Descrizione

Comune montano di remote origini, la cui economia, rurale per inveterata tradizione, potrebbe aprirsi ad interessanti sbocchi turistici. L'agro schiavese è punteggiato da una miriade di piccolissimi agglomerati urbani (Badia, Borrello, Canale, Casali, Cupello, Fonte la Spugna, Fosso Cioffolello, Rione Marcucci, Salce, San Martino, Taverna, Valli, Valloni e Villaggio), che ospitano una larga fetta di questa comunità -che presenta un indice di vecchiaia da primato- e che delle principali località del comprensorio (Cannavina, San Martino e Taverna) condividono il destino di decadenza dovuto a massicci fenomeni di spopolamento. In verità alcuni di questi insediamenti, favoriti dalle caratteristiche del sito, hanno quasi superato l'estensione del capoluogo comunale, suggestivo cono di case che culmina con la mole aguzza della parrocchiale: in alcuni punti, infatti, il territorio comunale, che presenta nel complesso un profilo geometrico vario e irregolare, attenua la sua scabrosità ed è di minore ostacolo allo svolgimento delle attività umane. Nello stemma, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggiano tre torri -quella centrale è più alta e più larga delle laterali-, ciascuna fondata su due mezzelune rovesciate -quelle che sorreggono la torre centrale sono più grandi-; le tre torri sono sormontate da quattro mezzelune e accompagnate in "punta" da una stella cometa.

Comune montano di remote origini, la cui economia, rurale per inveterata tradizione, potrebbe aprirsi ad interessanti sbocchi turistici. L'agro schiavese è punteggiato da una miriade di piccolissimi agglomerati urbani (Badia, Borrello, Canale, Casali, Cupello, Fonte la Spugna, Fosso Cioffolello, Rione Marcucci, Salce, San Martino, Taverna, Valli, Valloni e Villaggio), che ospitano una larga fetta di questa comunità -che presenta un indice di vecchiaia da primato- e che delle principali località del comprensorio (Cannavina, San Martino e Taverna) condividono il destino di decadenza dovuto a massicci fenomeni di spopolamento. In verità alcuni di questi insediamenti, favoriti dalle caratteristiche del sito, hanno quasi superato l'estensione del capoluogo comunale, suggestivo cono di case che culmina con la mole aguzza della parrocchiale: in alcuni punti, infatti, il territorio comunale, che presenta nel complesso un profilo geometrico vario e irregolare, attenua la sua scabrosità ed è di minore ostacolo allo svolgimento delle attività umane. Nello stemma, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggiano tre torri -quella centrale è più alta e più larga delle laterali-, ciascuna fondata su due mezzelune rovesciate -quelle che sorreggono la torre centrale sono più grandi-; le tre torri sono sormontate da quattro mezzelune e accompagnate in "punta" da una stella cometa.

Storia

I numerosi reperti di età preromana, romana e medievale, affiorati in più punti del comprensorio, costituiscono altrettante prove inconfutabili dell'esistenza di insediamenti fin da epoche remote. La prima notizia storicamente documentata relativa all'abitato, però, risale soltanto al 1059 ed è contenuta in una bolla di papa Nicola II. Le successive vicende del borgo sono avvolte dall'incertezza e non senza un certo margine di arbitrio si attribuisce alla famiglia dei Caracciolo di San Buono ilpossesso del feudo nel XVIII secolo. La comunità fu dotata, nel II secolo a.C., di un grandioso complesso cultuale di cui sopravvivono i resti in località Colle della Torre: della struttura originaria sono visibili il podio, l'alzato e, solo parzialmente, il rivestimento ceramico. Nel centro storico un'elegante architettura gentilizia fa da cornice alla mole imponente della parrocchiale.

I numerosi reperti di età preromana, romana e medievale, affiorati in più punti del comprensorio, costituiscono altrettante prove inconfutabili dell'esistenza di insediamenti fin da epoche remote. La prima notizia storicamente documentata relativa all'abitato, però, risale soltanto al 1059 ed è contenuta in una bolla di papa Nicola II. Le successive vicende del borgo sono avvolte dall'incertezza e non senza un certo margine di arbitrio si attribuisce alla famiglia dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=ABR&parola=CARACCIOLO'>Caracciolo</a> di San Buono ilpossesso del feudo nel XVIII secolo. La comunità fu dotata, nel II secolo a.C., di un grandioso complesso cultuale di cui sopravvivono i resti in località Colle della Torre: della struttura originaria sono visibili il podio, l'alzato e, solo parzialmente, il rivestimento ceramico. Nel centro storico un'elegante architettura gentilizia fa da cornice alla mole imponente della parrocchiale.

Economia

È opinione unanimemente condivisa che il turismo storico-culturale e naturalistico rappresenti il più efficace strumento di promozione sociale ed economica di questo comune, ancora saldamente radicato nel tessuto delle proprie tradizioni e condizionato da una certa arretratezza. Attualmente il settore primario ed in particolare la coltivazione di cereali, patate, ortaggi, vite e olivo rappresenta un'importante fonte di reddito e di occupazione; l'industria, se si eccettuano piccole imprese di trasformazione e di costruzioni, è assente e le iniziative nel settore del commercio e dei servizi -questi includono uno sportello bancario- sono ancora modeste. La dinamica demografica negativa e la limitata disponibilità di infrastrutture sono ulteriori fattori di crisi. Il comune presenta un quadro fondamentalmente piatto di servizi amministrativi e difetta di strumenti destinati alla salvaguardia e alla diffusione del patrimonio culturale; tuttavia, con le strutture scolastiche di cui dispone, consente almeno la frequenza della scuola dell'obbligo; è carente di alberghi e non abbonda di impianti sportivi -sono presenti alcuni campi di calcio, da tennis e di bocce-. Un ambulatorio comunale assicura i servizi sanitari di base.

È opinione unanimemente condivisa che il turismo storico-culturale e naturalistico rappresenti il più efficace strumento di promozione sociale ed economica di questo comune, ancora saldamente radicato nel tessuto delle proprie tradizioni e condizionato da una certa arretratezza. Attualmente il settore primario ed in particolare la coltivazione di cereali, patate, ortaggi, vite e olivo rappresenta un'importante fonte di reddito e di occupazione; l'industria, se si eccettuano piccole imprese di trasformazione e di costruzioni, è assente e le iniziative nel settore del commercio e dei servizi -questi includono uno sportello bancario- sono ancora modeste. La dinamica demografica negativa e la limitata disponibilità di infrastrutture sono ulteriori fattori di crisi. Il comune presenta un quadro fondamentalmente piatto di servizi amministrativi e difetta di strumenti destinati alla salvaguardia e alla diffusione del patrimonio culturale; tuttavia, con le strutture scolastiche di cui dispone, consente almeno la frequenza della scuola dell'obbligo; è carente di alberghi e non abbonda di impianti sportivi -sono presenti alcuni campi di calcio, da tennis e di bocce-. Un ambulatorio comunale assicura i servizi sanitari di base.

Relazioni

La zona archeologica del comune, in corso di studio, costituisce motivo di vivaci scambi culturali e di grande interesse da parte del movimento turistico, che, nella splendida cornice della montagna schiavese, trova le condizioni ideali per un soggiorno salutare di tutto riposo. Di altra natura sono i contatti che la comunità intrattiene con i centri più evoluti del circondario, a cui è legata da fenomeni di dipendenza difficilmente estirpabili. La festa del Patrono S. Maurizio si celebra il 22 settembre.

La zona archeologica del comune, in corso di studio, costituisce motivo di vivaci scambi culturali e di grande interesse da parte del movimento turistico, che, nella splendida cornice della montagna schiavese, trova le condizioni ideali per un soggiorno salutare di tutto riposo. Di altra natura sono i contatti che la comunità intrattiene con i centri più evoluti del circondario, a cui è legata da fenomeni di dipendenza difficilmente estirpabili. La festa del Patrono S. Maurizio si celebra il 22 settembre.

Località

Badia, Cannavina, Carapellese, Casali, Cupello, Salce, San Martino, Taverna, Valli, Valloni

Badia, Cannavina, Carapellese, Casali, Cupello, Salce, San Martino, Taverna, Valli, Valloni

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Schiavi di Abruzzo rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.