Descrizione

Piccola comunità, classificata “comune sparso” con sede in Cuquello; di origine medievale, basa la sua economia sulle tradizionali attività agricole, soprattutto vitivinicole. I sardiglianesi, aventi un indice di vecchiaia da primato, vivono principalmente nel capoluogo comunale e in località Sardigliano; il resto degli abitanti si divide tra la località Malvino, gli aggregati urbani minori di Bavantore, Bavantorino, Sant’Antonio, nonché poche case sparse. Il territorio, classificato di collina, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate, che vanno da un minimo di 210 a un massimo di 582 metri sul livello del mare. L’abitato, interessato da espansione edilizia, ha un andamento plano-altimetrico tipico collinare.

Piccola comunità, classificata “comune sparso” con sede in Cuquello; di origine medievale, basa la sua economia sulle tradizionali attività agricole, soprattutto vitivinicole. I sardiglianesi, aventi un indice di vecchiaia da primato, vivono principalmente nel capoluogo comunale e in località Sardigliano; il resto degli abitanti si divide tra la località Malvino, gli aggregati urbani minori di Bavantore, Bavantorino, Sant’Antonio, nonché poche case sparse. Il territorio, classificato di collina, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate, che vanno da un minimo di 210 a un massimo di 582 metri sul livello del mare. L’abitato, interessato da espansione edilizia, ha un andamento plano-altimetrico tipico collinare.

Storia

La sua denominazione è attestata a partire dal 1203; le forme evidenziate dai documenti storici sono “Sardelanus”, “Sardiglianus” e “Sardelianus”, riconducibili, molto probabilmente, al nome personale SARDILIUS più il suffisso -ANUS, indicante ‘fondo di Sardilio’. Le sue origini risalgono al periodo medievale. Originariamente appartenne al vescovo di Tortona Giacomo Calcinara, il quale, al fine di circondarsi di persone di sua piena fiducia, decise di investire molti dei beni feudali in suo possesso a famiglie a lui imparentate. In tal modo la stessa Sardigliano divenne feudo dei signori Calcinara e, in seguito, di Enrico Rampini, devoto ai Visconti. Nel 1521 era di proprietà di Urbano IV e, all’inizio del XVII secolo passò alla famiglia dei Gambarana. Successivamente, come risulta dai registri parrocchiali, divenne feudo dei Carbonara, cui rimase fino alla fine del XVIII secolo, periodo in cui venne abolito il sistema feudale. L’attuale capoluogo comunale, Cuquello, venne unito a Sardigliano nel 1928. Tra i monumenti di maggiore interesse storico e architettonico figurano: la parrocchiale dell’Assunta, costruita intorno al 1675; il santuario dell’Addolorata; i resti di un antico castello; un edificio quattrocentesco, probabilmente palazzo dei feudatari Rampini.

La sua denominazione è attestata a partire dal 1203; le forme evidenziate dai documenti storici sono “Sardelanus”, “Sardiglianus” e “Sardelianus”, riconducibili, molto probabilmente, al nome personale SARDILIUS più il suffisso -ANUS, indicante ‘fondo di Sardilio’. Le sue origini risalgono al periodo medievale. Originariamente appartenne al vescovo di Tortona Giacomo Calcinara, il quale, al fine di circondarsi di persone di sua piena fiducia, decise di investire molti dei beni feudali in suo possesso a famiglie a lui imparentate. In tal modo la stessa Sardigliano divenne feudo dei signori Calcinara e, in seguito, di Enrico Rampini, devoto ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=VISCONTI'>Visconti</a>. Nel 1521 era di proprietà di Urbano IV e, all’inizio del XVII secolo passò alla famiglia dei Gambarana. Successivamente, come risulta dai registri parrocchiali, divenne feudo dei Carbonara, cui rimase fino alla fine del XVIII secolo, periodo in cui venne abolito il sistema feudale. L’attuale capoluogo comunale, Cuquello, venne unito a Sardigliano nel 1928. Tra i monumenti di maggiore interesse storico e architettonico figurano: la parrocchiale dell’Assunta, costruita intorno al 1675; il santuario dell’Addolorata; i resti di un antico castello; un edificio quattrocentesco, probabilmente palazzo dei feudatari Rampini.

Economia

Dal punto di vista burocratico non si registrano particolari strutture: le uniche attività del genere che vi si svolgono sono quelle connesse al funzionamento dei normali servizi municipali e postali. Va segnalata però la presenza della Pro Loco. Il settore primario è presente con la coltivazione della vite (è zona di produzione dei pregiati vini Doc “Colli Tortonesi”), cereali, foraggi, frumento, frutta e legumi; accanto al lavoro dei campi si pratica anche l’allevamento di avicoli. Il settore economico secondario è pressoché inesistente: le poche attività del genere presenti sul territorio operano nei comparti dell’edilizia, della metallurgia e dei prodotti genericamente alimentari. Altrettanto modesta è la presenza del terziario: la rete distributiva è appena sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della popolazione e non sono presenti servizi più qualificati, come quello bancario. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Mancano scuole di ogni ordine e grado. Alla conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale provvede la biblioteca civica. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario sul posto non è assicurato nemmeno il servizio farmaceutico.

Dal punto di vista burocratico non si registrano particolari strutture: le uniche attività del genere che vi si svolgono sono quelle connesse al funzionamento dei normali servizi municipali e postali. Va segnalata però la presenza della Pro Loco. Il settore primario è presente con la coltivazione della vite (è zona di produzione dei pregiati vini Doc “Colli Tortonesi”), cereali, foraggi, frumento, frutta e legumi; accanto al lavoro dei campi si pratica anche l’allevamento di avicoli. Il settore economico secondario è pressoché inesistente: le poche attività del genere presenti sul territorio operano nei comparti dell’edilizia, della metallurgia e dei prodotti genericamente alimentari. Altrettanto modesta è la presenza del terziario: la rete distributiva è appena sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della popolazione e non sono presenti servizi più qualificati, come quello bancario. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Mancano scuole di ogni ordine e grado. Alla conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale provvede la biblioteca civica. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario sul posto non è assicurato nemmeno il servizio farmaceutico.

Relazioni

Non costituisce meta di significativo richiamo turistico, pur offrendo, a quanti vi si rechino, la possibilità di godere delle bellezze dell’ambiente naturale e di degustare i pregiati vini che vengono prodotti localmente. Non vi si svolgono particolari manifestazioni folcloristiche o religiose che potrebbero allietare il borgo e contribuire a richiamare visitatori dai dintorni. La festa del Patrono, San Bernardo, si celebra il 20 agosto.

Non costituisce meta di significativo richiamo turistico, pur offrendo, a quanti vi si rechino, la possibilità di godere delle bellezze dell’ambiente naturale e di degustare i pregiati vini che vengono prodotti localmente. Non vi si svolgono particolari manifestazioni folcloristiche o religiose che potrebbero allietare il borgo e contribuire a richiamare visitatori dai dintorni. La festa del Patrono, San Bernardo, si celebra il 20 agosto.

Località

Bavantore, Bavantorino, Cuquello, Malvino

Bavantore, Bavantorino, Cuquello, Malvino

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Sardigliano rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.