Descrizione

Comune di montagna, di origine probabilmente antica, con un’economia basata sull’agricoltura, sull’industria e sul turismo. I tizzanesi, il cui indice di vecchiaia è eccezionalmente elevato, sono distribuiti soprattutto tra il capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, numerosissime case sparse e le località Capoponte, Capriglio, Carobbio, Carpaneto, Costa, Lagrimone, Moragnano, Musiara Superiore, Pratolungo, Reno, Rusino e Borghetto. Il territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con differenze di altitudine molto accentuate: si raggiungono i 1.580 metri del monte Caio. L’abitato, dominato dai resti della rocca medievale, che ricordano la funzione difensiva dell’insediamento, mostra segni di espansione edilizia; raccolto intorno a un verde poggio, ha un andamento plano-altimetrico vario.

Comune di montagna, di origine probabilmente antica, con un’economia basata sull’agricoltura, sull’industria e sul turismo. I tizzanesi, il cui indice di vecchiaia è eccezionalmente elevato, sono distribuiti soprattutto tra il capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, numerosissime case sparse e le località Capoponte, Capriglio, Carobbio, Carpaneto, Costa, Lagrimone, Moragnano, Musiara Superiore, Pratolungo, Reno, Rusino e Borghetto. Il territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con differenze di altitudine molto accentuate: si raggiungono i 1.580 metri del monte Caio. L’abitato, dominato dai resti della rocca medievale, che ricordano la funzione difensiva dell’insediamento, mostra segni di espansione edilizia; raccolto intorno a un verde poggio, ha un andamento plano-altimetrico vario.

Storia

Si è chiamata Tizzano fino al 1863, quando un regio decreto aggiunse la specificazione, riferita alla sua ubicazione. Il toponimo deriva dal personale latino TITIUS, col suffisso aggettivale -anus, piuttosto che da un “tizzone” acceso, rinvenuto durante i lavori di scavo per le fondamenta del castello, come sostiene una leggenda. Secondo un’antica tradizione, sarebbe stata fondata, nel I secolo a.C., insieme a Corniglio e a Ballone (località di quest’ultimo), dal console romano Tito Cornelio Balbo, che avrebbe assegnato parte del proprio nome a ciascuno dei nuovi insediamenti. Le prime testimonianze scritte sul borgo datano al X-XI secolo. Possedimento, nel Duecento, di Giberto da Correggio, fu infeudata ai Terzi dall’imperatore Venceslao, nella seconda metà del XIV secolo. Occupata dai Fieschi, all’inizio del Quattrocento, tornò poi sotto il dominio dei Terzi, cui subentrarono gli Sforza, verso la metà del XV secolo. La storia successiva registra diversi passaggi di proprietà: assegnata ai Pallavicino, pervenne in seguito ai Farnese. Acquistata, quindi, dai Doria, nella metà del Seicento, ebbe come ultimi signori i Venturi, che ne conservarono il possesso fino all’abolizione del feudalesimo, decretata dalla riforme napoleoniche, all’inizio del XIX secolo. Oltre ai ruderi del castello, costruito probabilmente nel Quattrocento, tra le testimonianze storico-architettoniche figurano: la pieve di San Pietro, il cui impianto originario risale al secolo XI; l’oratorio di Santa Maria, della fine del Settecento; l’antica pieve di Santa Giuliana, la quattrocentesca casa del Conte e la casa Bottazzi, a Moragnano; la chiesa di San Giorgio, del XVII secolo, a Musiara Inferiore; le torri delle località Villa Nuova e Lagrimone.

Si è chiamata Tizzano fino al 1863, quando un regio decreto aggiunse la specificazione, riferita alla sua ubicazione. Il toponimo deriva dal personale latino TITIUS, col suffisso aggettivale -anus, piuttosto che da un “tizzone” acceso, rinvenuto durante i lavori di scavo per le fondamenta del castello, come sostiene una leggenda. Secondo un’antica tradizione, sarebbe stata fondata, nel I secolo a.C., insieme a Corniglio e a Ballone (località di quest’ultimo), dal console romano Tito Cornelio Balbo, che avrebbe assegnato parte del proprio nome a ciascuno dei nuovi insediamenti. Le prime testimonianze scritte sul borgo datano al X-XI secolo. Possedimento, nel Duecento, di Giberto da Correggio, fu infeudata ai Terzi dall’imperatore Venceslao, nella seconda metà del XIV secolo. Occupata dai Fieschi, all’inizio del Quattrocento, tornò poi sotto il dominio dei Terzi, cui subentrarono gli Sforza, verso la metà del XV secolo. La storia successiva registra diversi passaggi di proprietà: assegnata ai Pallavicino, pervenne in seguito ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=EMI&parola=FARNESE'>Farnese</a>. Acquistata, quindi, dai Doria, nella metà del Seicento, ebbe come ultimi signori i Venturi, che ne conservarono il possesso fino all’abolizione del feudalesimo, decretata dalla riforme napoleoniche, all’inizio del XIX secolo. Oltre ai ruderi del castello, costruito probabilmente nel Quattrocento, tra le testimonianze storico-architettoniche figurano: la pieve di San Pietro, il cui impianto originario risale al secolo XI; l’oratorio di Santa Maria, della fine del Settecento; l’antica pieve di Santa Giuliana, la quattrocentesca casa del Conte e la casa Bottazzi, a Moragnano; la chiesa di San Giorgio, del XVII secolo, a Musiara Inferiore; le torri delle località Villa Nuova e Lagrimone.

Economia

Oltre che dei consueti uffici municipali e postali, è sede della Pro Loco, dello IAT (ufficio per l’informazione e l’assistenza per il turismo) e della stazione dei carabinieri. L’agricoltura si basa essenzialmente sulla produzione di cereali, frumento e foraggi, a causa delle caratteristiche del territorio, che non risulta adatto a diversi tipi di coltivazione; si allevano soprattutto bovini, suini e avicoli. L’industria è presente con i comparti alimentare (tra cui il lattiero-caseario) ed edile. Il terziario si compone della rete commerciale (di dimensioni non rilevanti ma sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della comunità) e dell’insieme dei servizi, che comprendono quello bancario. Non si segnalano particolari strutture sociali. È possibile frequentare le scuole dell’obbligo; manca una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno. A livello sanitario sono assicurate le prestazioni fornite dal locale poliambulatorio.

Oltre che dei consueti uffici municipali e postali, è sede della Pro Loco, dello IAT (ufficio per l’informazione e l’assistenza per il turismo) e della stazione dei carabinieri. L’agricoltura si basa essenzialmente sulla produzione di cereali, frumento e foraggi, a causa delle caratteristiche del territorio, che non risulta adatto a diversi tipi di coltivazione; si allevano soprattutto bovini, suini e avicoli. L’industria è presente con i comparti alimentare (tra cui il lattiero-caseario) ed edile. Il terziario si compone della rete commerciale (di dimensioni non rilevanti ma sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della comunità) e dell’insieme dei servizi, che comprendono quello bancario. Non si segnalano particolari strutture sociali. È possibile frequentare le scuole dell’obbligo; manca una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno. A livello sanitario sono assicurate le prestazioni fornite dal locale poliambulatorio.

Relazioni

Meta di villeggiatura e importante stazione sciistica, registra un consistente movimento di visitatori, cui offre la possibilità di trascorrervi rilassanti soggiorni, godendo delle bellezze dell’ambiente naturale, arricchito dalla presenza di boschi di castagni, querce e faggi. Inserita negli itinerari dell’agriturismo parmense, è meta anche di appassionati del volo libero e del parapendio. Molto frequentata pure per lavoro, grazie soprattutto allo sviluppo dell’indotto turistico, che consente un notevole assorbimento di manodopera, è al centro di rapporti particolarmente intensi con i comuni vicini, ai quali gli abitanti si rivolgono per l’istruzione secondaria di secondo grado e i servizi non forniti sul posto. Fra gli eventi ricorrenti va citata la festa della patata, che si svolge a settembre. La festa patronale, dedicata ai Santi Pietro e Paolo, si celebra il 26 giugno.

Meta di villeggiatura e importante stazione sciistica, registra un consistente movimento di visitatori, cui offre la possibilità di trascorrervi rilassanti soggiorni, godendo delle bellezze dell’ambiente naturale, arricchito dalla presenza di boschi di castagni, querce e faggi. Inserita negli itinerari dell’agriturismo parmense, è meta anche di appassionati del volo libero e del parapendio. Molto frequentata pure per lavoro, grazie soprattutto allo sviluppo dell’indotto turistico, che consente un notevole assorbimento di manodopera, è al centro di rapporti particolarmente intensi con i comuni vicini, ai quali gli abitanti si rivolgono per l’istruzione secondaria di secondo grado e i servizi non forniti sul posto. Fra gli eventi ricorrenti va citata la festa della patata, che si svolge a settembre. La festa patronale, dedicata ai Santi Pietro e Paolo, si celebra il 26 giugno.

Località

Albazzano, Antognola, Anzolla, Borghetto (Rossi), Boschetto, Capoponte, Capriglio, Carobbio, Carpaneto, Casagalvana, Casola, Cisone, Cornia, Costa, Cozzo, Fontanafredda, Groppizioso, Groppo, Isola, Lagrimone, Le Ghiarine, Madurera, Masiere Nuove, Monastero Regina Mundi, Moragnano, Musiara, Musiara Inferiore, Musiara Superiore, Pianestola, Pietta, Pratolungo, Reno, Rusino, Schia, Sternoldo, Treviglio, Verzume

Albazzano, Antognola, Anzolla, Borghetto (Rossi), Boschetto, Capoponte, Capriglio, Carobbio, Carpaneto, Casagalvana, Casola, Cisone, Cornia, Costa, Cozzo, Fontanafredda, Groppizioso, Groppo, Isola, Lagrimone, Le Ghiarine, Madurera, Masiere Nuove, Monastero Regina Mundi, Moragnano, Musiara, Musiara Inferiore, Musiara Superiore, Pianestola, Pietta, Pratolungo, Reno, Rusino, Schia, Sternoldo, Treviglio, Verzume

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Tizzano Val Parma rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.