Descrizione

Centro di origini molto antiche aggrappato ad un colle, sulla cui sommità si ergono maestosi i ruderi di un castello; la sua economia comprende attività rurali di lunga tradizione, accanto ad imprese commerciali legate al turismo estivo. La comunità dei sicignanesi o alburnini, il cui indice di vecchiaia è compreso nella media, si è sparpagliata in casolari, fissando la propria dimora in casolari, in piccole località e nel capoluogo comunale, dal cui belvedere è possibile abbracciare con lo sguardo l'intera valle del fiume Tanagro. Rilievi di media e alta collina fanno da anticamera alle vette alpestri dei monti Alburni, movimentando il profilo geometrico del territorio comunale, classificato collinare: i colori della rigogliosa vegetazione boschiva -carpini, cerri, ontani (località Carpineto, Cerreto, Gammariello e Tartarofoli), faggi (località Forloso), castagni (località Serroncello), pini (località Belvedere, Coste e Lagodorso) e macchia mediterranea- sono accostati al candore delle rupi calcaree in un gioco suggestivo di luci e ombre. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, è raffigurata una montagna rocciosa sormontata da un sole d'oro.  

Centro di origini molto antiche aggrappato ad un colle, sulla cui sommità si ergono maestosi i ruderi di un castello; la sua economia comprende attività rurali di lunga tradizione, accanto ad imprese commerciali legate al turismo estivo. La comunità dei sicignanesi o alburnini, il cui indice di vecchiaia è compreso nella media, si è sparpagliata in casolari, fissando la propria dimora in casolari, in piccole località e nel capoluogo comunale, dal cui belvedere è possibile abbracciare con lo sguardo l'intera valle del fiume Tanagro. Rilievi di media e alta collina fanno da anticamera alle vette alpestri dei monti Alburni, movimentando il profilo geometrico del territorio comunale, classificato collinare: i colori della rigogliosa vegetazione boschiva -carpini, cerri, ontani (località Carpineto, Cerreto, Gammariello e Tartarofoli), faggi (località Forloso), castagni (località Serroncello), pini (località Belvedere, Coste e Lagodorso) e macchia mediterranea- sono accostati al candore delle rupi calcaree in un gioco suggestivo di luci e ombre. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, è raffigurata una montagna rocciosa sormontata da un sole d'oro.  

Storia

Nel sito Piedi la Serra (località Scorzo) lunghi e accurati scavi hanno riportato alla luce reperti risalenti all'eneolitico nonché documentazione archeologica di epoca romana repubblicana. Il toponimo, una formazione prediale dal personale latino SICINIUS con il suffisso aggettivale -ANUS, è attestato nel Catalogus Baronum (1150-1168) e fino al 1928 era privo della specificazione degli "Alburni". Il borgo raggiunse il suo massimo splendore nel Medioevo; passò nel XVIII secolo ai Falletti e, in seguito alle distruzioni operate dai francesi, fu fatto ricostruire da Ferdinando IV di Borbone. Una necropoli, l'imponente architettura del castello Giusso, oggi parzialmente distrutto, i resti dell'altrettanto tenebroso maniero di San Licandro e la chiesa di Santa Maria dei Magi, del X secolo, sono altrettante prove dell'importanza del borgo specialmente in epoca medievale. Di particolare interesse sono inoltre il convento dei cappuccini, risalente alla seconda metà del XVI secolo, e la chiesa di San Giovanni Battista, con campanile barocco e splendide sculture seicentesche. La chiesa dell'Incoronata, antico luogo di pellegrinaggio, giace attualmente in evidente stato di abbandono.  

Nel sito Piedi la Serra (località Scorzo) lunghi e accurati scavi hanno riportato alla luce reperti risalenti all'eneolitico nonché documentazione archeologica di epoca romana repubblicana. Il toponimo, una formazione prediale dal personale latino SICINIUS con il suffisso aggettivale -ANUS, è attestato nel <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=CATALOGUSBARONUM'>Catalogus Baronum</a> (1150-1168) e fino al 1928 era privo della specificazione degli "Alburni". Il borgo raggiunse il suo massimo splendore nel Medioevo; passò nel XVIII secolo ai Falletti e, in seguito alle distruzioni operate dai francesi, fu fatto ricostruire da <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=FERDINANDOIVDIBORBONE'>Ferdinando IV di Borbone</a>. Una necropoli, l'imponente architettura del castello Giusso, oggi parzialmente distrutto, i resti dell'altrettanto tenebroso maniero di San Licandro e la chiesa di Santa Maria dei Magi, del X secolo, sono altrettante prove dell'importanza del borgo specialmente in epoca medievale. Di particolare interesse sono inoltre il convento dei cappuccini, risalente alla seconda metà del XVI secolo, e la chiesa di San Giovanni Battista, con campanile barocco e splendide sculture seicentesche. La chiesa dell'Incoronata, antico luogo di pellegrinaggio, giace attualmente in evidente stato di abbandono.  

Economia

Silvicoltura, olivicoltura, orticoltura e zootecnia, benché in crisi, impiegano oltre un terzo della popolazione attiva, a fronte delle dimensioni ancora artigianali dell'industria, connessa alla trasformazione dei prodotti rurali, alla lavorazione del ferro e alla produzione di conglomerati bituminosi; il commercio, concentrato soprattutto lungo il tracciato della statale delle Calabrie, si è sviluppato in funzione del movimento turistico. La vivacità dell'economia, inoltre, è testimoniata dalla presenza del qualificato comparto dell'intermediazione finanziaria e dall'articolato panorama delle infrastrutture: il comune, dotato degli ordinari uffici municipali e postali, ospita un importante centro studi, la biblioteca delle suore oblate e le scuole per l'istruzione obbligatoria; i villeggianti possono fare inoltre sicuro affidamento su una buona capacità ricettiva e su un'essenziale offerta di servizi sanitari, dall'assistenza farmaceutica a un consultorio familiare.  

Silvicoltura, olivicoltura, orticoltura e zootecnia, benché in crisi, impiegano oltre un terzo della popolazione attiva, a fronte delle dimensioni ancora artigianali dell'industria, connessa alla trasformazione dei prodotti rurali, alla lavorazione del ferro e alla produzione di conglomerati bituminosi; il commercio, concentrato soprattutto lungo il tracciato della statale delle Calabrie, si è sviluppato in funzione del movimento turistico. La vivacità dell'economia, inoltre, è testimoniata dalla presenza del qualificato comparto dell'intermediazione finanziaria e dall'articolato panorama delle infrastrutture: il comune, dotato degli ordinari uffici municipali e postali, ospita un importante centro studi, la biblioteca delle suore oblate e le scuole per l'istruzione obbligatoria; i villeggianti possono fare inoltre sicuro affidamento su una buona capacità ricettiva e su un'essenziale offerta di servizi sanitari, dall'assistenza farmaceutica a un consultorio familiare.  

Relazioni

Il grande valore che la comunità attribuisce alle tradizioni è incarnato dai sapori ricchi della gastronomia alburnina, a base di pasta fatta in casa (fusilli, ravioli, lagane e gnocchi), spesso accompagnata da legumi (ceci, fagioli e lenticchie) -la cosiddetta "minestra maritata" è l'emblema di questo connubio vincente-. Il patrimonio boschivo, che racchiude una fauna molto varia (lontra, falco pellegrino, nibbio reale, poiana, gheppio, airone cenerino e bianco maggiore, faina, volpe, tasso, puzzola e gatto selvatico) e rare specie floristiche, attrae un buon numero di villeggianti. Cordialità e affabilità sono dispensate a piene mani in occasione della manifestazione "Canta piccolo" (6 gennaio), dell'"Agosto sicignanese", e della sagra della castagna, organizzata nella terza domenica di ottobre. Il Patrono San Rocco si festeggia il 16 agosto.

Il grande valore che la comunità attribuisce alle tradizioni è incarnato dai sapori ricchi della gastronomia alburnina, a base di pasta fatta in casa (fusilli, ravioli, lagane e gnocchi), spesso accompagnata da legumi (ceci, fagioli e lenticchie) -la cosiddetta "minestra maritata" è l'emblema di questo connubio vincente-. Il patrimonio boschivo, che racchiude una fauna molto varia (lontra, falco pellegrino, nibbio reale, poiana, gheppio, airone cenerino e bianco maggiore, faina, volpe, tasso, puzzola e gatto selvatico) e rare specie floristiche, attrae un buon numero di villeggianti. Cordialità e affabilità sono dispensate a piene mani in occasione della manifestazione "Canta piccolo" (6 gennaio), dell'"Agosto sicignanese", e della sagra della castagna, organizzata nella terza domenica di ottobre. Il Patrono San Rocco si festeggia il 16 agosto.

Località

Castelluccio Cosentino, Galdo, Monte Alburno, San Vito, Scorzo, Stazione Ferroviaria Galdo, Stazione Ferroviaria Petina, Stazione Ferroviaria Sicignano, Terranova, Zuppino

Castelluccio Cosentino, Galdo, Monte Alburno, San Vito, Scorzo, Stazione Ferroviaria Galdo, Stazione Ferroviaria Petina, Stazione Ferroviaria Sicignano, Terranova, Zuppino

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Sicignano degli Alburni rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.