Descrizione

Centro rivierasco collinare, di origine medievale; basa la sua economia soprattutto sul turismo estivo e sulle tradizionali attività agricole. Gli spadaforesi, con un indice di vecchiaia nella media, sono concentrati per la maggior parte nel capoluogo comunale, contiguo alle località Rometta Marea, del comune di Rometta, e Venetico Marina, del comune di Venetico; il resto della popolazione è distribuito nella località San Martino, nel nucleo urbano minore di Grangiara e in case sparse. Il territorio, fertile e produttivo, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate. L’abitato, con un andamento plano-altimetrico inclinato, si suddivide in tre importanti zone: quella lungo la costa, popolata in gran parte da pescatori; quella centrale, dove si trovano il municipio e il castello medievale; la terza, denominata “Arcipretato”, che si estende in periferia ed è interessata da forte espansione edilizia. Lo stemma comunale, troncato semipartito, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica. Sullo sfondo dorato del primo campo spicca un’aquila nera; nella seconda sezione, a sfondo rosso, si rappresenta un braccio armato d’argento, che impugna una spada, pure d’argento, posta in sbarra, con la punta all’insù; la terza partizione, azzurra, racchiude, infine, otto bisanti d’oro.

Centro rivierasco collinare, di origine medievale; basa la sua economia soprattutto sul turismo estivo e sulle tradizionali attività agricole. Gli spadaforesi, con un indice di vecchiaia nella media, sono concentrati per la maggior parte nel capoluogo comunale, contiguo alle località Rometta Marea, del comune di Rometta, e Venetico Marina, del comune di Venetico; il resto della popolazione è distribuito nella località San Martino, nel nucleo urbano minore di Grangiara e in case sparse. Il territorio, fertile e produttivo, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate. L’abitato, con un andamento plano-altimetrico inclinato, si suddivide in tre importanti zone: quella lungo la costa, popolata in gran parte da pescatori; quella centrale, dove si trovano il municipio e il castello medievale; la terza, denominata “Arcipretato”, che si estende in periferia ed è interessata da forte espansione edilizia. Lo stemma comunale, troncato semipartito, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica. Sullo sfondo dorato del primo campo spicca un’aquila nera; nella seconda sezione, a sfondo rosso, si rappresenta un braccio armato d’argento, che impugna una spada, pure d’argento, posta in sbarra, con la punta all’insù; la terza partizione, azzurra, racchiude, infine, otto bisanti d’oro.

Storia

Il toponimo, di derivazione greca, da “spathofóros”, ‘chi porta spada’, è quello del suo fondatore, Gualtieri Spadafora. Nella pronuncia locale è Spatafora. Anche se il centro urbano attuale è di recente formazione, la storia del comune è molto più lunga e parte dal Medioevo. L’insediamento originario risale addirittura a popolazioni indigene, già presenti nella zona quando i fenici frequentavano la sua spiaggia, in posizione vantaggiosa perché tra Milazzo e la Calabria. Gli stessi indigeni, poi, insieme con i greci crearono un grosso villaggio, che decadde in epoca romana. Fu, quindi, la volta delle incursioni dei barbari, alle quali seguì un periodo di tranquillità al tempo dei bizantini. La ricchezza tornò, finalmente, con la dominazione araba e continuò con quella normanna, quando il centro divenne sede di una baronia, elevata in seguito a principato. L’epoca aragonese e dei viceré portò, invece, a una nuova decadenza. Quanto ai suoi signori, si ha notizia della sua appartenenza al feudo di San Martino, sotto la giurisdizione di Francesco Spina. Successivamente passò a Rinaldo Lancia. Nel 1459 il casale fu conquistato da Federico Spadafora, la cui famiglia governò molto a lungo. Documenti del 1737 certificano che il nobile Gualtiero Spadafora, col titolo di principe, edificò l’attuale borgo, contribuendo soprattutto al suo sviluppo economico. Tra le testimonianze storico-architettoniche dei secoli passati si segnalano: il palazzo baronale degli Spadafora, costruito nel XVI secolo su disegno del fiorentino Camillo Camilliani come fortezza contro le incursioni barbaresche; la chiesa di S. Giuseppe, del Cinquecento, originariamente cappella di famiglia dei principi Spadafora –danneggiata dal terremoto del 1908, fu poi modificata e ampliata; contiene statue di un certo pregio artistico, tra cui alcune in legno–; la chiesa del Sacro Cuore di Gesù, della prima metà del Novecento, in stile romanico; la chiesa di S. Martino, in località San Martino –costruita anch’essa nella prima metà del Novecento, su una chiesa già esistente, conserva un crocifisso ligneo del XVII secolo–.

Il toponimo, di derivazione <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=GRECA'>greca</a>, da “spathofóros”, ‘chi porta spada’, è quello del suo fondatore, Gualtieri Spadafora. Nella pronuncia locale è Spatafora. Anche se il centro urbano attuale è di recente formazione, la storia del comune è molto più lunga e parte dal Medioevo. L’insediamento originario risale addirittura a popolazioni indigene, già presenti nella zona quando i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=FENICI'>fenici</a> frequentavano la sua spiaggia, in posizione vantaggiosa perché tra Milazzo e la Calabria. Gli stessi indigeni, poi, insieme con i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=GRECI'>greci</a> crearono un grosso villaggio, che decadde in epoca romana. Fu, quindi, la volta delle incursioni dei barbari, alle quali seguì un periodo di tranquillità al tempo dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=BIZANTINI'>bizantini</a>. La ricchezza tornò, finalmente, con la dominazione <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=ARABA'>araba</a> e continuò con quella <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=NORMANNA'>normanna</a>, quando il centro divenne sede di una baronia, elevata in seguito a principato. L’epoca <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=ARAGONESE'>aragonese</a> e dei viceré portò, invece, a una nuova decadenza. Quanto ai suoi signori, si ha notizia della sua appartenenza al feudo di San Martino, sotto la giurisdizione di Francesco Spina. Successivamente passò a Rinaldo Lancia. Nel 1459 il casale fu conquistato da Federico Spadafora, la cui famiglia governò molto a lungo. Documenti del 1737 certificano che il nobile Gualtiero Spadafora, col titolo di principe, edificò l’attuale borgo, contribuendo soprattutto al suo sviluppo economico. Tra le testimonianze storico-architettoniche dei secoli passati si segnalano: il palazzo baronale degli Spadafora, costruito nel XVI secolo su disegno del fiorentino Camillo Camilliani come fortezza contro le incursioni barbaresche; la chiesa di S. Giuseppe, del Cinquecento, originariamente cappella di famiglia dei principi Spadafora –danneggiata dal terremoto del 1908, fu poi modificata e ampliata; contiene statue di un certo pregio artistico, tra cui alcune in legno–; la chiesa del Sacro Cuore di Gesù, della prima metà del Novecento, in stile romanico; la chiesa di S. Martino, in località San Martino –costruita anch’essa nella prima metà del Novecento, su una chiesa già esistente, conserva un crocifisso ligneo del XVII secolo–.

Economia

La sua posizione tra il mare e la collina le consente di trarre profitto sia dalla pesca, sia dai numerosi vigneti, oliveti, giardini di aranci, mandarini e limoni, che si alternano nel retroterra. L’industria è costituita da aziende di piccole e medie dimensioni, che operano in vari comparti, tra cui: lavorazione del pesce, cantieristica. Il terziario si compone di una buona rete commerciale oltre che dell’insieme dei servizi più qualificati, che comprendono quello bancario. Per il sociale mancano strutture di una certa rilevanza. Le strutture scolastiche presenti permettono di frequentare le classi dell’obbligo e il liceo scientifico. L’arricchimento culturale è garantito dalla biblioteca civica. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che, in minor misura, di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il solo servizio farmaceutico.

La sua posizione tra il mare e la collina le consente di trarre profitto sia dalla pesca, sia dai numerosi vigneti, oliveti, giardini di aranci, mandarini e limoni, che si alternano nel retroterra. L’industria è costituita da aziende di piccole e medie dimensioni, che operano in vari comparti, tra cui: lavorazione del pesce, cantieristica. Il terziario si compone di una buona rete commerciale oltre che dell’insieme dei servizi più qualificati, che comprendono quello bancario. Per il sociale mancano strutture di una certa rilevanza. Le strutture scolastiche presenti permettono di frequentare le classi dell’obbligo e il liceo scientifico. L’arricchimento culturale è garantito dalla biblioteca civica. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che, in minor misura, di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il solo servizio farmaceutico.

Relazioni

A parte il suo discreto movimento turistico, non fa registrare rapporti intensi con l’esterno. Fatta eccezione per la fiera generale di luglio, del resto, non vi si svolgono particolari eventi, civili o religiosi, in grado di richiamare visitatori dai dintorni. Il Patrono, San Giuseppe, si festeggia il 19 marzo. Altri festeggiamenti in onore del Santo si svolgono la terza domenica di luglio.

A parte il suo discreto movimento turistico, non fa registrare rapporti intensi con l’esterno. Fatta eccezione per la fiera generale di luglio, del resto, non vi si svolgono particolari eventi, civili o religiosi, in grado di richiamare visitatori dai dintorni. Il Patrono, San Giuseppe, si festeggia il 19 marzo. Altri festeggiamenti in onore del Santo si svolgono la terza domenica di luglio.

Località

Grangiara, San Martino

Grangiara, San Martino

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Spadafora rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.