Descrizione

Comune di origine medievale ubicato in un'area montana, in cui si confezionano caratteristici tessuti che dal loro luogo di origine prendono il nome di "tarante" o "tarantole"; la sua popolazione vive delle residue pratiche rurali, di qualche attività industriale e del turismo in fase di sviluppo. La comunità dei tarantolesi, che presenta un indice di vecchiaia straordinariamente alto, è concentrata per intero nel piccolo capoluogo comunale, nelle moderne abitazioni che, al termine di un ciclo devastante di calamità naturali, hanno preso il posto delle fatiscenti costruzioni in pietra. La stretta e profonda valle dell'alto Aventino, con le sue pareti nude e scoscese, perforate da grotte ed anfratti, imprime un andamento irregolare al profilo geometrico del territorio comunale, che con direzione meridiana si estende dalle pendici del massiccio della Maiella ai primi contrafforti collinari del colosso montuoso. Nello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia una tarantola per evidente assonanza con il toponimo.

Comune di origine medievale ubicato in un'area montana, in cui si confezionano caratteristici tessuti che dal loro luogo di origine prendono il nome di "tarante" o "tarantole"; la sua popolazione vive delle residue pratiche rurali, di qualche attività industriale e del turismo in fase di sviluppo. La comunità dei tarantolesi, che presenta un indice di vecchiaia straordinariamente alto, è concentrata per intero nel piccolo capoluogo comunale, nelle moderne abitazioni che, al termine di un ciclo devastante di calamità naturali, hanno preso il posto delle fatiscenti costruzioni in pietra. La stretta e profonda valle dell'alto Aventino, con le sue pareti nude e scoscese, perforate da grotte ed anfratti, imprime un andamento irregolare al profilo geometrico del territorio comunale, che con direzione meridiana si estende dalle pendici del massiccio della Maiella ai primi contrafforti collinari del colosso montuoso. Nello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia una tarantola per evidente assonanza con il toponimo.

Storia

Una fonte documentaria del XII secolo contiene la prima citazione del borgo, che a quella data risulta soggetto alla giurisdizione di un feudatario del conte Boemondo di Manoppello. La scarsa documentazione superstite fa poca luce sulle vicende successive del feudo, che, dopo una tormentata serie di consegne, finì ai Caldora nella prima metà del Quattrocento e da questi passò ai Malvezzi, imparentati con i Medici, nella seconda metà del secolo. Sembra accertato, inoltre, che i D'Aquino ne siano venuti in possesso nel corso del Settecento, conservandolo fino all'eversione dei diritti feudali. Uno smottamento di terreno all'inizio dell'Ottocento e poi i devastanti terremoti del 1933 e del 1984 hanno quasi del tutto cancellato le tracce della passata agiatezza di questo comune, testimoniata da numerose e pregevoli opere architettoniche; ciò nonostante il centro storico conserva: la monumentale parrocchiale di S. Nicola in stile barocco; la chiesa della Santissima Trinità, che custodisce un crocifisso quattro-cinquecentesco dipinto su tavola; le rovine della chiesa di S. Biagio, del cui passato splendore parlano i battenti lignei intagliati del portale superstite.

Una fonte documentaria del XII secolo contiene la prima citazione del borgo, che a quella data risulta soggetto alla giurisdizione di un feudatario del conte Boemondo di Manoppello. La scarsa documentazione superstite fa poca luce sulle vicende successive del feudo, che, dopo una tormentata serie di consegne, finì ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=ABR&parola=CALDORA'>Caldora</a> nella prima metà del Quattrocento e da questi passò ai Malvezzi, imparentati con i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=ABR&parola=MEDICI'>Medici</a>, nella seconda metà del secolo. Sembra accertato, inoltre, che i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=ABR&parola=DAQUINO'>D'Aquino</a> ne siano venuti in possesso nel corso del Settecento, conservandolo fino all'eversione dei diritti feudali. Uno smottamento di terreno all'inizio dell'Ottocento e poi i devastanti terremoti del 1933 e del 1984 hanno quasi del tutto cancellato le tracce della passata agiatezza di questo comune, testimoniata da numerose e pregevoli opere architettoniche; ciò nonostante il centro storico conserva: la monumentale parrocchiale di S. Nicola in stile barocco; la chiesa della Santissima Trinità, che custodisce un crocifisso quattro-cinquecentesco dipinto su tavola; le rovine della chiesa di S. Biagio, del cui passato splendore parlano i battenti lignei intagliati del portale superstite.

Economia

Si vive ancora nel solco della tradizione ma un rinnovato vigore si nota fra le nuove generazioni e promette di avviare l'atteso svecchiamento dell'economia. Il terreno coltivabile scarseggia ma l'opera dell'uomo ha reso comunque proficua la coltivazione di cereali, ortaggi, vite e olivo; di antica tradizione sono pure l'allevamento di bestiame, la produzione casearia e una raffinata tecnica di tessitura, che dalle botteghe e dalle abitazioni private si è trasferita in alcuni stabilimenti manifatturieri di piccole dimensioni. La sopravvivenza degli antichi costumi è il vero obiettivo di questa comunità, che alla loro salvaguardia ha subordinato il conseguimento di immediati successi economici, trascurando in questo modo le istanze delle nuove generazioni. Il comune non dispone di importanti sedi burocratiche e difetta di strutture sanitarie; è dotato di una scuola materna e di una biblioteca comunale e vanta un'azienda agrituristica che sopperisce solo in parte alla mancanza di strutture alberghiere e alla modesta disponibilità di impianti sportivi (un campo di calcio e uno da tennis).

Si vive ancora nel solco della tradizione ma un rinnovato vigore si nota fra le nuove generazioni e promette di avviare l'atteso svecchiamento dell'economia. Il terreno coltivabile scarseggia ma l'opera dell'uomo ha reso comunque proficua la coltivazione di cereali, ortaggi, vite e olivo; di antica tradizione sono pure l'allevamento di bestiame, la produzione casearia e una raffinata tecnica di tessitura, che dalle botteghe e dalle abitazioni private si è trasferita in alcuni stabilimenti manifatturieri di piccole dimensioni. La sopravvivenza degli antichi costumi è il vero obiettivo di questa comunità, che alla loro salvaguardia ha subordinato il conseguimento di immediati successi economici, trascurando in questo modo le istanze delle nuove generazioni. Il comune non dispone di importanti sedi burocratiche e difetta di strutture sanitarie; è dotato di una scuola materna e di una biblioteca comunale e vanta un'azienda agrituristica che sopperisce solo in parte alla mancanza di strutture alberghiere e alla modesta disponibilità di impianti sportivi (un campo di calcio e uno da tennis).

Relazioni

Nelle attrattive di questo comune l'elemento naturale e quello umano hanno pari rilievo: ci si reca sul posto per ammirare la Grotta del Cavallone, celebrata dalla musa dannunziana, e le sue meravigliose stalattiti e stalagmiti dai nomi fantasiosi; ma anche per condividere l'entusiasmo che anima i festeggiamenti in onore di San Biagio, protettore della gola, e per gustare le tradizionali "panicelle" che preservano dal mal di gola -per tradizione l'impasto di queste forme di pane viene preparato da soli uomini, mentre sono le donne a dare loro la caratteristica forma di quattro dita attaccate nel senso opposto-. La festa della Madonna della Valle si svolge il 2 luglio. Durante la notte della vigilia una processione parte dalla parrocchiale di S. Nicola e raggiunge il santuario della Madonna della Valle, dove si attende l'alba intonando canti. Il Patrono Sant'Ubaldo si festeggia il 16 maggio.

Nelle attrattive di questo comune l'elemento naturale e quello umano hanno pari rilievo: ci si reca sul posto per ammirare la Grotta del Cavallone, celebrata dalla musa <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=ABR&parola=DANNUNZIANA'>dannunziana</a>, e le sue meravigliose stalattiti e stalagmiti dai nomi fantasiosi; ma anche per condividere l'entusiasmo che anima i festeggiamenti in onore di San Biagio, protettore della gola, e per gustare le tradizionali "panicelle" che preservano dal mal di gola -per tradizione l'impasto di queste forme di pane viene preparato da soli uomini, mentre sono le donne a dare loro la caratteristica forma di quattro dita attaccate nel senso opposto-. La festa della Madonna della Valle si svolge il 2 luglio. Durante la notte della vigilia una processione parte dalla parrocchiale di S. Nicola e raggiunge il santuario della Madonna della Valle, dove si attende l'alba intonando canti. Il Patrono Sant'Ubaldo si festeggia il 16 maggio.

Località

Maiella

Maiella

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Taranta Peligna rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.