell’Obiettivo 1 nel periodo di programmazione 2000-2006, nel nuovo ciclo di programmazione 2007-2013 sono beneficiarie di un sostegno transitorio accordato in quanto la loro uscita dalle aree economicamente depresse è avvenuta per l’effetto statistico dell’allargamento dell’UE a Paesi con PIL sensibilmente inferiore alla media comunitaria e non solo per progressi economici. Tale sostegno transitorio, che termina nel 2013, è accordato per rendere meno drastico il passaggio da un regime di sostegno a un altro riservato alle aree più prospere. Effetto statistico: Regioni con PIL pc inferiore al 75% della media UE – 15 ma superiore al 75% della media UE – 25.