Descrizione

Piccola comunità di montagna di origine medievale, per la quale le tradizionali attività rurali rappresentano ancora una fondamentale fonte di sostentamento. I saracinescani, che fanno registrare un indice di vecchiaia da primato, risiedono prevalentemente nel capoluogo comunale, raggruppato sulla cima di un impervio colle; il resto della comunità si distribuisce in un certo numero di case sparse sui fondi. Solcato dalle valli dei fiumi Aniene e del torrente Fiumicino, il territorio comunale è ammantato di boschi rigogliosi, composti in prevalenza da acero e faggio alle quote più elevate e di roverella più in basso; ad essi si alternano ampie radure, costellate in primavera di piccoli fiori multicolori e percorse da limpidi corsi d’acqua. I mammiferi di piccola taglia, come la volpe, il tasso, la lepre e il moscardino, sono le specie faunistiche più diffuse in questi luoghi. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Regio Decreto, campeggia un castello d’argento, merlato “alla ghibellina”, munito di due torricelle e posto sopra un monte; al di sopra della costruzione compaiono le teste di due saraceni, con turbante verde ornato da una mezzaluna d’argento.

Piccola comunità di montagna di origine medievale, per la quale le tradizionali attività rurali rappresentano ancora una fondamentale fonte di sostentamento. I saracinescani, che fanno registrare un indice di vecchiaia da primato, risiedono prevalentemente nel capoluogo comunale, raggruppato sulla cima di un impervio colle; il resto della comunità si distribuisce in un certo numero di case sparse sui fondi. Solcato dalle valli dei fiumi Aniene e del torrente Fiumicino, il territorio comunale è ammantato di boschi rigogliosi, composti in prevalenza da acero e faggio alle quote più elevate e di roverella più in basso; ad essi si alternano ampie radure, costellate in primavera di piccoli fiori multicolori e percorse da limpidi corsi d’acqua. I mammiferi di piccola taglia, come la volpe, il tasso, la lepre e il moscardino, sono le specie faunistiche più diffuse in questi luoghi. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Regio Decreto, campeggia un castello d’argento, merlato “alla ghibellina”, munito di due torricelle e posto sopra un monte; al di sopra della costruzione compaiono le teste di due saraceni, con turbante verde ornato da una mezzaluna d’argento.

Storia

Fondata molto probabilmente dai saraceni durante le loro scorrerie sulle coste italiane, appare citata per la prima volta in un documento del 1005, che attesta la sua appartenenza all’abbazia di Subiaco. I monaci sublacensi approfittarono della sua posizione strategica per costituirvi una vera e propria fortezza militare, intorno alla quale si raggrupparono i primi abitanti. Appartenne in seguito agli Oddoni di Poli, ai Conti e agli Antiochia e nel 1588 venne definitivamente incamerata dalla Santa Sede. Nel suo castello, di cui dal XVIII secolo non esiste più traccia, Corrado di Antiochia tenne in ostaggio nel 1267 alcuni signori di parte guelfa, tra cui Napoleone e Matteo Orsini; un anno dopo vi soggiornò Corradino di Svevia alla vigilia della sfortunata battaglia di Tagliacozzo. Il toponimo può derivare dal nome di persona SARACENUS, ben documentato nei fonti medievali e nelle RATIONES DECIMARUM del Lazio, con l’aggiunta del suffisso aggettivale -ESCO. La chiesa di San Michele Arcangelo, fondata intorno al 1550, è l’edificio di maggior spicco nell’ambito del patrimonio storico-architettonico locale.

Fondata molto probabilmente dai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=SARACENI'>saraceni</a> durante le loro scorrerie sulle coste italiane, appare citata per la prima volta in un documento del 1005, che attesta la sua appartenenza all’<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ABBAZIADISUBIACO'>abbazia di Subiaco</a>. I monaci sublacensi approfittarono della sua posizione strategica per costituirvi una vera e propria fortezza militare, intorno alla quale si raggrupparono i primi abitanti. Appartenne in seguito agli Oddoni di Poli, ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=CONTI'>Conti</a> e agli Antiochia e nel 1588 venne definitivamente incamerata dalla Santa Sede. Nel suo castello, di cui dal XVIII secolo non esiste più traccia, Corrado di Antiochia tenne in ostaggio nel 1267 alcuni signori di parte guelfa, tra cui Napoleone e Matteo <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ORSINI'>Orsini</a>; un anno dopo vi soggiornò <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=CORRADINODISVEVIA'>Corradino di Svevia</a> alla vigilia della sfortunata battaglia di Tagliacozzo. Il toponimo può derivare dal nome di persona SARACENUS, ben documentato nei fonti medievali e nelle RATIONES DECIMARUM del Lazio, con l’aggiunta del suffisso aggettivale -ESCO. La chiesa di San Michele Arcangelo, fondata intorno al 1550, è l’edificio di maggior spicco nell’ambito del patrimonio storico-architettonico locale.

Economia

L’agricoltura e la pastorizia rivestono ancora oggi un ruolo di primo piano nell’economia saracinescana, visto il basso livello di sviluppo che contraddistingue gli altri settori produttivi: l’industria, infatti, è praticamente assente, la rete commerciale è rivolta esclusivamente alla distribuzione di beni di prima necessità e il comparto dei servizi non include né il credito né le assicurazioni. La dotazione di strutture e servizi di pubblica utilità evidenzia gravi lacune: il comune, provvisto unicamente degli ordinari uffici municipali e postali e di una Pro Loco, è completamente privo di strutture scolastiche e sanitarie –sul posto è assente anche la farmacia–; anche l’apparato ricettivo, che pure annovera strutture per il soggiorno, necessita di essere potenziato.

L’agricoltura e la pastorizia rivestono ancora oggi un ruolo di primo piano nell’economia saracinescana, visto il basso livello di sviluppo che contraddistingue gli altri settori produttivi: l’industria, infatti, è praticamente assente, la rete commerciale è rivolta esclusivamente alla distribuzione di beni di prima necessità e il comparto dei servizi non include né il credito né le assicurazioni. La dotazione di strutture e servizi di pubblica utilità evidenzia gravi lacune: il comune, provvisto unicamente degli ordinari uffici municipali e postali e di una Pro Loco, è completamente privo di strutture scolastiche e sanitarie –sul posto è assente anche la farmacia–; anche l’apparato ricettivo, che pure annovera strutture per il soggiorno, necessita di essere potenziato.

Relazioni

Rappresenta un luogo ideale per coloro che cercano il contatto con la natura incontaminata nei pressi di Roma –la piccola valle di prato Francesco ospita ogni anno numerosi boy-scout, che organizzano escursioni e campeggi–. Un buon richiamo sul movimento turistico è esercitato anche dalle numerose manifestazioni legate al folclore e alla gastronomia del luogo: il Venerdì Santo, verso sera, si rievocano i momenti principali della passione di Cristo attraverso una serie di quadri viventi interpretati da figuranti del luogo; per la festa di San Rocco (16 agosto) una caratteristica processione sfila lungo le vie dell’abitato; a settembre una suggestiva fiaccolata accompagna la festa dedicata alla Vergine Maria; nei mesi invernali si svolgono le sagre della polenta e della salsiccia, che ripropongono vecchie usanze rurali, come quella di mangiare sulla “spianatora”, la tavola di legno usata per impastare. La festa del Patrono San Michele si celebra l’ultima domenica di agosto.

Rappresenta un luogo ideale per coloro che cercano il contatto con la natura incontaminata nei pressi di Roma –la piccola valle di prato Francesco ospita ogni anno numerosi boy-scout, che organizzano escursioni e campeggi–. Un buon richiamo sul movimento turistico è esercitato anche dalle numerose manifestazioni legate al folclore e alla gastronomia del luogo: il Venerdì Santo, verso sera, si rievocano i momenti principali della passione di Cristo attraverso una serie di quadri viventi interpretati da figuranti del luogo; per la festa di San Rocco (16 agosto) una caratteristica processione sfila lungo le vie dell’abitato; a settembre una suggestiva fiaccolata accompagna la festa dedicata alla Vergine Maria; nei mesi invernali si svolgono le sagre della polenta e della salsiccia, che ripropongono vecchie usanze rurali, come quella di mangiare sulla “spianatora”, la tavola di legno usata per impastare. La festa del Patrono San Michele si celebra l’ultima domenica di agosto.

Località

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Saracinesco rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.