Descrizione
Comune collinare, di antiche origini, la cui economia si basa sull’agricoltura e sull’industria. I savognesi, con un indice di vecchiaia di poco superiore alla media, sono quasi tutti distribuiti tra il capoluogo comunale, numerose case sparse e le località Gabria Superiore, Peci, Rupa e San Michele del Carso. Il territorio, comprendente anche il nucleo di Castel Rubbia, presenta un profilo geometrico leggermente ondulato, con qualche variazione di altitudine più accentuata. L’abitato, che non fa registrare segni di espansione edilizia, conservando un aspetto rurale, rientra in un’area di bilinguismo italiano-sloveno; immerso nel verde, ha un andamento plano-altimetrico per lo più pianeggiante.
Storia
Probabilmente abitata fin da epoca preistorica, deriva il toponimo, attestato nel XV secolo nella forma di Zavodnja, dal termine sloveno “sovodenj”, che indica un ‘luogo posto alla confluenza di due corsi d’acqua’. La specificazione “d’Isonzo” fu aggiunta con un Regio Decreto del 1923, per distinguerla dall’omonima località in provincia di Udine. Parte del feudo dei signori di Gorizia, non ha avuto una storia autonoma, seguendo le sorti del capoluogo provinciale. Rimasta sotto la dominazione austriaca fino al termine della prima guerra mondiale, nel corso della quale, come tutta la zona dell’Isonzo, fu teatro di aspri combattimenti, venne ricostruita quasi del tutto nel 1918. Ha recuperato l’autonomia amministrativa nel 1951, dopo essere stata aggregata, nel 1928, al comune di Merna che, a seguito della definizione dei confini tra l’Italia e la ex Iugoslavia, attuata col trattato del 1947, venne a trovarsi in territorio iugoslavo. Più importante sotto il profilo storico è stata la località di Rubbia, in cui sorgeva un castello medievale, che dominava la confluenza del torrente Vipacco nell’Isonzo, svolgendo una funzione strategica. Proprietà, nel Cinquecento, dei Della Torre, passò poi ai baroni Coronini, divenendo sede del quartier generale delle truppe austriache durante la guerra di Gradisca contro la repubblica veneta, all’inizio del XVII secolo. Anche questo castello fu distrutto nel corso della prima guerra mondiale. Povera è la presenza di monumenti; non vi sono infatti edifici di particolare rilievo architettonico, fatta eccezione per la chiesa parrocchiale.
Economia
Se si escludono la stazione dei carabinieri e i consueti uffici municipali e postali, non ve ne sono altri degni di nota. L’economia locale, che non ha abbandonato l’agricoltura, favorita dalle caratteristiche del terreno, si avvale, tra l’altro, di proficue coltivazioni di cereali, foraggi, ortaggi e vite; è praticato anche l’allevamento di bovini, suini, equini e avicoli. L’altra fonte di reddito, l’industria, è costituta da aziende che operano nei comparti alimentare, edile, metalmeccanico, tessile, del vetro e della produzione di laterizi; non mancano fabbriche di mobili e materie plastiche. Il terziario si compone della rete commerciale (di dimensioni modeste ma sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della comunità) e dell’insieme dei servizi, che comprendono quello bancario. Non si registra la presenza di strutture sociali di rilievo. È possibile frequentare soltanto le scuole materne ed elementari; si può però usufruire di una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno, mentre l’assenza di una farmacia rende necessario rivolgersi altrove anche per i servizi sanitari di base.
Relazioni
Oltre a non figurare tra le mete turistiche più celebrate della zona, è poco frequentata anche per lavoro, in quanto le sue attività produttive non hanno raggiunto un livello tale da consentire un maggior assorbimento di manodopera. I rapporti, alquanto rilevanti, con il contiguo capoluogo provinciale e con il resto del circondario, cui la popolazione si rivolge per frequentare le altre scuole dell’obbligo e gli istituti d’istruzione secondaria di secondo grado oltre che per usufruire dei servizi non forniti sul posto, sono favoriti da un agevole sistema di collegamenti. La festa del Patrono, San Martino, viene celebrata l’11 novembre.
Località
Castel Rubbia, Cotici Inferiore, Cotici Superiore, Gabria Inferiore, Gabria Superiore, Peci, Rupa, San Michele del Carso, Zona Contestata
Fondi europei 2021-2027
Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Savogna d'Isonzo-Sovodnje ob So?i rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.
- Popolazione 1.717
- Lat 45° 54' 16,27'' 45.90451944
- Long 13° 34' 26,60'' 13.57405556
- CAP 34070
- Prefisso 0481
- Codice ISTAT 031022
- Codice Catasto I479
- Altitudine slm 42 mt
- zona clim./gradi giorno
Riscaldamento: dal 15/10 al 15/04 per 14 ore/giorno E/2275 - Superficie 16.41 Km2
- Densità 104,63 ab/Km2
- Sismicità Zona 2
- Alba 07:20
- Tramonto 16:23
- LUCA PISK
- Via I Maggio, 140
- 34070 (GO) Friuli Venezia Giulia
- comune.savognadisonzo@certgov.fvg.it
- segreteria@comune.savognadisonzo.go.it
- www.comune.savogna.go.it
- 80002990317
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